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Venerdì 22 Novembre 2024
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Nel primo semestre 2024 le esportazioni agroalimentari bergamasche ammontano complessivamente a 733 milioni di euro e sono cresciute del 2,0% rispetto a un anno fa, ma in misura inferiore rispetto sia alla Lombardia (+4,7%) sia all’Italia (+7,4%).
La crescita provinciale è dovuta a un ulteriore marcato incremento dell’industria delle bevande (+5,4%), in espansione già dal secondo trimestre del 2018, eccezion fatta per la parentesi del Covid, e del settore primario (+7,6%). Le esportazioni di bevande rappresentano oltre la metà del totale agroalimentare bergamasche e sono aumentate del +5,9% rispetto a un anno prima. Bergamo mantiene in questo ambito il primato di provincia lombarda con maggiore valore esportato.
Anche il settore primario ha avuto una variazione positiva grazie all’andamento dei prodotti di colture non permanenti (+6,4%) e permanenti (+21,6%), due comparti che da soli rappresentano la quasi totalità delle esportazioni in valore del settore. Positiva anche la variazione dei prodotti della pesca e di animali vivi e prodotti di origine animale. In calo, invece, le piante vive e i prodotti della silvicoltura.
L’industria alimentare ha registrato, invece, complessivamente un calo delle esportazioni in valore (-4,4%). A pesare maggiormente, in ordine di impatto percentuale, sono state la diminuzione dei prodotti lattiero-caseari (-21,3%), della carne lavorata e dei prodotti a base di carne (-22%), dei prodotti da forno e farinacei e di pesce. Sono invece in aumento gli altri prodotti alimentari (+8,7%), i prodotti della lavorazione di granaglie (+66,9%), la frutta e gli ortaggi (+13,1%).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “ Le esportazioni agroalimentari bergamasche hanno chiuso i primi due trimestri dell’anno in positivo, confermando l’andamento in crescita iniziato dal secondo trimestre del 2018 e interrotto solo durante la parentesi del Covid. A trainare il settore sono le bevande, il cui valore esportato si è quasi duplicato dal 2018 grazie all’espansione sui mercati del Regno Unito e degli Stati Uniti. È motivo di preoccupazione la possibile svolta protezionistica che potrebbero prendere gli Stati Uniti, che già nel primo mandato dell’amministrazione Trump aveva colpito con dazi il nostro settore agroalimentare.”
I bar bergamaschi, computando sia le sedi sia le unità locali, sono 3.070, come dicono i dati riferiti all’inizio del 2024. La maggioranza si trova nell’area urbana del capoluogo (32%), seguita dalla pianura (27%) e da collina e montagna (entrambe con una quota pari al 17%). I bar si concentrano particolarmente nei comuni di Bergamo, Treviglio e Romano di Lombardia.
La media è di 2,8 bar ogni 1.000 abitanti, un dato in linea con la media regionale, ma il valore sale a 3,5 nelle zone montane e a 3,1 nell’area urbana, mentre scende a 2,4 in collina e in pianura. Caravaggio si distingue per il primato di 5,8 bar ogni 1.000 abitanti, il doppio della media provinciale, seguita da Calusco d’Adda con 4,6 e da Bergamo con 4,2.
Nel decennio si sono persi 374 bar, soprattutto nelle aree montane e in quella urbana.
Il totale di 3.070 bar si può suddividere in 2.329, che sono le imprese con sede in provincia di Bergamo, e 741, che è il numero complessivo delle unità locali. Una su cinque, per la precisione 143, fa capo a imprese con sede fuori provincia, le restanti sono afferenti alle 2.329 imprese bergamasche. Le unità locali erano 646 nel 2014, pertanto sono cresciute nel decennio con un tasso medio annuo del +1,5%. Le unità locali di imprese non bergamasche hanno registrato una crescita eccezionale, con un tasso medio annuo del +7,4%.
