Mercoledì 11 Dicembre 2024
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Nel primo trimestre 2022 il fatturato delle imprese bergamasche del terziario con almeno 3 addetti mostra una variazione su base annua ancora ampiamente positiva: nei servizi, in particolare, la variazione rispetto allo stesso periodo del 2021 è pari al +20,6%, mentre nel commercio al dettaglio la crescita risulta del +6,4%.
Il confronto con i livelli del quarto trimestre 2021 evidenzia però una dinamica in rallentamento: se nei servizi l’incremento congiunturale resta comunque significativo (+1%), nel commercio al dettaglio, che già nella seconda parte del 2021 aveva mostrato un andamento stagnante, si registra un segno negativo (-0,6%). Il numero indice, che esprime i livelli di fatturato rispetto all’anno 2010 (posto uguale a 100), per i servizi raggiunge quota 103,7, il valore più elevato degli ultimi anni, mentre nel commercio al dettaglio scende a 91,1, restando comunque superiore ai livelli pre-pandemia. Il cambio di scenario registrato a inizio 2022 è legato soprattutto alla forte crescita dei prezzi, che risulta estesa a tutti i comparti analizzati e che deve indurre cautela nell’analisi delle variazioni di fatturato, condizionate dall’accelerazione dei listini. Un livello elevato e persistente di inflazione, combinato ai timori relativi alla situazione internazionale, potrebbe inoltre comprimere la domanda interna e i consumi delle famiglie. Nonostante questi fattori di rischio, le aspettative degli imprenditori, che per il commercio al dettaglio erano già diminuite nel trimestre precedente, non segnalano un evidente deterioramento del clima di fiducia.
Il fatturato delle imprese dei servizi continua a crescere anche nei primi tre mesi del 2022, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto agli incrementi registrati nei trimestri precedenti. Tale dinamica risulta allineata alla media regionale: in Lombardia il fatturato su base annua è in crescita del +20,8%, mentre la variazione congiunturale si attesta al +0,8%.
La crescita è guidata dai servizi alle imprese e, soprattutto, dal commercio all’ingrosso, anche per via del forte incremento dei prezzi, mentre le attività di alloggio e ristorazione non hanno ancora recuperato i livelli pre-crisi, nonostante il forte rimbalzo del fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando le restrizioni anti-Covid erano ancora stringenti).
Il commercio al dettaglio appare come il settore maggiormente colpito dal peggioramento della congiuntura economica evidenziatosi a inizio 2022, anche se già la seconda parte dello scorso anno aveva mostrato chiari segni di rallentamento. La variazione congiunturale negativa registrata a Bergamo trova conferma nel dato medio regionale (-1,1%), mentre il confronto su base annua evidenzia per la Lombardia una crescita maggiore (+9,9%).
Dal punto di vista settoriale il maggiore incremento su base annua si registra negli esercizi non alimentari, che hanno sostanzialmente recuperato i livelli di fatturato persi in seguito alla pandemia. La crescita tendenziale risulta invece più limitata per supermercati, ipermercati e minimarket, i quali avevano beneficiato della crescita dei consumi alimentari domestici indotta dalle misure di distanziamento sociale durante l’emergenza sanitaria. Anche questi ultimi, comunque, si posizionano su livelli di fatturato superiori rispetto al 2019.
Anche per l’occupazione delle imprese si registra un segno negativo, con un saldo del numero di addetti tra inizio e fine trimestre pari a -0,8%. L’andamento degli ultimi anni, al netto delle oscillazioni trimestrali, aveva evidenziato un trend crescente, che in questo trimestre subisce lo stop più rilevante.
Gli imprenditori intervistati nel quarto trimestre 2021 avevano correttamente intuito il peggioramento della situazione, con aspettative che si erano mosse al ribasso rispetto ai valori registrati nei primi 9 mesi del 2021. Nonostante la conferma delle criticità emersa dai dati a consuntivo del primo trimestre 2022, il clima di fiducia degli operatori non evidenzia un ulteriore deterioramento: il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione del fatturato per il prossimo trimestre risulta infatti pari a +7, in linea con il valore registrato nell’analogo periodo del 2021, mentre per occupazione e ordini ai fornitori i saldi si posizionano vicino allo zero.
