Venerdì 22 Novembre 2024
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Tasso di crescita positivo nell’ultimo decennio si contrappone alla contrazione del totale delle imprese. Il tasso di crescita delle società di capitali straniere è particolarmente elevato, ma tre su quattro sono ancora imprese individuali.
Sono aumentate nel decennio che va dal 2013 al 2022 le imprese straniere attive a Bergamo, al contrario delle imprese totali, che hanno avuto una dinamica complessivamente decrescente. A fine dicembre 2022 le imprese straniere attive a Bergamo erano 8.772, circa l’11% delle imprese totali, che è una quota comunque inferiore rispetto alle corrispondenti in Lombardia e in Italia.
Un calo delle consistenze si è registrato invece dal 2021 al 2022 e per le imprese straniere è stato particolarmente forte. Infatti se le imprese totali sono diminuite del 2%, quelle straniere sono scese addirittura dell’8%. Dietro questo fenomeno si possono individuare due cause: da un lato, la normalizzazione delle iscrizioni e delle cessazioni dopo la pandemia; dall’altro, l’avvio della pulizia degli archivi che ha spazzato un buon numero di posizioni inattive.
Le iscrizioni di imprese straniere nel 2022 sono state 1.072 - in aumento dell’11% rispetto all’anno precedente - e rappresentano il 21% delle iscrizioni totali. Le cessazioni, circa il 16% delle cessazioni totali, sono state 1.831, ma di queste 1.143 sono avvenute d’ufficio. Più della metà delle cessazioni di imprese straniere è quindi avvenuta d’ufficio, mentre per il totale delle imprese questa quota è stata di circa un terzo del totale.
Il tasso di natalità delle imprese straniere risulta pari all’11% nell’ultimo anno, di poco inferiore a quello della Lombardia, ma superiore a quello nazionale. Per il totale delle imprese, invece, questo tasso è stato pari al 5,4%. Fino al 2021 entrambi i tassi sono andati calando, ma nel 2022 il tasso delle imprese straniere ha registrato una crescita di quasi due punti percentuali.
Il tasso di mortalità delle imprese straniere, escludendo le cessazioni d’ufficio, è stato pari al 7% nel 2022, superiore a quelli regionale e nazionale. Come per il totale delle imprese, la curva decennale mostra nell’ultimo triennio una dinamica fortemente influenzata dalle misure di sostegno all’economia durante la pandemia, che ha portato a un incremento delle iscrizioni e un congelamento delle cessazioni.
Il 39% delle imprese straniere attive ha sede in pianura mentre le imprese attive totali si concentrano soprattutto nell’area urbana. Quest’ultima è la seconda ripartizione territoriale per numero di imprese straniere ed è seguita dalla collina e dalla montagna. Nel decennio l’area urbana però è cresciuta di più sotto il profilo delle imprese straniere. Anche la pianura e la collina hanno avuto tassi di crescita positivi, mentre la montagna ha registrato un lieve valore negativo, determinato dalla drastica diminuzione del 2022.
Rispetto all’attività economica esercitata, la maggior parte delle imprese straniere si concentra nei servizi (35%); a seguire si trovano il commercio (22%), le costruzioni (25%), la manifattura (10%). Nei servizi si tratta soprattutto di alloggio e ristorazione, poi noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. Nel commercio prevale la divisione del commercio al dettaglio. Nel decennio sono cresciuti soprattutto il commercio e i servizi. Questi ultimi hanno sorpassato il commercio in termini di consistenze assolute nel 2017.
Tre imprese straniere su quattro sono imprese individuali, solo una su cinque è una società di capitali. Anche la forma giuridica mostra una differenza strutturale rispetto al complesso delle imprese perché tra le imprese straniere resta largamente prevalente l’impresa individuale con un’incidenza del 75%, laddove per il totale delle imprese questa è al 50%. La società di capitali rappresenta la seconda modalità organizzativa preferita dalle imprese straniere con un’incidenza del 17%, circa la metà del dato riferito al totale delle imprese. Con un aumento medio annuo del 9% nel decennio, le società di capitali straniere hanno registrato la crescita maggiore sulle altre forme giuridiche e sul corrispondente valore delle società di capitali totali.
Rispetto alla nazionalità l’85% è extra UE, mentre il restante 15% è di nazionalità comunitaria. Solo per le imprese individuali è possibile suddividerle per Paese di nascita del titolare. La classifica vede il Marocco in prima posizione (18%), seguito da Cina (10%), Romania (9%), Albania (8%), Senegal (6%), Pakistan (5%), Svizzera (5%), Egitto (5%), Nigeria (4%) e India (3%).
Le imprese individuali i cui titolari sono nati in Albania, Egitto, Romania e Svizzera sono attive soprattutto nel settore delle costruzioni. Quelle con titolari nati in Marocco, India, Nigeria, Pakistan e Senegal sono prevalentemente attive nel commercio. Le imprese individuali con titolari nati in Cina operano soprattutto nel manifatturiero.
Per la Camera di commercio l’impresa si definisce straniera quando il suo titolare ovvero chi ne esercita il controllo e la gestisce è nato fuori dai confini italiani. Nel caso di una pluralità di persone, come succede per le società, questa circostanza si verifica in capo alla maggioranza delle persone coinvolte. Non è possibile fare riferimento al criterio nazionalità perché questo dato non è disponibile nel Registro delle imprese. Di conseguenza, alcune delle imprese definite straniere potrebbero essere in realtà detenute da cittadini italiani naturalizzati o da cittadini italiani nati all’estero.
Commenta il segretario generale M. Paola Esposito: “Nell’ultimo decennio a Bergamo l’imprenditoria straniera è cresciuta ed è diventata un elemento strutturale dell’economia locale. Le imprese straniere si caratterizzano per una forte prevalenza di imprese individuali, indice di minore solidità, da mettere in relazione anche con l’alto numero di cancellazioni d’ufficio disposte l’anno scorso. D’altra parte, le società di capitali straniere presentano un tasso di crescita superiore al totale delle imprese e questo ci dà la misura di un parallelo processo di evoluzione del fenomeno.”