Parallelamente al calo complessivo dei bar, è anche calato il numero delle imprese. Le imprese bergamasche registrate con l’attività di bar e altri esercizi simili senza cucina erano 2.798 nel 2014, ora sono 2.329, ovvero 469 in meno per un calo del 17%. Rappresentano il 3% del totale delle imprese attive e la metà di quelle attive nella ristorazione. Il minimo della serie storica è stato toccato proprio alla fine del 2023. Non hanno invertito la tendenza calante neppure durante il biennio pandemico, periodo in cui invece il complesso delle imprese ha conosciuto una crescita in quanto le cessazioni sono state posticipate per godere delle misure di ristoro.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: "Osserviamo nei numeri del decennio due fenomeni interessanti: la concentrazione delle imprese bergamasche che gestiscono sempre più bar e la crescita vivace degli esercizi che fanno probabilmente parte di catene, desumibile dall’aumento delle unità locali che fanno capo a imprese non bergamasche. Il numero di bar in relazione agli abitanti è maggiore nelle aree montane e cittadine. A ciò possiamo dare una lettura che considera da un lato il ruolo del bar come offerta di servizi, oltre che di intrattenimento, per i lavoratori urbani e i visitatori; dall’altro la sua importanza come polo di aggregazione in ambito montano, a cui si affianca ancora una volta la sua valenza di servizio al turismo”.
Al 30 settembre 2024 in provincia di Bergamo erano 91.157 sedi di imprese registrate e 82.994 le imprese attive. Rispetto a un anno prima queste sono aumentate di 137 posizioni, riportando una lieve crescita dello 0,2%.
Rispetto a un anno fa, tutti i settori hanno registrato cali, in particolare manifattura, agricoltura e commercio e lievemente anche le costruzioni, con l’eccezione dei servizi che registrano un generale aumento (+2,0%). Nello specifico, hanno contribuito a questa crescita le attività professionali tecniche e scientifiche, le attività finanziarie e assicurative, i servizi di informazione e comunicazione, le attività artistiche, le altre attività di servizi, le attività di noleggio e agenzie di viaggio, le attività immobiliari, l’istruzione, la sanità e assistenza sociale e, infine, l’alloggio e la ristorazione. Cala lievemente il trasporto e magazzinaggio.
Delle 1036 imprese iscritte nel trimestre le più numerose sono dei servizi complessivamente considerati, che hanno avuto 335 nuove imprese, valore che rapportato al numero delle registrate dà un tasso di natalità pari a 0,9%. A seguire, le costruzioni, il commercio, la manifattura e l’agricoltura.
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “ Il terzo trimestre dell’anno esprime un dinamismo del tessuto imprenditoriale bergamasco che si legge nel saldo positivo delle imprese iscritte. Di conseguenza, le imprese attive registrano una lieve crescita. A trainarla sono i servizi, tra cui spiccano, come negli ultimi tre trimestri, i settori a elevato contenuto conoscitivo e anche i dati sugli addetti occupati confermano la vivacità del comparto. L’artigianato presenta invece una minore vitalità rispetto al complesso delle imprese, dovuta soprattutto al calo della manifattura”.