Dichiara il presidente Carlo Mazzoleni: “Le tensioni sui prezzi che si avvertono già da un anno sui mercati delle materie prime si sono trasmesse a valle e sono ora visibili nei prezzi al consumo. Questo è un fattore di preoccupazione, tra l’altro non destinato a riassorbirsi nel breve periodo, che deprime la capacità di spesa delle famiglie. I dati del commercio e dei servizi per questo trimestre possono essere interpretati in questa luce”.
Il primo trimestre 2022 conferma un livello della produzione manifatturiera in provincia di Bergamo decisamente superiore ai valori dell’anno precedente: la variazione tendenziale è pari al +8,4% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +8% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. Il confronto con il trimestre precedente evidenzia però i primi effetti delle mutate condizioni della congiuntura internazionale: la variazione congiunturale resta positiva per l’industria (+1,3%), pur in rallentamento rispetto ai ritmi precedenti, mentre l’artigianato registra un valore sostanzialmente nullo (-0,1%) dopo un anno e mezzo di crescita. I numeri indice della produzione, calcolati ponendo pari a 100 la media del 2010, rimangono comunque su livelli storicamente molto elevati (118,3 per l’industria e 110,4 per l’artigianato) e dimostrano come il sistema manifatturiero bergamasco abbia per il momento tenuto, nonostante lo shock sul lato dei costi sia stato importante. Le aspettative degli imprenditori, in particolare artigiani, evidenziano però un deterioramento del clima di fiducia, segnalando una forte incertezza sugli sviluppi futuri.
L’industria bergamasca nel primo trimestre del 2022 registra una crescita congiunturale della produzione del +1,3%, un valore ancora significativo benché inferiore agli incrementi che avevano caratterizzato il 2021. Tale risultato è però meno brillante di quello registrato in Lombardia, dove sia la variazione su base annua (+10,7%) sia quella rispetto al trimestre precedente (+1,8%) si attestano su valori superiori.
Il risultato dell’industria bergamasca è determinato in buona parte dalla performance del settore meccanico, di gran lunga prevalente dal punto di vista dimensionale, ma anche i comparti della siderurgia e della gomma-plastica evidenziano un elevato grado di resilienza. Maggiori difficoltà si riscontrano invece nei settori che afferiscono al sistema-moda, ancora lontani dai livelli pre-pandemia.
La produzione manifatturiera dell’artigianato in provincia di Bergamo mostra la prima battuta d’arresto dopo 6 trimestri consecutivi di crescita: la variazione congiunturale è infatti pari a -0,1%. Se il recupero a seguito della crisi del 2020 aveva visto una performance migliore delle imprese artigiane bergamasche, i primi tre mesi del 2022 registrano una maggiore difficoltà in provincia rispetto alla media regionale: in Lombardia la produzione artigiana aumenta infatti anche nel confronto congiunturale (+2%) oltre a registrare un incremento più marcato su base annua (+9,6%).
Aumenta l’occupazione delle imprese artigiane, con un saldo pari al +0,4% tra il numero di addetti a inizio e fine trimestre. Al di là delle oscillazioni trimestrali, dovute anche a fattori stagionali, il numero di addetti è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi due anni, andamento che si è però accompagnato alla progressiva riduzione della Cassa Integrazione (1,7% la quota di imprese che dichiara di farne uso nel primo trimestre 2022), ormai in linea con i valori precedenti al boom del 2020.
Gli imprenditori artigiani mostrano un significativo calo dei livelli di fiducia, acuendo una tendenza che si era peraltro già manifestata a fine 2021: le aspettative per il prossimo trimestre svoltano in territorio negativo sia relativamente alla produzione (-5 il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione) sia in riferimento alla domanda interna (-7). Ancora positive invece, seppure di poco, le valutazioni in merito all’evoluzione della domanda estera (+3) e dell’occupazione (+2).
