I flussi movimentati
Attraverso i risultati dell'indagine effettuata integrati da un'analisi di fonti diverse quali "Conto Nazionale dei Trasporti", rilevazioni ISTAT e studi di settore anche relativi all'area bergamasca, è stato possibile ricostruire un quadro relativo ai flussi merci dell'intera provincia per direttrici.
Inquadramento generale
La ripartizione modale degli spostamenti di merci, riportata sul Conto Nazionale dei Trasporti, in Italia e in Lombardia presenta, come evidente nella seguente tabella 6.9, una grande prevalenza del trasporto stradale rispetto a modi di trasporto alternativi.
Tabella 6.9 Valori di ripartizione modale per trasporti interni ed internazionali
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Italia
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959 194
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934 626 (97,44%)
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24 568 (2,56%)
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115 168
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89 470 (77,69%)
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25 698 (22,31%)
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Lombardia
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214 073
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207 272 (96,82%)
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6 801 (3,18%)
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24 300
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n.d.
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n.d.
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Le matrici O-D del trasporto merci nazionale su strada in Italia per il 1994 e il 1996 elaborate dall'ISTAT e pubblicate dal Ministero dei Trasporti sul "Conto Nazionale dei Trasporti" sono state rielaborate per evidenziare i seguenti flussi con origine e destinazione in Lombardia (tabella 6.10):
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104 450
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15 857
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11 254
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23 832
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104 450
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15 430
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13 989
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22 464
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181 362
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18 316
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21 130
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27 717
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181 362
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15 508
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17 035
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29 797
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I flussi provinciali
Per quanto riguarda le indagini sul movimento delle merci nella provincia va evidenziato che il campione selezionato non ha consentito una quantificazione esatta complessiva delle merci movimentate; è stato però molto utile nella definizione dei flussi intesi come ripartizione geografica degli spostamenti. Con riferimento al solo traffico nazionale è stato possibile valutare e confrontare i risultati ottenuti nel corso dell'indagine con i dati elaborati annualmente dall'ISTAT sul trasporto delle merci in Italia (tabelle 6.9 e 6.10). I risultati ritenuti utili per il confronto sono quelli relativi alla ripartizione degli spostamenti per direzione, riportati nelle precedenti tabelle 6.5 e 6.7.
Il "Libro Bianco 1991" sul trasporto delle merci in Italia contiene elaborazioni sui volumi di trasporto stradali e ferroviari per singole regioni e stima anche l'importanza relativa delle singole province sui totali regionali. Basandosi pertanto sui pesi delle singole province nei trasporti interregionali si è potuto stimare l'importanza relativa della provincia di Bergamo sul totale regionale.
Si è stimata l'incidenza della provincia di Bergamo nell'8,3 per cento dei trasporti generati nella regione e nell'8,9 per cento dei trasporti attratti dalla regione. Sulla base di tali stime il traffico che compete alla provincia di Bergamo è stato quantificato e ripartito nel seguente modo:
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15 416
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1 557
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1 796
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2 356
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15 053
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1 287
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1 414
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2 473
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73 %
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7 %
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9 %
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11 %
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74 %
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6 %
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7 %
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12 %
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I restanti volumi di traffico aventi origine o destinazione nella provincia di Bergamo ed in altre parti della Lombardia sono stati ripartiti sfruttando i pesi delle diverse province ottenuti dal citato "Libro Bianco 1991".
I risultati sono riportati nella tabella 6.12 nella quale sono altresì indicate le percentuali come ottenute dall'analisi dei dati osservati sul campione di aziende.
Tabella 6.12 Ripartizione geografica dei flussi nazionali su strada entranti ed uscenti dalla provincia di Bergamo
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elaborazioni su ISTAT 1996 | Destinazione BG |
24 %
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56 %
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20 %
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Origine BG |
28 %
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49 %
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23 %
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elaborazioni su indagine 1997 | Destinazione BG |
51 %
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25 %
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24 %
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Origine BG |
34 %
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39 %
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27 %
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Il valore stimato riguardo al traffico intraprovinciale di Bergamo corrisponde a circa un terzo del totale del traffico nazionale interessante la stessa provincia. Tale frazione appare sottostimata qualora si vogliano valutare solo le tonnellate spostate senza attenzione alla lunghezza dei viaggi e al tipo di mezzi utilizzati; è infatti ipotizzabile che tale proporzione aumenti marcatamente se nel conto si inserissero tutte le merci che subiscono piccoli spostamenti interni alla provincia come sono ad esempio quelli tra stabilimenti della stessa azienda spesso a distanze molto piccole (2-3-km) nonché tutte le merci movimentate con furgoni e piccoli mezzi adibiti al trasporto promiscuo (cfr. Par. 6.4)
Le aziende indagate ricevono la maggior parte delle merci da fornitori interni al territorio provinciale e al contrario spediscono le merci (generalmente prodotti finiti) quasi interamente all'esterno di tale territorio. Questa caratteristica appare fortemente condizionata dalla tipologia del campione esaminato, prevalentemente costituito da industrie di trasformazione finale o di assemblaggio. Peculiarità di un tale tipo di aziende è anche quella di ricevere i materiali di partenza, materie prime e semilavorati, dopo che questi hanno già subito trattamenti preliminari in altri stabilimenti di subfornitori. Accanto a questi valori va poi ricordata una volta di più l'elevata quota (superiore al 50%), riguardante le merci in arrivo dall'estero, ottenuta sul campione esaminato.
