Mercoledì 18 Dicembre 2024
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Nel terzo trimestre del 2024 torna ad accelerare il terziario in provincia di Bergamo: il cambio di passo è particolarmente evidente per le imprese del commercio al dettaglio, che dopo la battuta d’arresto del trimestre precedente archiviano una crescita del fatturato su base annua (+3,2%), ma anche le imprese dei servizi evidenziano un incremento (+2,7%) superiore a quanto registrato nel secondo trimestre. L’andamento del fatturato dei servizi mostra un proseguimento della fase di crescita in corso fin dal periodo post-Covid e che ha permesso all’indice di raggiungere quota 134 (base 2015=100), mentre il commercio al dettaglio, reduce da una fase di stagnazione iniziata nel 2023, in questo trimestre sembra dare un primo segnale di svolta, con un numero indice che sale a 117,4. Il recupero del commercio al dettaglio è favorito anche dalla dinamica dei prezzi, che mostra un deciso rallentamento (+0,8% congiunturale) dopo i forti incrementi che avevano caratterizzato il 2022; ancora elevata invece la dinamica inflattiva nei servizi (+1,8%). Le aspettative degli imprenditori evidenziano un miglioramento: sembrano infatti esserci le premesse per un rafforzamento del ciclo dei consumi, favorito dal recupero del reddito disponibile e del potere d’acquisto e da un’auspicata crescita del livello di fiducia delle famiglie.
Le imprese bergamasche dei servizi con almeno 3 addetti mettono a segno un incremento del fatturato del +2,7% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,6% del secondo trimestre. Anche il profilo delle variazioni congiunturali, che essendo calcolate rispetto al trimestre precedente offrono un’indicazione della dinamica più recente, confermano un progressivo rafforzamento della crescita nel corso del 2024, raggiungendo un +0,8% nel terzo trimestre dopo i risultati più deboli della prima parte dell’anno.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Sullo sfondo di un quadro generalizzato a livello europeo in cui le famiglie hanno destinato il recupero del reddito disponibile al risparmio piuttosto che ai consumi, i dati del terzo trimestre per il terziario bergamasco indicano un recupero incoraggiante, soprattutto nel commercio al dettaglio, che torna a crescere dopo un lungo periodo di stagnazione. Anche i servizi confermano una dinamica positiva, trainati dai buoni risultati del settore turistico e da una maggiore fiducia delle imprese. Tuttavia, non mancano elementi di incertezza: il rallentamento dell’occupazione e l’inflazione ancora persistente nei servizi richiedono attenzione”.
Nel terzo trimestre il livello della produzione manifatturiera bergamasca si conferma inferiore ai valori del 2023: la flessione su base annua risulta pari al -0,8% per l’industria e al -1% per l’artigianato. Le variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, risultano però sostanzialmente nulle (rispettivamente +0% e -0,2%), fotografando una situazione di stabilità nell’ultimo periodo, come evidenziato dall’andamento degli indici della produzione che si attestano a 117,9 per l’industria e 121,5 per l’artigianato (base 2015=100). L’industria interrompe così, almeno momentaneamente, la fase di caduta che ha comportato la perdita di quasi 4 punti rispetto al 2022, mentre per l’artigianato si tratta di una conferma dell’andamento “piatto” dei trimestri precedenti. L’analisi degli altri indicatori non sembra fornire indizi di una possibile ripresa a breve termine: il fatturato si conferma stagnante, mentre gli ordini evidenziano una divaricazione tra industria (-1,5% congiunturale) e artigianato (+1,7%). I segnali più pessimisti vengono però dalle aspettative degli imprenditori, che soprattutto nell’industria registrano valori decisamente negativi, in particolare sull’evoluzione della domanda.