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Considerati i rischi che comporta la complessa situazione geopolitica ed economica in corso, i risultati di questo primo trimestre dell’anno per il comparto manifatturiero superano le nostre attese. In realtà, poiché la rilevazione congiunturale si riferisce all’intero trimestre, non emerge la dinamica mensile, cioè la più recente evoluzione, ma questa traspare nel peggioramento delle aspettative degli imprenditori. Temiamo che i prossimi numeri non saranno così brillanti”.
Il bilancio di esercizio della Camera di commercio di Bergamo al 31 dicembre 2021 si chiude con un disavanzo pari a € 620.202. Questa è l’estrema sintesi del documento approvato dal Consiglio camerale nella seduta del 9 maggio.
Tale risultato contabile, anche se meno negativo rispetto all’eccezionale disavanzo del 2020, testimonia concretamente che l’Ente prende sul serio la sua responsabilità nei confronti dell’economia provinciale e delle imprese. Il presidente Carlo Mazzoleni, infatti, ricorda che “la Camera di commercio ha svolto anche nel 2021 un importante ruolo istituzionale di supporto e stimolo del mondo economico-produttivo territoriale, assicurando le risorse economiche per la crescita delle imprese in un contesto di incertezza dovuta al perdurare delle logiche emergenziali. Oltre a ciò ha partecipato attivamente alla definizione dei progetti da presentare sul PNRR per il rilancio del Paese. Questo duplice impegno ha imposto ancora per una volta per l’anno che si chiude la scelta di attingere agli avanzi patrimonializzati, che si attestano a oltre 31 milioni di euro”.
LE ENTRATE - Le risorse su cui la Camera di commercio può contare per assolvere le sue funzioni istituzionali provengono sostanzialmente dal diritto annuale dovuto dalle imprese registrate e dai diritti di segreteria per i servizi resi.
I proventi correnti (18,2 milioni di euro) sono in linea rispetto all’anno precedente. Il diritto annuale (12,4 milioni) ha evidenziato una lieve flessione (-1,2%) rispetto al 2020, ma la ripresa delle attività ha determinato un aumento del 4% per i diritti di segreteria (5,4 milioni di euro). I contributi e i trasferimenti sono ai livelli degli anni precedenti, mentre i proventi per la gestione dei servizi sono in aumento.
Il diritto annuale è calcolato nella misura del 50% di quanto dovuto per il 2014, ma elevato di una quota del 20% da destinare alla realizzazione dei progetti strategici di rilevanza nazionale e regionale, che sono Punto Impresa Digitale, Formazione lavoro e Turismo.
La gestione finanziaria è sostanzialmente neutra per la mancata distribuzione dei dividendi Sacbo che ammontavano a oltre 800 mila euro prima della pandemia. La gestione straordinaria ha evidenziato infine un risultato positivo di 914 mila euro, dovuto principalmente a sopravvenienze attive per diritto annuale e a minori debiti di anni precedenti.
LE SPESE - Sotto il profilo della spesa, la Camera di Bergamo ha mantenuto un costante controllo sui costi di struttura per il personale e il funzionamento, nella sostanza invariati. Per altro verso ha sostenuto lo sviluppo economico locale con interventi economici a favore delle imprese per oltre 8,7 milioni di euro, attivando contributi, voucher e altre iniziative di stimolo all’innovazione, all’internazionalizzazione, alla formazione imprenditoriale, al turismo, oltre a interventi di carattere culturale. Queste risorse totalizzano 11,5 milioni se si considera che l’adesione a iniziative previste dall’Accordo per la competitività tra le Camere di commercio lombarde e la Regione Lombardia ha liberato risorse regionali aggiuntive, destinate a sostenere il credito (1,5 milioni), oltre allo sviluppo di soluzioni commerciali online e alla digitalizzazione dei processi produttivi.
In particolare, rilevante l’intervento in materia di digitalizzazione con le iniziative previste dai bandi del Punto Impresa Digitale e Soluzioni Innovative 4.0. Questo capitolo, del valore di oltre 1,5 milioni, è stato finanziato dall’aumento del 20% del diritto annuale. Oltre 2 milioni di euro sono andati a favore della formazione, dell’assistenza e della consulenza alle imprese. Si tratta di interventi attuati tramite Bergamo Sviluppo, in collaborazione con le associazioni di categoria. L’Ente ha infine destinato 217 mila euro per sostenere l’occupazione giovanile e femminile con il bando “Lavoro”, sempre finanziato dall’aumento del 20% del diritto annuale.
