Sabato 23 Novembre 2024
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Quasi 25 mila i Neet in provincia di Bergamo, gli ultimi dati segnano una contrazione rispetto agli ultimi cinque anni. Già visibili su questa categoria gli effetti del Covid-19
A Bergamo nella media dell’anno 2019, secondo una recente elaborazione sui microdati provinciali Istat effettuata da Unioncamere Lombardia, i Neet, acronimo di Not in Education, Employment or Training, ovvero la classe di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano perché disoccupati o inattivi, né partecipano a corsi di istruzione o formazione professionale, sono 24.744 (9.601 maschi e 15.142 femmine). Il tasso Neet totale o tasso di incidenza sulla popolazione giovanile tra i 15 e i 29 anni registra il 14,5%.
In Lombardia i Neet sono 213.986 con un tasso di incidenza del 14,8% sull’insieme dei giovani residenti, mentre in Italia sono 2.003.104 con un tasso del 22,2%. Il territorio bergamasco, fatto salvo il maggiore margine di errore statistico sul livello provinciale, risulta sostanzialmente allineato ai dati regionali e sensibilmente distante da quelli nazionali.
[Grafico 1 - Neet totali e tasso Neet, Bergamo e Lombardia, 2014-2019]
I Neet maschi perdono quasi 5 mila unità rispetto all’anno precedente. Il tasso Neet maschile si attesta sul 10,9% contro il 16,3% del 2018, di poco inferiore alla media della Lombardia (11,8%) e molto lontano dalla media nazionale (20,2%).
I Neet donne rappresentano il 61% della popolazione Neet bergamasca. Questa categoria aveva subito una forte flessione nel 2018 rispetto all’anno precedente e il miglioramento si è mantenuto nel 2019, che ha registrato solo un lieve incremento del 2%. Il tasso Neet femminile del 18,3% è allineato con quello della Lombardia (17,9%) ma sensibilmente inferiore rispetto alla media italiana (24,3%).
Nonostante i segnali positivi, il territorio bergamasco risente ancora di un ampio divario tra giovani donne e giovani uomini, che caratterizza da sempre il mercato del lavoro della provincia.
[Grafico 2 - Tasso Neet maschile e femminile (giovani 15-29 anni), Bergamo 2014-2019]
A confronto con le altre province lombarde, il tasso Neet femminile colloca Bergamo in quinta posizione per tasso di incidenza più elevato dopo Varese, Lodi, Cremona e Monza e Brianza.
[Grafico 3 - Tasso Neet femminile (Giovani 15-29 anni), 2019]
Significativamente migliore, invece, la situazione bergamasca per il tasso Neet maschile, che assicura a Bergamo il terzo posto tra le province lombarde con minore Neet rate maschile, insieme a Brescia (9,3%) e Sondrio (7,7%). A livello di tasso Neet complessivo, invece, Bergamo risulta tra le prime cinque province con tasso di incidenza totale più basso insieme a Lecco (13,9%), Milano (13,5%), Brescia (13,4%) e Sondrio (10,6%).
Interessante notare che, tra le regioni italiane a forte industrializzazione, la Lombardia si colloca al secondo posto per tasso Neet totale dopo il Piemonte (16,6%), mentre Emilia-Romagna (14,3%) e Veneto (12,4%) registrano tassi inferiori.
Nei primi due trimestri del 2020, secondo gli ultimi microdati provinciali Istat, a Bergamo i Neet totali e il tasso Neet risultano aumentati lievemente rispetto ai valori nei periodi corrispondenti dell’anno 2019. Questo perché la situazione del mercato del lavoro nel 2020, a causa della diffusione della pandemia da Covid-19 e delle relative misure di contenimento, ha influito notevolmente anche sui giovani Neet. Il primo semestre dell’anno, infatti, ha visto un calo della disoccupazione, dovuto da un lato agli ammortizzatori sociali e dall’altro al fenomeno dello scoraggiamento che ha portato molti giovani a smettere di cercare una professione e a rientrare, quindi, nella categoria dei Neet.
[Grafico 4 - Tasso Neet totale (giovani 15-29), Bergamo 2014-2020]
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: "Il fenomeno Neet deve essere affrontato con tutti gli strumenti disponibili, perché il rischio è quello di perdere una generazione nel mondo del lavoro. Il calo del fenomeno Neet riscontrato a Bergamo nel 2019 è un segnale incoraggiante, ma non dobbiamo sottovalutare il quadro dell’anno corrente, che ci segnala come i giovani stiano subendo più di altre fasce d’età la crisi economica da Covid-19, e ci ricorda la necessità di continuare a investire sulla formazione, l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, e la promozione della nuova imprenditorialità."