Nella giornata di lunedì 30 settembre in Sala Sestini sono stati premiati negozi, locali e botteghe artigiane che hanno svolto il proprio esercizio senza interruzioni per un periodo non inferiore a 40 anni. L'elenco completo:
ORTOPEDIA PELLETTERIA CUGINI | Albino |
DAL FORNAIO REGUZZI | Almè |
DIMENSIONI | Bagnatica |
PASTICCERIA GELATERIA PELIZZARI | Bariano |
PANIFICIO MARKET BRAVI | Bariano |
PASTICCERIA AL VALENTINO | Brembate di Sopra |
PANIFICIO PATELLI | Cenate Sotto |
AUTOFFICINA MONTI | Bergamo |
CALZATURE BELINGHERI | Bergamo |
LA CLESSIDRA | Bergamo |
LIO PELLEGRINI | Bergamo |
OL GIOPI’ E LA MARGI’ | Bergamo |
CIRCOLINO CITTA’ ALTA | Bergamo |
IL FIORAIO DEL BORGO | Bergamo |
PANIFICIO PASTICCERIA BERGAMO UNO | Bergamo |
RISTORANTE GENZIANELLA | Bracca |
TRATTORIA DENTELLA | Bracca |
PANIFICIO MIDALI | Branzi |
BAR TRATTORIA IMPERO | Brignano Gera d'Adda |
LAZZARINI ELETTRODOMESTICI | Brignano Gera d'Adda |
RADAELLI ARREDA | Calusco d’Adda |
CASTAGNA | Caravaggio |
LA BOTTEGA VERZEROLI CALZATURE | Castione della Presolana |
THOMAS MARKET | Castione della Presolana |
FARMACIA VARINELLI | Casazza |
RISTORANTE PIZZERIA SABI | Chiuduno |
RISTORANTE LA SOSTA | Cisano Bergamasco |
BAR RISTORANTE PIZZERIA SERENELLA | Colere |
LA BAITA | Colere |
GIOIELLERIA MAVER | Cologno al Serio |
PASTICCERIA GIANNI | Cologno al Serio |
MACELLO MACELLERIA BETTONI | Costa Volpino |
RISTORANTE HOTEL DAINA | Dalmine |
MAFFIULETTI | Dalmine |
OLDANI | Dalmine |
ONGARO ARREDA | Gazzaniga |
PASTICCERIA SCOTTI | Gazzaniga |
PANIFICIO PETROGALLI | Gromo |
BAR BELVEDEREBAR BELVEDERE | Gromo |
GL ACCONCIATORI | Lovere |
FRIGERIO BOMBONIERE | Mornico al Serio |
ARTE DEL PANE DI CUMINETTI | Nembro |
LE STAGIONI | Orio al Serio |
ARTE E FIORI ELISA MASSIMO MASCHERETTI LABORATORIO FLOREALE DAL 1982 | Osio Sopra |
DOVE IL LAVARE È ARTE | Paladina |
ARREDAMENTI GIURINI | Pianico |
PASTICCERIA BANI | Ponte Nossa |
BRENA | Ponte San Pietro |
TRATTORIA FALCONI | Ponteranica |
CASLINI CARROZZERIA VENDITA AUTOMOBILI | Ranica |
DARITEX | Rogno |
CASA DEGLI SPOSI | Romano di Lombardia |
RISTORANTE RONCOLA | Roncola |
PASTICCERIA BIGIO | San Pellegrino Terme |
POMPE FUNEBRI TASSIS | San Pellegrino Terme |
IL TAGLIERE | Santa Brigida |
GHIBESI | Schilpario |
MACELLERIA PIZIO | Schilpario |
RISTORANTE CAPRIOLO | Schilpario |
RISTORANTE SAN MARCO | Schilpario |
MACELLERIA SERPELLINI | Sovere |
DIMENSIONE UOMO ACCONCIATURE | Suisio |
MACELLERIA TEANI | Suisio |
RISTORANTE PAPILLON | Torre Boldone |
TRATTORIA PIZZERIA DA NISIO | Torre de’ Roveri |
COLORIFICIO CHINELLI | Urgnano |
FEDELI | Treviglio |
PIUMA D’ORO | Treviglio |
TAPPEZZIERE MAGNI | Valbrembo |
POLLERIA FRUTTA VERDURA | Verdellino |
SORELLE PILENGA | Verdellino |
TRE VALLI | Villa d’Almè |
AGENZIA FOTO E VIDEO S. MARCO | Villongo |
IMPERIAL BAR | Vilminore di Scalve |
CERIMBELLI | Zandobbio |
IL GIARDINAGGIO DI PREVITALI GIULIO | Zanica |
BAR SOLE | Zogno |
CALZOLERIA RINALDI | Zogno |
FARMACIA BRIGHENTI | Zogno |
LICINI ABBIGLIAMENTO | Zogno |
RISTORANTE DA TRANQUILLO | Zogno |
Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta una delle maggiori sfide per la società e per le imprese nell’ambito della transizione digitale, con numeri in significativa crescita anche in Italia. L’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano stima una crescita del 52% per il mercato nazionale dell’IA nel 2023. La Camera di commercio di Bergamo ha approfondito l’atteggiamento e la propensione verso questa tecnologia da parte delle imprese della provincia appartenenti ai settori dell’industria (imprese con almeno 10 addetti), dell’artigianato manifatturiero, dei servizi e del commercio al dettaglio (imprese con almeno 3 addetti).