Complessivamente gli oneri correnti (19,8 milioni di euro) rilevano una riduzione del 5,5% rispetto al 2020 con spese di struttura relative a Funzionamento e Personale in continuità con lo scorso anno.
Nel corso del 2021 è proseguito anche l’impegno per garantire il coordinamento del Tavolo Bergamo 2030, all’interno del quale sono stati identificati tre progetti candidati per il finanziamento del PNRR: “Nuovo Polo Intermodale”, “Experia Campus Città del sapere” e “eBRT e Sentiero dell’Innovazione”. Come noto, il progetto del Polo intermodale ha ottenuto 50 milioni di euro di finanziamento mentre il progetto eBRT è stato cofinanziato per 80 milioni di euro.
“Anche nel 2021” – conclude il presidente Mazzoleni – “la Camera di Bergamo e la sua azienda speciale Bergamo Sviluppo hanno raddoppiato gli sforzi per stare al fianco delle imprese e delle loro associazioni. Questo impegno straordinario continuerà nel 2022, posto che la Giunta ha già approvato iniziative per 3 milioni di euro, mentre altri interventi di sostegno sono allo studio. Si tratta di un impegno di rilievo, ma lo si è ritenuto necessario in un momento delicato per il sistema economico produttivo. Questa operazione è possibile grazie alla solidità patrimoniale e finanziaria della Camera di commercio”.
Riguardo le attività di servizio alle imprese realizzate, la Camera di commercoi ha gestito oltre 70.000 richieste di aggiornamento del Registro imprese, tutte evase entro 5 giorni lavorativi; quasi 2.000 i dispositivi digitali rilasciati, oltre 23.000 i bilanci acquisiti e più di 8.000 i libri contabili vidimati.
L’attività di certificazione estera ha rilevato una lieve ripresa rispetto all’anno precedente, superando il numero di 55.000. In materia di risoluzione delle controversie sono state gestite 269 procedure di mediazione e sono stati organizzati eventi formativi. I marchi e i brevetti registrati sono stati oltre 330.
La Camera ha diffuso periodicamente dati statistici sulle iscrizioni al Registro imprese, l’interscambio con l’estero, la congiuntura economica e le forze lavoro, informazioni che permettono agli imprenditori e agli studiosi di comprendere gli andamenti dell’economia.
In relazione agli adempimenti amministrativi l’Ente ha mantenuto una tempistica di pagamento dei propri fornitori che si mantiene prossima a 10 giorni e ha favorito l’introduzione del PagoPA come unico strumento di pagamento.
Il segretario generale M. Paola Esposito ricorda che “Archiviato il periodo emergenziale e assimilate le nuove logiche di lavoro, l’Ente ha avviato un percorso di rinnovamento interno anche grazie alla linfa apportata dalle nuove risorse umane assunte nel corso del 2021. Gli strumenti digitali sono stati potenziati per consentire alle imprese di poter gestire da remoto le proprie richieste sia per rilasci di identificativi digitali che per vidimazione libri e formulari ma anche per i documenti validi per l’estero per i quali è stata avviata la stampa in azienda. Rimane centrale l’impegno dell’Ente ai tavoli istituzionali di lavoro per contribuire in rappresentanza del mondo economico alla crescita del sistema economico locale”.
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 4.482 milioni di euro (+10,0% su base annua, contro variazioni del 13,6% in Lombardia e del 13,3% in Italia). Le importazioni sono state pari a 3.151 milioni (+41,8% tendenziale, contro +22,7% in Lombardia e +28,1% in Italia). Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.331 milioni, inferiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.815 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.059 milioni, -6,7%), prodotti chimici (742 milioni, +32,3%), metalli di base (561 milioni, +12,9%), gomma e materie plastiche (417 milioni, +16,5%), mezzi di trasporto (391 milioni, +6,9%), apparecchi elettrici (304 milioni, +17,5%), tessile e abbigliamento (281 milioni, +21,9%) e alimentari (250 milioni, +3,3%).