Osservando la tabella 6.11 si può notare una certa differenza tra le due elaborazioni (dati ISTAT e indagine diretta) nella provenienza delle merci in ingresso: in particolare si evidenzia una maggiore importanza relativa della zona est rispetto alla zona ovest. Il campione esaminato ha fornito sicuramente indicazioni più precise per quanto riguarda le destinazioni finali delle merci. Sulla ripartizione degli approvvigionamenti incide fortemente il dato relativo a quelli provenienti da zone interne alla provincia che, come spiegato in precedenza, potrebbero riguardare spostamenti di merci già successivi alle forniture di materie prime.
Le ripartizioni delle merci in uscita sono più simili e quella ottenuta nel corso della presente ricerca appare molto credibile, in particolare in considerazione del fatto che anche la ripartizione delle merci ottenuta dalle elaborazioni dei dati ISTAT potrebbe essere condizionata da un peso eccessivo assegnato alle province di Milano, Como e Varese (ovest di Bergamo), pesi determinati sul potere attrattivo derivante da dati di trasporto nazionali e non regionali.
In sintesi, l'analisi condotta su un campione di aziende medio-grandi ha ottenuto una rappresentazione fedele soprattutto di quelli che sono i trasporti "finali" delle merci, ovvero quei trasporti che si possono assimilare alle cosiddette spedizioni.
Per quanto riguarda il traffico internazionale si evidenzia che la provincia di Bergamo, ha un'economia che negli ultimi anni ha visto aumentare in modo particolare l'importanza delle proprie relazioni con l'estero. Gli intensi scambi commerciali con l’estero sono ulteriormente avvalorati dalla forte presenza di capitale estero in molte società industriali della provincia (48 nel 1994). I tassi di crescita dell’export negli ultimi anni sono sempre stati positivi e largamente superiori a quelli medi italiani ed anche a quelli medi lombardi.
A tale proposito è utile riportare
alcuni dati relativi al commercio estero dai quali è facile osservare
l'importanza degli scambi con l'estero della provincia di Bergamo e della
Lombardia rispetto al totale nazionale (tabella 6.13); si può notare
in particolare come l'importanza relativa dei volumi commerciali della
provincia di Bergamo aumenti considerando il valore in lire.
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Italia |
270 822
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100,0 %
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270 063
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100,0 %
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90 624
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100,0 %
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305 479
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100,0 %
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Lombardia |
59 361
|
21,9 %
|
100 822
|
37,3 %
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17 177
|
18,9 %
|
91 780
|
30,0 %
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Bergamo |
2 654
|
1.0 %
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5 417
|
2,0 %
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1 816
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2,0 %
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9 388
|
3,1 %
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Secondo i quantitativi emersi dalle matrici O/D studiate la quantità complessiva delle merci mosse nella provincia di Bergamo si stima in un valore prossimo ai 40 milioni di tonnellate che si possono ripartire secondo il seguente schema (tabella 6.14):
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1996 (106 t)
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38 ÷ 40
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6 ÷ 8
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27
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1
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3
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1
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Un interessante dato riguardante
il traffico totale delle merci con O/D il bacino di Bergamo è stato
elaborato nello studio riguardante il progetto definitivo dell'Interporto
di Bergamo Montello. Tale rapporto indica in circa 12,5 milioni di tonnellate
il trasporto stradale (dato 1991) e in circa 1,5 milioni di tonnellate
il trasporto ferroviario (1993). Tuttavia tali dati risultano difficilmente
confrontabili con quelli stimati in tabella 6.14 in quanto si riferiscono
ad un bacino territoriale non coincidente con l'intera estensione provinciale,
ma con un bacino intermedio direttamente gravitante attorno al capoluogo
indicativamente delimitato dai caselli autostradali di Dalmine ad ovest
e di Seriate ad est. E' chiaro che le finalità del progetto dell'interporto,
mirante a definire le possibilità di sviluppo del trasporto su rotaia,
non coincidono con quelle della presente indagine prevalentemente orientata
alla definizione del costo del trasporto. Questa differenza, unita ad anni
di riferimento diversi non consente di effettuare un semplice confronto
diretto tra i risultati ottenuti. In particolare bisogna sottolineare che
la stima relativa al progetto di interporto non ha considerato per i trasporti
stradali tutti i movimenti intra-provinciali nonché quelli originati
dai centri della provincia esterni al citato bacino di riferimento.