In particolare, le imprese bergamasche che già utilizzano sistemi o apparecchiature di IA sono una minoranza, che va dall’esiguo 2% registrato nell’artigianato al 10% del commercio al dettaglio, mentre più numerose risultano quelle che intendono utilizzarli in futuro, con percentuali comprese tra il 6% dell’artigianato e il 18% dell’industria.
Considerando sia le utilizzatrici che quelle che prevedono di implementare l’IA in futuro, la quota di imprese coinvolte oscilla dal 20% al 25%, con l’industria (25%) che scavalca il commercio al dettaglio (22%) e a seguire i servizi (19%). Fa eccezione l’artigianato, dove l’interesse si rivela molto inferiore (8%) anche per via delle limitate dimensioni aziendali: la propensione all’utilizzo dell’IA è infatti correlata positivamente alla grandezza dell’impresa. Un confronto con i risultati registrati in Lombardia mostra come l’industria bergamasca evidenzi una propensione maggiore rispetto alla media regionale (23%), mentre viceversa il terziario orobico sconta un gap negativo rispetto ai settori lombardi del commercio al dettaglio e dei servizi (entrambi 27%).
Commenta il presidente di Bergamo Sviluppo Giacinto Giambellini: "L'Intelligenza Artificiale rappresenta una delle leve principali per la trasformazione digitale delle imprese, tuttavia i dati mostrano che molte realtà bergamasche sono ancora prudenti nell'adottarla. La Camera di commercio si pone l’obiettivo di sostenere le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, nell'avvicinarsi a queste tecnologie in modo consapevole. A tale scopo, Bergamo Sviluppo organizza specifici percorsi formativi fornendo loro gli strumenti necessari per comprendere appieno i benefici dell'IA" .
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel secondo trimestre totalizza 5.363 milioni di euro, con una variazione del -1,6% su base annua che rimane in territorio negativo. Le corrispondenti variazioni registrate dalla Lombardia e dall’Italia sono del +0,1% e del +0,5%.
Le importazioni sono state pari a 3.544 milioni (-0,7% tendenziale, contro -1,1% in Lombardia e 4,6% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.819 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.578 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.255 milioni, -2,6%), prodotti chimici (834 milioni, +2,5%), metalli di base (722 milioni, -11,6%), mezzi di trasporto (548 milioni, -1,2%), gomma e materie plastiche (492 milioni, -4,7%), apparecchi elettrici (382 milioni, +8,3%), alimentari (330 milioni, +1,5%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, +0,1%).
Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame l’area EU registra un decremento ( 3,1%), mentre i Paesi non UE sono in lieve aumento (+0,6%). Tra questi, la situazione è tuttavia variegata: al contributo negativo dei Paesi europei non UE e dell’Asia orientale fa riscontro un contributo positivo, di intensità maggiore, di Africa settentrionale, America centro-meridionale e Medio Oriente.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, le variazioni dei primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo sono negative con l’eccezione di Spagna e Regno Unito.
La variazione tendenziale dell'export semestrale bergamasco di macchinari verso l’Arabia Saudita è del +36%. Le esportazioni bergamasche di macchinari verso l’Arabia Saudita rappresentano ora una quota del 4% della stessa merceologia, in aumento di due punti rispetto all’anno scorso.