Per area geografica di destinazione nel trimestre in esame è positivo il tasso di variazione tendenziale verso l’area UE 27 post Brexit (+11,2%) e verso l’Eurozona (+11,6%). Per il resto tutte le variazioni sono positive tranne il Medio Oriente.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente la variazione delle esportazioni verso i primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo sono quasi tutte positive: Germania (+17,1%), Francia (+5,6%), Stati Uniti (+30,3%), Spagna (+5,7%), Polonia (+10,9%), Svizzera (+13,8%), Paesi Bassi (+7,6%), Austria (+7,8%). Fanno eccezione la variazione negativa per la Cina (-6,2%) e la stabilità per il Regno Unito (+0,2%).
Nel complesso dell’anno le esportazioni bergamasche totalizzano 17.295 milioni di euro, ossia +19,2% rispetto al totale del 2020 e +6,0% rispetto al totale del 2019.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni “I numeri del quarto trimestre chiudono un anno molto positivo per le esportazioni bergamasche e italiane in generale, che hanno ampiamente recuperato la caduta del 2020 e hanno superato il livello dell’anno precedente lo scoppio della pandemia. Il peso della Russia sul totale dell’export bergamasco supera appena l’un per cento, ma lo scoppio della guerra sta già producendo i primi nefasti effetti a catena su tutti i mercati.”
Il 2021 si chiude positivamente per il settore terziario a Bergamo: il fatturato delle imprese dei servizi nel quarto trimestre cresce del +23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nel commercio al dettaglio l’incremento è del +13,6%. Con questi dati il consuntivo del 2021 archivia una variazione media del +18,4% nei servizi e del +11,4% nel commercio: i servizi sono quindi cresciuti più intensamente, anche perché erano stati penalizzati maggiormente nel 2020 (-12,7% contro -8,1% del commercio). In entrambi i comparti il percorso di recupero intrapreso nel 2021 ha consentito di colmare il divario rispetto ai livelli medi del 2019, raggiungendo nel quarto trimestre valori dell’indice del fatturato che non si vedevano da diversi anni (103,9 nei servizi e 93,9 nel commercio al dettaglio), anche se va sottolineato come la crescita dei prezzi abbia in parte “gonfiato” questo risultato. In un quadro congiunturale che per il 2022 vede addensarsi numerosi rischi, legati in particolare alla crescita dei costi e dell’inflazione, gli imprenditori bergamaschi rimangono abbastanza fiduciosi sulla possibilità che la ripresa prosegua, sebbene nel commercio al dettaglio si registri un calo delle aspettative rispetto all’ottimismo del trimestre precedente.
SERVIZI - Nei servizi il profilo delle variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, mostra come la crescita nel 2021 a Bergamo si sia concentrata nel secondo trimestre, per poi procedere a un ritmo inferiore nella seconda parte dell’anno. Nel quarto trimestre l’incremento è stato del +3%, una velocità in linea con quella registrata in Lombardia, mentre considerando la media annua la crescita registrata in provincia è stata più marcata (+16,1% il dato regionale). Se infine si prendono a riferimento i livelli medi del 2019, la capacità delle imprese bergamasche di reagire alla crisi è risultata superiore.
Non tutti i settori dei servizi sono riusciti a recuperare le perdite di fatturato registrate nel 2020: le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alla persona, nonostante la significativa crescita mostrata in corso d’anno, evidenziano una variazione ancora negativa rispetto ai livelli medi del 2019, mentre i servizi alle imprese e, soprattutto, il commercio all’ingrosso hanno ampiamente superato i livelli pre-crisi.
COMMERCIO - Il commercio al dettaglio nel quarto trimestre registra a Bergamo una crescita congiunturale del fatturato del +4,1%, confermando l’andamento positivo evidenziato nel resto dell’anno e allineandosi alla dinamica regionale (+4%). Anche in riferimento alla media annua, la dinamica provinciale nel 2021 è risultata simile a quella lombarda (+10,5%), mentre il confronto con i livelli del 2019 registra una performance migliore per le imprese bergamasche.