Le imprese dell’industria bergamasca con almeno 10 addetti archiviano, su base annua, una flessione limitata della produzione: la variazione tendenziale è pari a -0,8%, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti e in particolare rispetto al secondo, dove il calo era stato del -2,5%. Anche il confronto su base trimestrale mostra un miglioramento della dinamica, registrando una variazione congiunturale nulla dopo i valori negativi della prima metà del 2024. La performance orobica nel terzo trimestre è stata lievemente migliore rispetto alla media regionale, che ha registrato flessioni tendenziali e congiunturali rispettivamente del -1% e del -0,4%. Il numero indice della produzione industriale bergamasca rimane quindi a quota 117,9, dopo una fase negativa che, al netto di una pausa nel terzo trimestre 2023, ha comportato una perdita cumulata di quasi 4 punti in due anni.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “I dati del terzo trimestre confermano una situazione di sostanziale stabilità per la produzione manifatturiera bergamasca, ma non restituiscono ancora segnali di ripresa a breve termine. Il contesto economico rimane difficile, con una domanda debole dovuta al contesto geopolitico, alle condizioni ancora restrittive del credito e alla crisi del modello industriale tedesco. Le aspettative non lasciano quindi spazio all’ottimismo. Nonostante tutto, l’occupazione rimane stabile, probabilmente per le difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste, su cui inizia a pesare anche l’effetto del declino demografico”.
Nel primo semestre 2024 le esportazioni agroalimentari bergamasche ammontano complessivamente a 733 milioni di euro e sono cresciute del 2,0% rispetto a un anno fa, ma in misura inferiore rispetto sia alla Lombardia (+4,7%) sia all’Italia (+7,4%).
La crescita provinciale è dovuta a un ulteriore marcato incremento dell’industria delle bevande (+5,4%), in espansione già dal secondo trimestre del 2018, eccezion fatta per la parentesi del Covid, e del settore primario (+7,6%). Le esportazioni di bevande rappresentano oltre la metà del totale agroalimentare bergamasche e sono aumentate del +5,9% rispetto a un anno prima. Bergamo mantiene in questo ambito il primato di provincia lombarda con maggiore valore esportato.
Anche il settore primario ha avuto una variazione positiva grazie all’andamento dei prodotti di colture non permanenti (+6,4%) e permanenti (+21,6%), due comparti che da soli rappresentano la quasi totalità delle esportazioni in valore del settore. Positiva anche la variazione dei prodotti della pesca e di animali vivi e prodotti di origine animale. In calo, invece, le piante vive e i prodotti della silvicoltura.
L’industria alimentare ha registrato, invece, complessivamente un calo delle esportazioni in valore (-4,4%). A pesare maggiormente, in ordine di impatto percentuale, sono state la diminuzione dei prodotti lattiero-caseari (-21,3%), della carne lavorata e dei prodotti a base di carne (-22%), dei prodotti da forno e farinacei e di pesce. Sono invece in aumento gli altri prodotti alimentari (+8,7%), i prodotti della lavorazione di granaglie (+66,9%), la frutta e gli ortaggi (+13,1%).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “ Le esportazioni agroalimentari bergamasche hanno chiuso i primi due trimestri dell’anno in positivo, confermando l’andamento in crescita iniziato dal secondo trimestre del 2018 e interrotto solo durante la parentesi del Covid. A trainare il settore sono le bevande, il cui valore esportato si è quasi duplicato dal 2018 grazie all’espansione sui mercati del Regno Unito e degli Stati Uniti. È motivo di preoccupazione la possibile svolta protezionistica che potrebbero prendere gli Stati Uniti, che già nel primo mandato dell’amministrazione Trump aveva colpito con dazi il nostro settore agroalimentare.”
I bar bergamaschi, computando sia le sedi sia le unità locali, sono 3.070, come dicono i dati riferiti all’inizio del 2024. La maggioranza si trova nell’area urbana del capoluogo (32%), seguita dalla pianura (27%) e da collina e montagna (entrambe con una quota pari al 17%). I bar si concentrano particolarmente nei comuni di Bergamo, Treviglio e Romano di Lombardia.
La media è di 2,8 bar ogni 1.000 abitanti, un dato in linea con la media regionale, ma il valore sale a 3,5 nelle zone montane e a 3,1 nell’area urbana, mentre scende a 2,4 in collina e in pianura. Caravaggio si distingue per il primato di 5,8 bar ogni 1.000 abitanti, il doppio della media provinciale, seguita da Calusco d’Adda con 4,6 e da Bergamo con 4,2.