Le esportazioni semestrali bergamasche verso il Kirghisistan sono diventate 30 volte più alte in valore rispetto al 2022; quelle bresciane verso lo stesso Paese sono ora 47 volte più alte.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La variazione trimestrale rimane in campo negativo, tuttavia con un’intensità minore rispetto alla variazione cumulata semestrale, segnale che potrebbe preludere a un processo di rientro. La Lombardia, che ha iniziato a soffrire della contrazione del commercio internazionale prima di Bergamo, è già timidamente in positivo. Lo stesso movimento si riscontra nei numeri del nostro partner commerciale, la Germania. Si auspica che l’imminente calo del costo del denaro da parte della BCE e della FED dia nuovo slancio alla domanda” .
Nel secondo trimestre del 2024 si registra un rallentamento della dinamica positiva evidenziata dal terziario bergamasco negli ultimi tre anni, sebbene di intensità diversa nei due principali settori: i servizi rimangono infatti in espansione, sebbene con una variazione di fatturato su base annua che si riduce al +1,6%, mentre il commercio al dettaglio svolta in negativo archiviando un calo del -2,8%. Tale risultato conferma la migliore perfomance dei servizi negli ultimi anni, come evidenziato dall’andamento dell’indice, che ha raggiunto quota 132,7 (2015=100) con un incremento di circa 27 punti rispetto al periodo pre-Covid, mentre il commercio al dettaglio scende a 113,3, mantenendo un guadagno di circa 11 punti rispetto al 2019. L’andamento del fatturato del comparto commerciale è stato inoltre favorito dai prezzi, che in questo trimestre tornano a crescere in misura significativa (+2,8% congiunturale): al netto di questo effetto i volumi di vendita risultano in calo già da tempo. La spinta dei listini è stata meno marcata nei servizi, sebbene anche in questo caso l’inflazione tardi a manifestare chiari segnali di discesa (+1,3% la variazione congiunturale, in linea con gli ultimi trimestri). Il percorso “a ostacoli” di rientro dell’inflazione, oltre alla maggiore propensione al risparmio dei consumatori, che al momento sembrano sfruttare il recupero di potere d’acquisto più per ricostituire i propri livelli di ricchezza erosi dall’inflazione piuttosto che per incrementare i consumi, sono probabilmente alla base del peggioramento delle aspettative degli imprenditori.
Le imprese bergamasche dei servizi con almeno 3 addetti archiviano una crescita di fatturato pari al +1,6% su base annua, in ridimensionamento rispetto a quanto registrato nei primi tre mesi dell’anno (+2,6%) e nel 2023 (+4,9% la crescita media annua). Leggermente diversa la dinamica evidenziata dalle variazioni congiunturali, che essendo calcolate rispetto al trimestre precedente offrono un’indicazione della tendenza più recente: nel secondo trimestre la crescita si attesta al +0,4% dopo la stagnazione del primo trimestre (+0,1%). Al di là delle oscillazioni trimestrali, l’andamento dell’indice del fatturato conferma un rallentamento nella prima parte del 2024 dopo la crescita più robusta degli anni precedenti.
Un’analisi dell’andamento dei sotto-settori, per quanto da considerare con cautela per via della limitata numerosità campionaria, aiuta a comprendere le cause di questa frenata, che sembra dovuta all’esaurirsi della spinta fornita dalle attività di alloggio e ristorazione; continuano a crescere invece i servizi alle imprese.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’inflazione nei Paesi europei è scesa, ma non ha ancora stabilmente raggiunto l’obiettivo del 2% della BCE. La temuta recessione è stata per il momento scongiurata, tuttavia l’incertezza aumenta, l’economia risente dell’alto costo del denaro e i consumatori aumentano la propensione al risparmio comprimendo i consumi. Gli imprenditori esprimono ora una minore fiducia, visto che il percorso di rientro dell’inflazione e della crescita del potere d’acquisto ha tempistiche incerte”.
