Info su estero
Giovedì 21 Novembre 2024
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Info su estero
Sace, la società assicurativa pubblica per l'internazionalizzazione, ha pubblicato un report sul settore enologico, che rappresenta circa un quarto del valore dell'export agroalimentare italiano (24,3%).
Il report sottolinea il calo della produzione mondiale nel 2021, frutto essenzialmente di una forte contrazione dei principali Paesi produttori europei a causa di condizioni meteo avverse, solo in parte compensato dalla produzione record in America del Sud, Sudafrica e Australia.
Viene anche sottolineata l'ottima performance del settore sui mercati esteri: le vendite oltreconfine di vino hanno infatti chiuso il 2021 con un incremento del 12,4% rispetto allo scorso anno. Un'importante sezione si focalizza poi sulle previsioni sui tassi di crescita medi dei consumi per gli anni 2022 e 2023, incrociandole con la quota di mercato di vino italiano nei primi venti Paesi importatori di vino Made in Italy.
Si analizzano infine gli effetti delle sanzioni comunitarie sulle stime di crescita.
Il report è scaricabile dal sito di Sace a questo indirizzo: Vino: quando il Made in Italy fa la differenza.
La ripartenza della Libia è legata alla ripresa dell’attività estrattiva nel settore oil & gas, fase strategica per la ristabilizzazione e la ricostruzione del Paese; è un passaggio che oggi diventa rilevante anche per l’Italia a fronte dell’emergenza energetica innescatasi con l’invasione dell’Ucraina. L’intervista al Ministro del Petrolio libico delinea uno scenario critico, dove le imprese italiane possono offrire competenze, tecnologia e assistenza, note e apprezzate da sempre anche in Libia.
Consci della situazione in atto, la Camera di commercio ritiene necessario raccogliere una prima manifestazione d’interesse da parte di quelle imprese italiane disponibili ad essere attrici di questa opportunità. Chiediamo agli interessati di compilare la scheda (cliccare qui per scaricarla) per la selezione di aziende che parteciperanno a un primo incontro esplicativo e successivamente a una missione programmata a maggio in Libia.
Per chi non è ancora iscritto al Progetto Sei – sostegno all’export dell’Italia, chiediamo come primo passo al fine di una migliore organizzazione, di procedere con l'accesso alla piattaforma Progetto SEI (cliccare sul riquadro “Sei un’impresa interessata all’estero?” e inserire la password: progettosei e compilare con i dati dell’azienda). L'accesso alla piattaforma darà la possibilità, oltre che di essere sempre informati delle varie iniziative di sostegno all’export, di ricevere un Report/Piano Export gratuito che focalizzi un paio di mercati esteri di interesse dell’azienda.
Si apre il 9 maggio il nuovo bando a sostegno delle micro, piccole e medie lombarde (MPMI) per sviluppare e consolidare le loro posizioni sui mercati internazionali avvalendosi di digital export manager (DEM) e utilizzando lo strumento dell’e-commerce. Il contributo incentiva l’accesso a piattaforme cross border (B2B e/o B2C) e i sistemi e-commerce proprietari, come i siti aziendali e le app per dispositivi mobili per l’e-commerce.
Il bando, cofinanziato dalla Camera di commercio di Bergamo e dalle Camere di commercio lombarde insieme a Regione Lombardia, gestito da Unioncamere Lombardia, mette a disposizione 1.640.000 euro per cofinanziare le spese aziendali per potenziare il proprio export digitale con contributi a fondo perduto delle spese ammissibili, sino a un massimo complessivo di 8.000 euro per spese sostenute (al netto di IVA) a partire dal 1° gennaio 2022.
Sono previsti due tipi di intervento per le MPMI lombarde che intendono sviluppare e consolidare la propria posizione sul mercato internazionale in forma digitale, da realizzare entrambe nell’ambito dello sviluppo progettuale:
“In un contesto in cui le tecnologie digitali si sono definitivamente affermate come lo strumento principe delle micro, piccole e medie imprese che si aprono verso i mercati esteri” – afferma Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di commercio di Bergamo – “con questi incentivi si vuole dare appoggio alle imprese del territorio sulle strategie che esse giudicano più efficaci e attuali per il loro sviluppo.”
Le domande sono da presentare esclusivamente sul portale Telemaco con firma digitale dalle 11.00 del 9 maggio fino alle 12.00 del 17 giugno 2022 (salvo esaurimento anticipato delle risorse). Testo completo del bando e istruzioni per compilare la domanda sono disponibili su Unioncamere Lombardia. Per informazioni è possibile rivolgersi a: imprese@lom.camcom.it.
Il testo della presente pagina è stato spostato tra gli approfondimenti.
L’Amministrazione generale delle dogane della Repubblica Popolare Cinese (General Administration of Customs of the People’s Republic of China, GACC) ha stabilito che dal 1 gennaio 2022 le aziende esportatrici e produttrici estere di beni alimentari destinati ad essere importati in Cina debbano registrarsi presso la General Administration of Customs of China, estendendo un analogo obbligo già in vigore per alcuni comparti del settore alimentare.
Le modalità di registrazione variano a seconda della tipologia di prodotto esportato e del grado di rischio per la sicurezza alimentare e dei consumatori.