Gli esercizi non alimentari, che erano stati particolarmente penalizzati nel 2020, hanno registrato la crescita più intensa, riportandosi sostanzialmente sui valori pre-crisi, mentre gli esercizi non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare e che hanno beneficiato dell’incremento dei consumi alimentari domestici a scapito del canale Ho.Re.Ca., hanno proseguito il trend positivo su livelli di fatturato superiori a quelli del 2019.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Nel complesso anche i due comparti del terziario hanno colmato il divario con il fatturato del 2019. Ci sono tuttavia differenze tra i settori, con i servizi alle imprese che hanno superato i livelli precrisi, mentre alloggio, ristorazione e servizi alla persona sono ancora al di sotto. Nonostante le preoccupazioni sul fronte degli aumenti dei costi e dell’inflazione, gli imprenditori sono fiduciosi che la ripresa possa continuare.”
Continua a crescere anche nel quarto trimestre 2021 la produzione manifatturiera in provincia di Bergamo: la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è pari al +10,4% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +13,6% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. Tale incremento consente al comparto industriale di chiudere il 2021 con un +17,4% complessivo, mentre il settore artigiano mette a segno un +16,4% in media d’anno. Si tratta di risultati importanti, che permettono non solo un pieno recupero delle perdite registrate durante la crisi del 2020 quando la produzione era calata del -9,2% nell’industria e del -11,3% nell’artigianato, ma anche di raggiungere i livelli produttivi più elevati della serie storica. In un quadro globalmente positivo, non mancano però elementi di preoccupazione, legati soprattutto alla continua crescita dei costi degli input produttivi, non sufficientemente compensata dall’aumento dei listini. La flessione delle aspettative degli imprenditori sull’avvio del 2022 rappresenta in questo senso un campanello d’allarme.
INDUSTRIA - L’industria bergamasca nel quarto trimestre del 2021 registra una crescita congiunturale della produzione del +1,7%, confermando il rallentamento fisiologico avvenuto nella seconda metà dell’anno dopo i ritmi molto elevati che hanno caratterizzato i primi due trimestri. In Lombardia l’incremento negli ultimi tre mesi è leggermente più intenso (+2,3% la variazione congiunturale), ma la crescita media registrata in regione nel 2021 risulta complessivamente inferiore (+15,6%). Se come termine di paragone si utilizzano invece i livelli medi del 2019, prima della crisi, la perfomance della provincia appare ancora più brillante (+6,6% contro +4,3% regionale).
Il risultato positivo registrato a Bergamo è frutto della specializzazione nel settore meccanico, che ha registrato una crescita particolarmente vivace nel 2021, ma anche la chimica, i mezzi di trasporto e la gomma-plastica hanno già superato i livelli pre-crisi. Tra i comparti che invece non hanno ancora recuperato i valori del 2019 si trovano quelli afferenti al sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli e calzature) e l’industria alimentare.
ARTIGIANATO - Nell’ultima parte del 2021 la produzione manifatturiera dell’artigianato in provincia di Bergamo cresce più velocemente rispetto alla Lombardia (+3,7% la variazione congiunturale contro 2,6% regionale), risultato confermato anche dalla variazione media annua (+16,4% contro +11,7%). Grazie a questa migliore capacità di reagire, le imprese artigiane bergamasche mostrano di aver già oltrepassato i livelli produttivi pre-crisi (+3,3% la variazione del 2021 rispetto al 2019), mentre in Lombardia il recupero non è stato ancora completato (-1,5%).
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Risultati molto positivi nel 2021 sia per l’industria che l’artigianato bergamaschi, superiori alle medie regionali: non solo hanno recuperato le perdite del 2020, ma hanno raggiunto due nuovi massimi di produzione. L’ultimo trimestre tuttavia lascia intravedere un raffreddamento della crescita e un peggioramento delle aspettative, conseguenza delle dinamiche dei costi, energia e gas in primis, e dell’impennata dell’inflazione.”