Tra aprile e giugno la produzione delle imprese industriali bergamasche con almeno 10 addetti è scesa del -2,5% su base annua e del -1,2% rispetto al trimestre precedente, accentuando la tendenza negativa che aveva caratterizzato i primi mesi del 2024 e buona parte del 2023. Il miglioramento che gli imprenditori avevano auspicato nella scorsa indagine non si è quindi ancora materializzato, con una domanda che resta debole nonostante il primo timido taglio del costo del denaro effettuato dalla BCE. Regge meglio l’artigianato, che dopo il calo del primo trimestre torna in territorio lievemente positivo (+0,5% la variazione su base annua e +0,3% su base trimestrale): nell’ultimo anno e mezzo l’indice della produzione artigiana è rimasto sostanzialmente stabile, accumulando un vantaggio di 5 punti su quello industriale (122,2 rispetto a 117,5). Dagli ordini provengono segnali contrastanti (in crescita per l’industria e in calo per l’artigianato), ma gli imprenditori sembrano aspettarsi una fase di debolezza ancora prolungata prima che gli effetti del previsto (e rimandato) taglio dei tassi di interesse dispieghi i suoi effetti su consumi e investimenti: le aspettative per il prossimo trimestre sono negative e in peggioramento per entrambi i comparti.
Nell’industria bergamasca la dinamica della produzione registra un peggioramento, archiviando la quinta variazione negativa consecutiva su base annua (-2,5%), nonché la più consistente tra quelle fin qui registrate. Il profilo delle variazioni congiunturali, calcolate cioè rispetto al trimestre precedente, evidenzia come la fase di calo sia iniziata già a fine 2022, per interrompersi brevemente a fine 2023 e riprendere con maggiore intensità nel 2024: anche in questo caso la flessione del secondo trimestre (-1,2%) risulta la più marcata di questa fase recessiva. Si tratta di un andamento in linea rispetto alle media nazionale, che ha visto una flessione congiunturale lievemente meno accentuata (-1%) ma un maggior calo tendenziale (-3,1%). Il numero indice della produzione orobica, calcolato ponendo pari a 100 il valore medio del 2015, scende così a quota 117,5, con una perdita cumulata di quattro punti rispetto al livello massimo raggiunto nel 2022, ma ancora 9 punti sopra i livelli pre-Covid.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’elevato costo del denaro e il prezzo dell’energia, ancora posizionato mediamente a circa il doppio del periodo pre-crisi, continuano a penalizzare il settore manifatturiero. Il quadro internazionale e il rallentamento di Germania e Francia, principali paesi europei destinatari del nostro export, sono ulteriori fattori negativi, che pesano soprattutto sul clima di fiducia e sulle aspettative. A livello territoriale, si notano diversi gradi di esposizione tra il comparto industriale e quello artigianale e poi tra i vari settori produttivi, dove il più colpito è proprio quello più rilevante per dimensione, ossia la meccanica” .
È pronto ed già in vendita su shop.piuprezzi.it, in formato digitale compatibile anche con i principali programmi di computo metrico, il listino aggiornato dei “Prezzi informativi delle opere edili”, che nella sua nuova edizione in uscita a luglio 2024, si conferma riferimento assoluto per i prezzi di edilizia e impianti nella provincia bergamasca.
Il listino, realizzato dalla Camera di commercio di Bergamo in collaborazione con Ance Bergamo, rileva i prezzi di più di 6.400 voci del mercato edile: materiali, manodopera, assistenze murarie, impianti tecnologici, contenimento energetico, sicurezza, tutela della salute e dell’igiene nei luoghi di lavoro.
I prezzi rilevati con riferimento al maggio 2024 registrano un incremento medio rispetto al settembre 2023 del +1,3% per quanto riguarda il settore dell’edilizia residenziale e del +1,9% per quanto concerne il settore dell’urbanizzazione.