Nel decennio si sono persi 374 bar, soprattutto nelle aree montane e in quella urbana.
Il totale di 3.070 bar si può suddividere in 2.329, che sono le imprese con sede in provincia di Bergamo, e 741, che è il numero complessivo delle unità locali. Una su cinque, per la precisione 143, fa capo a imprese con sede fuori provincia, le restanti sono afferenti alle 2.329 imprese bergamasche. Le unità locali erano 646 nel 2014, pertanto sono cresciute nel decennio con un tasso medio annuo del +1,5%. Le unità locali di imprese non bergamasche hanno registrato una crescita eccezionale, con un tasso medio annuo del +7,4%.
Parallelamente al calo complessivo dei bar, è anche calato il numero delle imprese. Le imprese bergamasche registrate con l’attività di bar e altri esercizi simili senza cucina erano 2.798 nel 2014, ora sono 2.329, ovvero 469 in meno per un calo del 17%. Rappresentano il 3% del totale delle imprese attive e la metà di quelle attive nella ristorazione. Il minimo della serie storica è stato toccato proprio alla fine del 2023. Non hanno invertito la tendenza calante neppure durante il biennio pandemico, periodo in cui invece il complesso delle imprese ha conosciuto una crescita in quanto le cessazioni sono state posticipate per godere delle misure di ristoro.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: "Osserviamo nei numeri del decennio due fenomeni interessanti: la concentrazione delle imprese bergamasche che gestiscono sempre più bar e la crescita vivace degli esercizi che fanno probabilmente parte di catene, desumibile dall’aumento delle unità locali che fanno capo a imprese non bergamasche. Il numero di bar in relazione agli abitanti è maggiore nelle aree montane e cittadine. A ciò possiamo dare una lettura che considera da un lato il ruolo del bar come offerta di servizi, oltre che di intrattenimento, per i lavoratori urbani e i visitatori; dall’altro la sua importanza come polo di aggregazione in ambito montano, a cui si affianca ancora una volta la sua valenza di servizio al turismo”.
Il Bilancio di sostenibilità 2023, che oggi la Camera di commercio di Bergamo ha presentato in conferenza stampa, rappresenta un ulteriore passo avanti lungo il percorso di rendicontazione di sostenibilità che l’Ente ha intrapreso quattro anni fa.
Questa edizione del Bilancio di sostenibilità presenta la consueta panoramica sulle iniziative portate avanti dall’Ente, sulla base di un'analisi di materialità sempre più affinata e con una speciale attenzione posta sugli impatti ambientali, economici e sociali generati dalle attività più rilevanti della Camera.
Sulla scorta di un processo intrapreso da tempo, la Camera di commercio di Bergamo ha accelerato lo sviluppo di servizi digitali, a basso impatto ambientale. Tra questi, il servizio di stampa in azienda per i principali documenti per l’estero, che non richiede più il ritiro di un documento cartaceo presso gli uffici, è stato utilizzato per ben il 92% delle richieste. Sono, inoltre, aumentate le firme digitali erogate con riconoscimento a distanza del richiedente, mentre il rilascio a distanza delle carte tachigrafiche per gli autoveicoli commerciali tramite l’applicativo T@chiweb si è confermata la scelta compiuta per il 90% delle richieste.
Nel 2023 sono stati varati nuovi servizi digitali che facilitano gli adempimenti a carico delle imprese. Tra questi, l’implementazione della piattaforma DIRE, ambiente unico di compilazione semplificata delle pratiche del Registro delle imprese, l’introduzione della richiesta digitale per la vidimazione di libri e registri e dei certificati.
Anche sul fronte dell’impatto sull’ambiente si registrano notevoli progressi, dato che nel 2023 grazie all’acquisto di energia elettrica totalmente verde le emissioni dirette e indirette sono diminuite del 19% rispetto al 2021.