La nuova normativa cinese ha, inoltre, previsto nuovi requisiti per quanto riguarda l’imballaggio e l’etichettatura degli alimenti importati.
Per maggiori dettagli si rinvia alla pagina dedicata su World Pass, il sito della rete camerale degli Sportelli Internazionalizzazione delle Camere di Commercio.
Il 9 settembre 2021 è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2021/821 sul controllo delle esportazioni, dell’intermediazione, dell’assistenza tecnica, del transito e del trasferimento di prodotti a duplice uso (o beni duali o dual use), ovvero di beni, software e tecnologie che possono essere utilizzati sia per scopi civili, sia in ambito militare.
Il nuovo Regolamento amplia il catalogo dei beni e dei servizi sottoposti ad autorizzazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con l’obiettivo di ridurre i rischi connessi a terrorismo internazionale, proliferazione di armamenti e violazione dei diritti umani.
Tra le principali novità portate dal nuovo regolamento si segnala:
Per un approfondimento, si veda l’articolo dedicato sull’ultimo numero di Mercato Globale, la newsletter per l’internazionalizzazione del sistema camerale lombardo.
Le aziende produttrici o distributrici che esportano prodotti confezionati in Germania, sono obbligate ad associarsi ad un sistema duale per garantire la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio.
In Germania esiste una normativa che regola lo smaltimento degli imballaggi: la Verpackungsgesetz – VerpackG. Essa è entrata in vigore il 1° gennaio 2019 e prevede, nel 2022, degli importanti aggiornamenti riguardanti gli imballaggi a perdere per bevande e l’obbligo di partecipazione al sistema duale tedesco.
In cooperazione con ITKAM – Camera di Commercio Italiana per la Germania vi proponiamo un breve momento informativo sulle novità riguardanti lo smaltimento degli imballaggi una volta immessi sul mercato tedesco. L'evento online si terrà martedì 9 novembre 2021 dalle 16.30 alle 17.30. La partecipazione è gratuita.
Per registrarsi: Germania: webinar normativa smaltimento imballaggi.
L’ Agenzia ICE ha stipulato un accordo con Alibaba, il portale di export digitale rivolto ai buyer internazionali che rappresenta la piattaforma leader mondiale per il commercio B2B, grazie ai suoi 150 milioni di utenti registrati e 26 milioni di buyer attivi.
Grazie all’accordo le piccole e medie imprese italiane in possesso di requisiti minimi possono accedere, senza costi di accesso per i primi 24 mesi, in una sezione dedicata all'offerta del Made in Italy.
La domanda di accesso può essere presentata entro il 2 novembre 2021.
Maggiori informazioni sul sito web dell’ICE.
Facendo seguito alla precedente comunicazione si forniscono qui di seguito gli ultimi aggiornamenti ricevuti in merito agli adempimenti introdotti dalle autorità egiziane. La pre-dichiarazione ACI diventerà obbligatoria a partire dal 1 ottobre 2021, al momento esclusivamente per le merci trasportate via mare.
Resta confermato che tutti i dati e i documenti relativi all'operazione di esportazione devono essere trasmessi alle Autorità egiziane attraverso la apposita piattaforma almeno 48 ore prima della partenza del carico dal Paese esportatore. I dati richiesti sono essenzialmente: denominazione, tipologia di esportatore (società, affiliato o altro), indirizzo completo e indirizzo di posta elettronica dell'esportatore, numero di registrazione come esportatore autorizzato, partita IVA dell'importatore, codice del porto di esportazione, dati del carico, dati di fatturazione, codice HS, quantità/peso delle merci.
Una volta che l'importatore avrà caricato tutti i dati richiesti attraverso il sito dello Sportello unico nazionale per l’agevolazione del commmercio estero egiziano – Nafeza, l'importatore stesso e la banca riceveranno via e-mail il codice ACID, che dev’essere riportato sulla polizza di carico e sulla fattura commerciale. Tali documenti devono inoltre riportare il numero di partita IVA dell'importazione e quello di registrazione dell'esportatore nel proprio Paese. Qualora fosse richiesto, tali informazioni possono essere riportate nella casella 5 "Osservazioni" del certificato di origine. Per maggiori dettagli in proposito si veda il riquadro dedicato all’Egitto nel su questo sito.
Infine, gli esportatori sono invitati ad apporre sulle scatole e sugli imballaggi dei prodotti un "codice GS1", codice a barre di 14 cifre che garantisce la tracciabilità e l'identificazione delle merci. Il sistema GS1 interagisce direttamente con il sistema ACI. Qualora non sia possibile l'utilizzo del codice GS1, l'esportatore ha comunque l'obbligo di specificare in fattura il prodotto e il numero del relativo lotto.
Il Governo britannico ha posticipato al 1º gennaio 2023 l’obbligo di marcatura dei prodotti con il nuovo marchio di conformità UKCA, che sostituirà il marchio europeo CE. Il rinvio è dettato dalla necessità di andare incontro alle imprese d’oltremanica che già lottano con l’impatto della pandemia e con gli impatti dell’uscita del Paese dall’UE.
Fino a tale le imprese comunitarie potranno continuare a vendere sul mercato britannico le merci marcate CE e avranno un anno di tempo in più per adeguarsi alla nuova marcatura.