Venerdì 27 Dicembre 2024
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L’operazione renderà accessibile al pubblico più di 36.000 fotografie che documentano la storia economica e sociale della provincia di Bergamo
La Camera di commercio ha deciso di mettere a disposizione del pubblico la sua collezione fotografica e lo farà grazie alla collaborazione con il Museo delle storie di Bergamo, che vanta un’esperienza specifica e alte competenze nella valorizzazione del patrimonio iconografico bergamasco.
Il fondo fotografico documenta le varie fasi dello sviluppo economico della provincia nel corso degli ultimi 150 anni. Le fotografie raccontano il ruolo che ha svolto la Camera di commercio in affiancamento al mondo economico e il contributo che ha apportato allo sviluppo imprenditoriale del territorio.
Le foto più antiche riguardano la nascita dell’industrializzazione tessile sul finire dell’Ottocento, in particolare la vita dello stabilimento di Crespi d’Adda, fondato negli anni 1870 in un’ansa vede fra due corsi d’acqua. Le strutture del villaggio operaio, che è stato inserito nel 1995 nella lista Unesco del Patrimonio mondiale dell’umanità, si vedono animate dagli operai al lavoro o in posa nei momenti aggregativi del dopolavoro.
Il graduale espandersi della produzione industriale non avrebbe obliterato per diversi decenni ancora i mestieri tradizionali come il cestaio o l’attività delle miniere di Schilpario o il mondo della pastorizia, immortalati in altrettanti scatti in bianco e nero fino agli anni 1950. Ma già un decennio dopo sono le immagini della siderurgia che dominano il quadro tramandatoci da questo archivio, con scatti di visite ufficiali agli impianti dell’acciaieria per eccellenza della nostra provincia, quella di Dalmine.
Con gli anni del miracolo economico italiano l’ormai generalizzata industrializzazione completava la trasformazione non solo della realtà produttiva bergamasca, ma degli stili di vita, dei costumi e della società. Anche l’ambiente naturale veniva a risentire di questa epocale trasformazione: una serie di scatti ritraggono il problema dell’inquinamento industriale negli anni 1980, quando la sensibilità per questa tematica non aveva ancora aperto una breccia nelle coscienze né era stata accolta dalla normativa. Le discariche abusive, il riversamento dei reflui industriali non trattati nei corsi d’acqua, il deterioramento della natura vengono denunciati da una serie di immagini che risalgono a solo 40 anni fa, ma che fortunatamente ci sembrano appartenere a un altro mondo.
Per altro verso la trasformazione del territorio e delle sue infrastrutture, spesso con la partecipazione della Camera di commercio, è documentata da fotografie che mostrano angoli della città riconoscibili per gli edifici, mentre balza all’occhio il traffico stradale di veicoli antiquati e l’abbigliamento delle persone di un’epoca passata.
È del 1955 l’inaugurazione della Sala contratti della Camera di commercio in Piazza della Libertà: qui il lunedì era giornata di contrattazioni e la piazza della Libertà si riempiva degli automezzi dei mediatori che trattavano le derrate.
Il caso dell’aeroporto di Orio al Serio è emblematico. Negli scatti dei primi anni 1970 è praticamente impossibile riconoscere quello è diventato il terzo aeroporto italiano per numero di passeggeri.
Un ultimo aspetto toccato dalla selezione dell’archivio è legato a un ruolo che l’ente camerale ha svolto nel tempo con convinzione e impegno e che ha ultimamente si è arricchito di nuove connotazioni con il tema dell’alternanza scuola lavoro, ovvero dei percorsi per le competenze trasversali per l’orientamento. La formazione e la qualificazione delle maestranze e delle risorse umane è documentata da immagini degli studenti della Scuola edile impegnati in misurazioni di campo e dei partecipanti al corso di meccanografia, una tecnologia di punta per quell’epoca ormai passata, che visitano gli uffici dell’Elettrica Orobica.
Con la firma della convenzione la Camera di commercio concede in comodato al Museo delle storie di Bergamo il fondo fotografico costituito da nove album e 26 faldoncini. Lo scopo è di rendere fruibile l’archivio di immagini al grande pubblico, arricchendo il patrimonio del nuovo Museo della Fotografia Sestini allestito nei locali climatizzati del convento di San Francesco in piazza Mercato del Fieno. In tutto questo materiale si potrà leggere un percorso di progresso che anche la Camera di commercio ha contribuito a produrre.