Dichiara il presidente Carlo Mazzoleni: "Il Bilancio di sostenibilità 2023 segna una svolta decisiva nel modo in cui valutiamo e misuriamo l’impatto delle azioni della Camera di commercio sul territorio. Sono stati puntualmente quantificati i risultati di specifiche iniziative camerali. Ciò consentirà da un lato di misurare con precisione se gli obiettivi prefissati hanno generato i risultati attesi, dall’altro di orientare in modo fondato le scelte di programmazione per rispondere sempre meglio alle esigenze del territorio".
Dichiara il segretario generale M. Paola Esposito: "La Camera di commercio ha rendicontato il proprio impegno nei tre pilastri della sostenibilità, economica, ambientale e sociale, e il proprio impatto sul territorio. Emerge che l’Ente ha ridotto la propria impronta ecologica e ha migliorato l'efficienza dei propri servizi, offrendo soluzioni sempre più digitali e innovative. Ciò ha permesso per esempio alle imprese di risparmiare migliaia di ore di lavoro, costi ed emissioni nell’atmosfera legati all’uso dei mezzi di trasporto”.
Consulta il bilancio di sostenibilità 2023.
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel secondo trimestre totalizza 5.363 milioni di euro, con una variazione del -1,6% su base annua che rimane in territorio negativo. Le corrispondenti variazioni registrate dalla Lombardia e dall’Italia sono del +0,1% e del +0,5%.
Le importazioni sono state pari a 3.544 milioni (-0,7% tendenziale, contro -1,1% in Lombardia e 4,6% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.819 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.578 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.255 milioni, -2,6%), prodotti chimici (834 milioni, +2,5%), metalli di base (722 milioni, -11,6%), mezzi di trasporto (548 milioni, -1,2%), gomma e materie plastiche (492 milioni, -4,7%), apparecchi elettrici (382 milioni, +8,3%), alimentari (330 milioni, +1,5%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, +0,1%).
Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame l’area EU registra un decremento ( 3,1%), mentre i Paesi non UE sono in lieve aumento (+0,6%). Tra questi, la situazione è tuttavia variegata: al contributo negativo dei Paesi europei non UE e dell’Asia orientale fa riscontro un contributo positivo, di intensità maggiore, di Africa settentrionale, America centro-meridionale e Medio Oriente.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, le variazioni dei primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo sono negative con l’eccezione di Spagna e Regno Unito.
La variazione tendenziale dell'export semestrale bergamasco di macchinari verso l’Arabia Saudita è del +36%. Le esportazioni bergamasche di macchinari verso l’Arabia Saudita rappresentano ora una quota del 4% della stessa merceologia, in aumento di due punti rispetto all’anno scorso.
Le esportazioni semestrali bergamasche verso il Kirghisistan sono diventate 30 volte più alte in valore rispetto al 2022; quelle bresciane verso lo stesso Paese sono ora 47 volte più alte.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La variazione trimestrale rimane in campo negativo, tuttavia con un’intensità minore rispetto alla variazione cumulata semestrale, segnale che potrebbe preludere a un processo di rientro. La Lombardia, che ha iniziato a soffrire della contrazione del commercio internazionale prima di Bergamo, è già timidamente in positivo. Lo stesso movimento si riscontra nei numeri del nostro partner commerciale, la Germania. Si auspica che l’imminente calo del costo del denaro da parte della BCE e della FED dia nuovo slancio alla domanda” .
