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Venerdì 22 Novembre 2024
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La battuta d’arresto della produzione manifatturiera in provincia di Bergamo – confermata dai segnali di rallentamento del ciclo economico in Lombardia, in Italia e nell’Eurozona – e la persistente debolezza dei consumi e della domanda interna richiedono molta attenzione nell’attuale contesto di incertezza sulle politiche nazionali ed europee e un impegno corale per sostenere con ancora maggior determinazione le azioni di sistema per lo sviluppo della bergamasca.
“Restiamo convinti della necessità di portare avanti le politiche per l’innovazione delle imprese (con il Punto Impresa Digitale), di non fare passi indietro sull’indispensabile formazione delle risorse umane chiamate a gestire le nuove tecnologie e sull’alternanza scuola e lavoro, di coordinare nel Tavolo per lo sviluppo le azioni di promozione dell’attrattività e di valorizzazione del nostro territorio con il coinvolgimento di Regione Lombardia”, così commenta il presidente Malvestiti i risultati dell’analisi congiunturale dell’economia bergamasca nel terzo trimestre 2018
Il quadro economico del terzo trimestre non è del tutto negativo: gli ordini dall’estero sono ancora in aumento, nonostante le tensioni nel commercio internazionale, l’occupazione industriale tiene e i servizi, escluso il commercio al dettaglio e i servizi alla persona, registrano un aumento del volume d’affari.
Il 2018 si chiuderà con ogni probabilità con un risultato medio complessivo per Bergamo ancora nettamente positivo. Il rischio, presente nelle aspettative dei nostri imprenditori, è però che la decelerazione a fine anno finisca per zavorrare la dinamica di avvio del 2019 e indebolire il clima di fiducia delle imprese e dei consumatori.
Il trimestre si chiude con 95.385 imprese registrate in provincia di Bergamo. Lo stock delle imprese attive (85.152) è in calo tendenziale (-233 posizioni pari al -0,3% su base annua) da due anni a questa parte.
Nel periodo considerato si sono avute 1.001 nuove iscrizioni (+3,6% su base annua) e 874 cessazioni (-3,0%), con un saldo positivo di 127 unità (+65 nel corrispondente periodo del 2017).
Le imprese registrate aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+2,9%). Diminuiscono le società di persona (-2,3%), le imprese individuali (-1,3%) e le altre forme giuridiche (-0,4%), in prevalenza cooperative.
Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive, conferma la tendenza alla forte crescita su base annua delle imprese straniere (+2,2%), al lieve aumento delle imprese femminili (+0,4%) e alla flessione (-3,8%) delle imprese giovanili.
In riduzione le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 296 nel terzo trimestre del 2018, in confronto alle 317 del corrispondente trimestre del 2017.
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel secondo trimestre 2018 ha raggiunto i 4.219 milioni, con un incremento del +6,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, +7,6 verso l’Unione Europea e +4,4 verso paesi non appartenenti alla UE.
Le importazioni sono state pari a 2.408 milioni (+6,8 per cento su base annua, +7 dalla Ue e +6,3 da paesi extra UE). La dinamica tendenziale dell’export è in rallentamento da tre trimestri consecutivi ma si mantiene su livelli sostenuti sul mercato UE, mentre verso l’area Extra-UE la crescita è più contenuta.
Nel primo semestre dell’anno l’export ha toccato gli 8.169 milioni, con una crescita tendenziale del +6,6%, e l’import i 4.923 milioni (+9,1% su base annua), con un saldo positivo di 3.246 milioni, superiore al saldo della prima metà del 2017.
Il secondo trimestre 2018 si chiude con 95.259 imprese registrate in provincia di Bergamo. Lo stock delle imprese attive (85.109) è in calo tendenziale (-276 posizioni pari al -0,3% su base annua) da due anni a questa parte. Tra aprile e giugno si sono avute 1.292 nuove iscrizioni (-4,9% su base annua) e 955 cessazioni (-12,2%), con un saldo positivo di 337 unità (271 nel corrispondente periodo del 2017). Le imprese registrate aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+2,1%). Diminuiscono le società di persona (-1,9%), le imprese individuali (-1,2%) e le altre forme giuridiche (-0,6%), in prevalenza cooperative.
Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive, conferma la tendenza alla forte crescita su base annua delle imprese straniere (+2,5%), al lieve aumento delle imprese femminili (+0,2%) e alla flessione (-4,3%) delle imprese giovanili. In riduzione le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 294 nel secondo trimestre del 2018, in confronto alle 334 del corrispondente trimestre del 2017.
Il rapporto diffuso oggi sui portali web di Camera di commercio e Provincia di Bergamo presenta un quadro informativo sul mercato del lavoro in provincia per il primo trimestre 2018. Nel primo trimestre 2018 gli avviamenti in provincia di Bergamo sono stati 35.420 (+7,5% sullo stesso trimestre del 2017) e le cessazioni 30.098 (+16,1% su base annua). Il saldo tra avviamenti e cessazioni è stato positivo per 5.322 unità ma inferiore a quello (7.036) registrato nel primo trimestre dell'anno scorso.
Risultano in forte crescita (da 2.274 nel primo trimestre 2017 a 4.275 nel primo trimestre 2018) le trasformazioni (che riguardano in misura preponderante la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato) e le proroghe (11.896 contro le 9.055 di un anno prima) di contratti a tempo determinato.
Per quanto riguarda i settori, il saldo complessivo di 5.322 è in gran parte attribuibile all'industria (+2.964 contro i +3.263 del 1° trimestre 2017) e al commercio e servizi (+1.541 in marcata diminuzione rispetto ai +3.110 dell'anno prima). L'agricoltura contribuisce con un saldo a +414, in calo tendenziale, e l'edilizia con +404, in aumento su base annua.
Per le tipologie contrattuali, e limitandosi agli avviamenti non essendo incluse nei saldi le trasformazioni, le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 1.359 (+5% su base annua), a tempo indeterminato 7.641 (+2,1%), a tempo determinato 16.861 (+7,4%), con lavoro a progetto 705 (+4,3%), con contratto di somministrazione 8.854 (+13,5%).
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel primo trimestre 2018 ha raggiunto i 3.951 milioni, con un incremento del +6,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, +9,2 verso l’Unione Europea e +2,7 verso paesi non appartenenti alla UE.
Le importazioni sono state pari a 2.515 milioni (+11,4 per cento su base annua, +11,7 dalla Ue e +10,7 da paesi extra UE) con un’accelerazione marcata negli ultimi tre trimestri.
Per quanto riguarda i contributi più rilevanti, per prodotto e area geografica, alla variazione complessiva dell’export di Bergamo si distinguono le esportazioni di macchinari nell’Eurozona (+1,46 punti percentuali sui 6,8 totali), metalli di base e prodotto in metallo nell’area Euro (+1,34), macchinari destinati al Medio oriente (+1,04) e all’Asia centrale (+0,97), articoli in gomma e plastica verso l’Eurozona (+0,67), mezzi di trasporto nell’intera area dell’Unione Europea. Sottraggono punti alla crescita le esportazioni di macchinari verso l’Asia orientale (-0,95) e il Nord Africa (-0,36).
Dopo un trimestre finale del 2017 caratterizzato da una forte accelerazione era forse inevitabile, al giro di boa dell'anno, una stabilizzazione della crescita su ritmi più contenuti, anche se sempre molto positivi: la variazione su base annua della produzione industriale bergamasca al +3,8% nel primo trimestre del 2018, dopo il +6,7% precedente, conferma per il decimo trimestre consecutivo un ciclo in ripresa nonostante la battuta d'arresto congiunturale che trattiene l'indice della produzione a quota 106,5.
I segni della produzione a Bergamo sono coerenti con quelli del fatturato e degli ordinativi: tutti convergono nell'indicare il proseguimento della ripresa a un ritmo meno vivace rispetto a quello dello scorcio finale del 2017.
Alla stabilizzazione di produzione e domanda si accompagna un'espansione dell'occupazione industriale che nel primo trimestre dell'anno cresce in misura notevole, con un tasso d'ingresso che non si vedeva da tempo.
L'ampiezza stabile e rassicurante dell'indice di diffusione della ripresa, l'andamento sostenuto delle assunzioni e le aspettative positive sull'evoluzione delle principali variabili nel prossimo trimestre tracciano un quadro di tenuta e di consolidamento della congiuntura produttiva per Bergamo.
