La Camera primaria di commercio di Bergamo nacque in epoca napoleonica. Il 26 agosto 1802 in base alle disposizioni legislative firmate da Francesco Melzi, vicepresidente della Repubblica Italiana, in ogni Comune ove fosse esistito un Tribunale Mercantile (nel caso di Bergamo la "Camera dei mercanti"), vi fosse in sua vece una "Camera Primaria di Commercio".
Con decreto del viceré d'Italia, Eugenio di Beauharnais, il 27 giugno 1811 si modificò ancora l'ente in "Camera di commercio, arti e manifatture" con competenza territoriale sulla sola città ed è proprio a questa nuova tipologia di istituzione che vengono affidate alcune delle moderne funzioni che ritroviamo negli attuali enti camerali.
Con un successivo decreto del 27 dicembre 1811, Eugenio Napoleone, vicerè d'Italia, stabilì che la Camera di Bergamo fosse composta da 8 membri, indicandone i nomi. Con lo stesso decreto vengono istituite, su tutto il territorio del Regno, altre 14 Camere di commercio che si aggiungono alle 11 già costituite nel giugno dello stesso anno, realizzando così una sorta di sistema camerale.
La Restaurazione non modificò la struttura camerale ma bisognò attendere il Regolamento per le Camere di commercio del Regno Lombardo-Veneto del 21 luglio 1849 per rivedere confermate le competenze territoriali sull'intero territorio provinciale. Altri regolamenti e leggi tra il 1848 e il 1850 riformarono l'istituzione che divenne Camera di commercio e d'industria e modificò alcune delle proprie funzioni.
Con l'Unità d'Italia, attraverso il Regio Decreto n. 872 del 5 ottobre 1862 la Camera di commercio di Bergamo venne compresa negli enti da riordinare. La Camera di commercio ed arti, questa la nuova denominazione, divenne operativa sotto la guida di Giovanni Battista Piazzone, già presidente dell'ente prima del suo riordino istituzionale. In continuità con il passato gli interessi camerali si volsero, per tutto il secondo Ottocento, allo sviluppo delle comunicazioni ferroviarie, tramviarie e telegrafiche, alla promozione economica attraverso l'esposizione bergamasca organizzata dagli industriali locali, alla formazione professionale con l'istituzione di una sezione industriale annessa al Regio istituto tecnico, di una Scuola d'arte applicata e nel primo decennio del Novecento anche della Scuola pratica serale di commercio per impiegati e commessi.
Durante la lunga vicepresidenza (1927-1945) di Antonio Pesenti, nonostante il periodo bellico e le trasformazioni istituzionali del periodo fascista, la Camera si impegnò nello sviluppo delle infrastrutture favorendo i progetti di collegamento con lo Stelvio e la Valtellina e, in ambito stradale, appoggiando la realizzazione dell'autostrada Bergamo-Milano.
Nel secondo dopoguerra la Camera spinse con forza per la trasformazione dell'aeroporto di Orio al Serio da militare a civile, per l'assistenza ai commerci con l'estero soprattutto per i prodotti dell'industria, rilanciando l'agricoltura attraverso rimboschimenti e bonifiche, il settore zootecnico con mostre bovine, per arrivare allo sviluppo del settore turistico.
I duecento anni della Camera di commercio di Bergamo
Nel 2011 la Camera di commercio ha festeggiato i suoi 200 anni. In occasione del bicentenario, è stato elaborato un logo per accompagnare tutte le attività e le iniziative dell'anno. L'aggiunta del simbolo numerico 200, stringendosi attorno alla navicella per simboleggiare la continuità tra passato e futuro, ha voluto comunicare che in due secoli di storia l'ente camerale bergamasco ha garantito attenzione e supporto concreto alle necessità delle imprese, oltre che sensibilità nei confronti del territorio.