Nel secondo trimestre del 2024 si registra un rallentamento della dinamica positiva evidenziata dal terziario bergamasco negli ultimi tre anni, sebbene di intensità diversa nei due principali settori: i servizi rimangono infatti in espansione, sebbene con una variazione di fatturato su base annua che si riduce al +1,6%, mentre il commercio al dettaglio svolta in negativo archiviando un calo del -2,8%. Tale risultato conferma la migliore perfomance dei servizi negli ultimi anni, come evidenziato dall’andamento dell’indice, che ha raggiunto quota 132,7 (2015=100) con un incremento di circa 27 punti rispetto al periodo pre-Covid, mentre il commercio al dettaglio scende a 113,3, mantenendo un guadagno di circa 11 punti rispetto al 2019. L’andamento del fatturato del comparto commerciale è stato inoltre favorito dai prezzi, che in questo trimestre tornano a crescere in misura significativa (+2,8% congiunturale): al netto di questo effetto i volumi di vendita risultano in calo già da tempo. La spinta dei listini è stata meno marcata nei servizi, sebbene anche in questo caso l’inflazione tardi a manifestare chiari segnali di discesa (+1,3% la variazione congiunturale, in linea con gli ultimi trimestri). Il percorso “a ostacoli” di rientro dell’inflazione, oltre alla maggiore propensione al risparmio dei consumatori, che al momento sembrano sfruttare il recupero di potere d’acquisto più per ricostituire i propri livelli di ricchezza erosi dall’inflazione piuttosto che per incrementare i consumi, sono probabilmente alla base del peggioramento delle aspettative degli imprenditori.
Le imprese bergamasche dei servizi con almeno 3 addetti archiviano una crescita di fatturato pari al +1,6% su base annua, in ridimensionamento rispetto a quanto registrato nei primi tre mesi dell’anno (+2,6%) e nel 2023 (+4,9% la crescita media annua). Leggermente diversa la dinamica evidenziata dalle variazioni congiunturali, che essendo calcolate rispetto al trimestre precedente offrono un’indicazione della tendenza più recente: nel secondo trimestre la crescita si attesta al +0,4% dopo la stagnazione del primo trimestre (+0,1%). Al di là delle oscillazioni trimestrali, l’andamento dell’indice del fatturato conferma un rallentamento nella prima parte del 2024 dopo la crescita più robusta degli anni precedenti.
Un’analisi dell’andamento dei sotto-settori, per quanto da considerare con cautela per via della limitata numerosità campionaria, aiuta a comprendere le cause di questa frenata, che sembra dovuta all’esaurirsi della spinta fornita dalle attività di alloggio e ristorazione; continuano a crescere invece i servizi alle imprese.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’inflazione nei Paesi europei è scesa, ma non ha ancora stabilmente raggiunto l’obiettivo del 2% della BCE. La temuta recessione è stata per il momento scongiurata, tuttavia l’incertezza aumenta, l’economia risente dell’alto costo del denaro e i consumatori aumentano la propensione al risparmio comprimendo i consumi. Gli imprenditori esprimono ora una minore fiducia, visto che il percorso di rientro dell’inflazione e della crescita del potere d’acquisto ha tempistiche incerte”.
Tra aprile e giugno la produzione delle imprese industriali bergamasche con almeno 10 addetti è scesa del -2,5% su base annua e del -1,2% rispetto al trimestre precedente, accentuando la tendenza negativa che aveva caratterizzato i primi mesi del 2024 e buona parte del 2023. Il miglioramento che gli imprenditori avevano auspicato nella scorsa indagine non si è quindi ancora materializzato, con una domanda che resta debole nonostante il primo timido taglio del costo del denaro effettuato dalla BCE. Regge meglio l’artigianato, che dopo il calo del primo trimestre torna in territorio lievemente positivo (+0,5% la variazione su base annua e +0,3% su base trimestrale): nell’ultimo anno e mezzo l’indice della produzione artigiana è rimasto sostanzialmente stabile, accumulando un vantaggio di 5 punti su quello industriale (122,2 rispetto a 117,5). Dagli ordini provengono segnali contrastanti (in crescita per l’industria e in calo per l’artigianato), ma gli imprenditori sembrano aspettarsi una fase di debolezza ancora prolungata prima che gli effetti del previsto (e rimandato) taglio dei tassi di interesse dispieghi i suoi effetti su consumi e investimenti: le aspettative per il prossimo trimestre sono negative e in peggioramento per entrambi i comparti.