Le variazioni più evidenti si riscontrano nelle opere da giardinaggio (+8.8%), nelle opere da tinteggiatore (+4.8%) e nei noleggi (+3.7%). Stabili, invece, le opere da serramentista, fabbro e vetraio, oltre agli impianti di climatizzazione e riscaldamento.
L’opera è frutto di un approfondito lavoro di revisione dei prezzi raccolti da oltre 100 informatori, svolto da apposite commissioni tecniche operanti in Camera di commercio e costituite da 26 esperti designati dalle associazioni di categoria, del mondo imprenditoriale e dagli ordini professionali del territorio. I prezzi di questa edizione si riferiscono al periodo precedente al maggio 2024.
Il listino dei “Prezzi informativi delle opere edili” viene fornito in modalità elettronica (file pdf, excel, html) attraverso il portale www.prezzibergamo.it oppure attraverso lo scarico di file da importare nei programmi di computo metrico più diffusi. Grazie a una WebApp, inoltre, il portale permette di creare preventivi online personalizzati. È disponibile anche una demo gratuita del nuovo listino.
“Prezzi informativi delle opere edili” si rivolge alle imprese edili e agli operatori nel mondo delle costruzioni quali ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e avvocati, oltre alle amministrazioni appaltanti quali Ministeri, Regioni, Comuni ed enti pubblici che devono redigere capitolati speciali d’appalto in quanto in esso sono contenute con esattezza e precisione le descrizioni di tutte le tipologie di materiali e lavori in ambito edile e i prezzi ufficiali necessari per un progetto edile.
Per informazioni e acquisti: tel. 02.8515.2115, assistenzaprezzi@infocamere.it.
Al 30 giugno 2024 in provincia di Bergamo erano 90.877 sedi di imprese registrate e 82.833 le imprese attive. Rispetto a un anno prima queste sono calate di 239 posizioni, proseguendo con un -0,3% il calo in atto da due anni.
Rispetto a un anno fa, tutti i settori hanno registrato cali, in particolare manifattura, commercio e costruzioni, con l’eccezione dei servizi che registrano un generale aumento (+1,6%). Nello specifico, hanno contribuito a questa crescita le attività professionali tecniche e scientifiche, le attività finanziarie e assicurative, i servizi di informazione e comunicazione, le attività artistiche, le altre attività di servizi, l’istruzione, la sanità e assistenza sociale, le attività di noleggio e agenzie di viaggio e le attività immobiliari. Continuano invece a calare l’alloggio e la ristorazione, il trasporto e magazzinaggio.
Le imprese iscritte più numerose del periodo sono dei servizi complessivamente considerati, che hanno avuto 438 nuove imprese, valore che rapportato al numero delle registrate dà un tasso di natalità pari a 1,2%. A seguire, in ordine di numerosità, le costruzioni, il commercio, la manifattura e l’agricoltura.
Rispetto alla nati-mortalità delle imprese, il secondo trimestre dell’anno si chiude con un saldo tra iscrizioni e cessazioni complessive positivo (+87 unità). Il saldo, depurato dalle cessazioni d’ufficio, risulta ancora più positivo (+431).
Rispetto alla forma giuridica, le società di capitali si confermano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale (+1,5%), mentre le imprese individuali e le società di persone flettono.
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “I dati dell’anagrafe camerale mostrano per il secondo trimestre dell’anno un quadro che testimonia la vivacità del tessuto imprenditoriale bergamasco. Il saldo positivo tra nuove aperture e chiusure è particolarmente evidente nel settore dei servizi, come è stato nei due trimestri passati. Proprio in questo settore aumentano anche le consistenze delle imprese attive. A crescere sono soprattutto le attività basate su conoscenza e innovazione, segnale che c’è un aumento della domanda per questa tipologia di servizi” .