Gli indicatori dell'artigianato manifatturiero, anch'essi in relativo rallentamento (la produzione segna -0,1% nel trimestre, +1,1% su base annua), confermano una fase positiva per le imprese più piccole della filiera produttiva, con risvolti positivi anche sul versante occupazionale.
Segnali meno positivi provengono invece dall'andamento del commercio e dei consumi.
Nei servizi diversi dal commercio al dettaglio il quadro congiunturale è più diversificato. Nel complesso, e dando per scontato un livello dell'indice più basso a Bergamo rispetto alla media regionale, il volume d'affari mostra anche nei servizi una battuta d'arresto su base trimestrale (0,1% a Bergamo non lontana dal dato regionale) e una progressione (+2%) ancora consistente su base annua, meno vivace rispetto alla precedente indagine.
Nell'edilizia infine si registra un dato positivo e in miglioramento a livello regionale (+4,3% su base annua) e provinciale e aspettative ancora prevalentemente positive sul prossimo trimestre.
Lo sforzo comune di Camera di commercio e Provincia di Bergamo, in accordo con le iniziative e le collaborazioni attivate dal Patto per lo sviluppo e la competitività di Bergamo, è di proporre all’attenzione pubblica e alle parti sociali un’integrazione di alcune delle molte fonti informative disponibili sull’occupazione nel nostro territorio, senza alcuna pretesa di esaurire l’analisi e la discussione sulle molteplici dimensioni e problematiche del lavoro.
Emerge dai dati del 2017 un quadro di miglioramento tendenziale del mercato del lavoro locale: aumentano sensibilmente gli occupati residenti in provincia, si riduce l’area della disoccupazione, anche quella giovanile, la partecipazione al mercato del lavoro risale senza però colmare un persistente divario di genere.
Al contempo, la qualità e la stabilità del lavoro che si rigenera dopo un lunghissimo periodo di crisi economica e sociale deve essere verificata nella capacità di tenuta dell’occupazione nel corso di quest’anno e nella corrispondenza tra le competenze che si mettono in gioco in un mercato del lavoro più dinamico e frastagliato e le nuove professionalità sollecitate dall’evoluzione tecnologica.
Le importazioni sono state pari a 8.960 milioni, +8% su base annua, contro variazioni del +9% a livello nazionale e +8,1% in regione. Il saldo complessivo della bilancia commerciale di Bergamo nel 2017 è positivo per 6.474 milioni, in ulteriore aumento rispetto al saldo dell’anno precedente. Tra i settori più importanti per valore assoluto delle vendite all’estero, i macchinari.
L’export complessivo per area geografica di destinazione cresce sensibilmente verso il Nord America (+17,1%) e l’Asia Centrale (+16,8%). Cala invece verso l’intera area africana.
L’export destinato all’Eurozona aumenta del +5,4% e la Germania resta il principale mercato di sbocco, seguita dalla Francia e dalla Spagna. In forte aumento le esportazioni destinate agli USA e alla Polonia. In calo l’export verso il Regno Unito (-3,8%), i Paesi Bassi e la Turchia.
Altri interessanti dati sull’evoluzione del commercio estero bergamasco nel rapporto completo sull'Interscambio commerciale con l'estero della provincia di Bergamo - anno 2017 (pdf)
Il ruolo attivo delle donne nel tessuto imprenditoriale del territorio bergamasco è espresso dalla presenza, nel 2017, di 18.695 imprese femminili, che rappresentano il 19,6% del totale delle imprese registrate a Bergamo: come dire che un'impresa su cinque è rosa. L'imprenditoria femminile si caratterizza per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi, dove operano circa i due terzi (69,5%) delle imprese attive.
Malgrado la crisi, il numero delle imprenditrici è cresciuto nel 2017 (nel 2014 erano 18.452). Questi dati offrono la misura del ruolo importante che le imprese femminili hanno nell'economia bergamasca. Diffusa anche la presenza di imprenditrici donne provenienti da altri Paesi: sono infatti l'11,5% delle imprese femminili. Inoltre, il 14% delle imprese femminili sono guidate da under 35.
Ecco perché, comprendendo il valore e le potenzialità delle donne d'impresa, da anni l'ente camerale bergamasco, attraverso anche il Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità Femminile, investe su una cultura imprenditoriale che fa della partecipazione femminile un irrinunciabile punto di riferimento.
Consulta l'Indagine sull'imprenditoria femminile bergamasca (pdf).