Nell’industria bergamasca la dinamica della produzione registra un peggioramento, archiviando la quinta variazione negativa consecutiva su base annua (-2,5%), nonché la più consistente tra quelle fin qui registrate. Il profilo delle variazioni congiunturali, calcolate cioè rispetto al trimestre precedente, evidenzia come la fase di calo sia iniziata già a fine 2022, per interrompersi brevemente a fine 2023 e riprendere con maggiore intensità nel 2024: anche in questo caso la flessione del secondo trimestre (-1,2%) risulta la più marcata di questa fase recessiva. Si tratta di un andamento in linea rispetto alle media nazionale, che ha visto una flessione congiunturale lievemente meno accentuata (-1%) ma un maggior calo tendenziale (-3,1%). Il numero indice della produzione orobica, calcolato ponendo pari a 100 il valore medio del 2015, scende così a quota 117,5, con una perdita cumulata di quattro punti rispetto al livello massimo raggiunto nel 2022, ma ancora 9 punti sopra i livelli pre-Covid.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’elevato costo del denaro e il prezzo dell’energia, ancora posizionato mediamente a circa il doppio del periodo pre-crisi, continuano a penalizzare il settore manifatturiero. Il quadro internazionale e il rallentamento di Germania e Francia, principali paesi europei destinatari del nostro export, sono ulteriori fattori negativi, che pesano soprattutto sul clima di fiducia e sulle aspettative. A livello territoriale, si notano diversi gradi di esposizione tra il comparto industriale e quello artigianale e poi tra i vari settori produttivi, dove il più colpito è proprio quello più rilevante per dimensione, ossia la meccanica” .
È pronto ed già in vendita su shop.piuprezzi.it, in formato digitale compatibile anche con i principali programmi di computo metrico, il listino aggiornato dei “Prezzi informativi delle opere edili”, che nella sua nuova edizione in uscita a luglio 2024, si conferma riferimento assoluto per i prezzi di edilizia e impianti nella provincia bergamasca.
Il listino, realizzato dalla Camera di commercio di Bergamo in collaborazione con Ance Bergamo, rileva i prezzi di più di 6.400 voci del mercato edile: materiali, manodopera, assistenze murarie, impianti tecnologici, contenimento energetico, sicurezza, tutela della salute e dell’igiene nei luoghi di lavoro.
I prezzi rilevati con riferimento al maggio 2024 registrano un incremento medio rispetto al settembre 2023 del +1,3% per quanto riguarda il settore dell’edilizia residenziale e del +1,9% per quanto concerne il settore dell’urbanizzazione.
Le variazioni più evidenti si riscontrano nelle opere da giardinaggio (+8.8%), nelle opere da tinteggiatore (+4.8%) e nei noleggi (+3.7%). Stabili, invece, le opere da serramentista, fabbro e vetraio, oltre agli impianti di climatizzazione e riscaldamento.
L’opera è frutto di un approfondito lavoro di revisione dei prezzi raccolti da oltre 100 informatori, svolto da apposite commissioni tecniche operanti in Camera di commercio e costituite da 26 esperti designati dalle associazioni di categoria, del mondo imprenditoriale e dagli ordini professionali del territorio. I prezzi di questa edizione si riferiscono al periodo precedente al maggio 2024.
Il listino dei “Prezzi informativi delle opere edili” viene fornito in modalità elettronica (file pdf, excel, html) attraverso il portale www.prezzibergamo.it oppure attraverso lo scarico di file da importare nei programmi di computo metrico più diffusi. Grazie a una WebApp, inoltre, il portale permette di creare preventivi online personalizzati. È disponibile anche una demo gratuita del nuovo listino.
“Prezzi informativi delle opere edili” si rivolge alle imprese edili e agli operatori nel mondo delle costruzioni quali ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e avvocati, oltre alle amministrazioni appaltanti quali Ministeri, Regioni, Comuni ed enti pubblici che devono redigere capitolati speciali d’appalto in quanto in esso sono contenute con esattezza e precisione le descrizioni di tutte le tipologie di materiali e lavori in ambito edile e i prezzi ufficiali necessari per un progetto edile.
Per informazioni e acquisti: tel. 02.8515.2115, assistenzaprezzi@infocamere.it.