Domenica 22 Dicembre 2024
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Il terzo trimestre vede un incremento delle esportazioni bergamasche pari al 3%, ma il valore cumulato rimane inferiore a quanto realizzato nei primi nove mesi dell’anno scorso
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 4.879 milioni di euro (+3,0% su base annua, contro variazioni del +1,4% in Lombardia e del -0,1% in Italia).
Le importazioni sono state pari a 3.323 milioni (+9,8% tendenziale, contro +5,0% in Lombardia e 0,6% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.556 milioni, inferiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.819 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.155 milioni, -0,3%), prodotti chimici (744 milioni, +13,0%), metalli di base (668 milioni, +2,9%), mezzi di trasporto (455 milioni, -13,8%), gomma e materie plastiche (430 milioni, +0,5%), apparecchi elettrici (370 milioni, +14,9%), alimentari (333 milioni, +3,9%) e tessile e abbigliamento (234 milioni, +3,6%).
Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame l’area EU registra un incremento (+2,4%), così come i Paesi non UE (+3,9%). Tra questi, da segnalare gli spiccati aumenti nei confronti di Africa settentrionale, America centro-meridionale e Medio Oriente; in calo le restanti ripartizioni territoriali.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente nel gruppo dei primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo, si segnalano gli aumenti di Regno Unito e Austria e i cali di Cina e Stati Uniti.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Nonostante la ripresa delle esportazioni bergamasche nel terzo trimestre, i valori cumulati dell’anno continuano a presentare una variazione negativa sul periodo precedente. Questa situazione è dovuta a una sofferenza nelle merceologie di macchinari, metalli di base, mezzi di trasporto e gomma, mentre sono stati in territorio positivo i prodotti chimici e gli apparecchi elettrici. Sempre nei primi nove mesi dell’anno, il calo è da attribuire alle esportazioni verso l’Unione Europea, perché quello di valore comparabile dei Paesi esterni all’UE è rimasto praticamente stabile".