Venerdì 27 Dicembre 2024
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Nel terzo trimestre in calo anche le aspettative degli industriali, maggiormente esposti al peggioramento della situazione economica internazionale. Più ottimisti gli artigiani.
La rilevazione della Camera di commercio nel terzo trimestre 2023 conferma l’andamento negativo della produzione delle imprese industriali, che rispetto allo stesso periodo del 2022 registrano una variazione pari al -2,8%, mentre le imprese artigiane mostrano una situazione di sostanziale stabilità (-0,1%). Il diverso andamento dei due settori manifatturieri è confermato dalla variazione congiunturale della produzione, che misura lo scostamento rispetto al trimestre precedente e fornisce quindi un’indicazione della tendenza più recente: l’industria archivia infatti il terzo segno negativo consecutivo (-0,4%) a fronte del recupero evidenziato dall’artigianato (+0,3%) dopo il calo del secondo trimestre. Il numero indice si attesta rispettivamente a 118,7 e 114,8, restando per entrambi i comparti oltre dieci punti al di sopra dei livelli pre-Covid.
Dagli indicatori anticipatori giungono indicazioni non sempre univoche: nell’industria gli ordini sono stabili ma le aspettative mostrano un ulteriore peggioramento, toccando i livelli minimi degli ultimi tre anni, mentre nell’artigianato gli ordinativi sono in ripresa e anche le aspettative segnano un miglioramento per la maggior parte delle variabili, pur restando in area negativa. Le prospettive a breve termine sono comunque caratterizzate da un probabile proseguimento della fase di debolezza della domanda, che in questo momento sembra colpire più intensamente l’industria, sia per il maggior peso di alcuni settori energivori, ancora in grande difficoltà, sia per l’esaurimento della spinta fornita dalla domanda estera a seguito della brusca frenata del commercio mondiale.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Rispetto a un anno fa le tensioni del mercato energetico si sono ridimensionate, e ci si attende una decelerazione dell’inflazione guidata dai settori manifatturieri energivori e maggiormente esposti alla concorrenza. Le economie della zona euro sono in rallentamento e la Germania, importante partner commerciale del nostro territorio, è in recessione. Questo spiega la flessione della produzione industriale, che tocca specialmente le imprese medio-grandi, più esposte al rallentamento della domanda internazionale”.