Sabato 23 Novembre 2024
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Dal punto di vista quantitativo prevalgono le esportazioni di prodotti di industrie a economie di scala.
La provincia di Bergamo registra una specializzazione commerciale nei settori a medio contenuto di innovazione, tipici della produzione di beni capitali come i macchinari e gli apparecchi elettrici. Nell’anno 2020 i settori a economie di scala – sono quelli in cui i costi produttivi si riducono all’aumentare delle quantità prodotte – rappresentano il 42% delle esportazioni e il 54% delle importazioni. Questo il quadro rappresentato dallo studio della Camera di commercio, che ha analizzato l’interscambio commerciale con l’estero tramite i dati forniti da Istat allo scopo di individuare i settori in cui il territorio esprime vantaggi comparati.
Lo studio fa emergere quali sono le merceologie con più alto livello di specializzazione e verifica quali sono i vantaggi associati ai vari gradi di innovazione nella manifattura, per poi prendere in considerazione l’evoluzione temporale del modello di specializzazione bergamasco.
Per raggiungere questo scopo si serve dell’indice NTS, uno dei metodi utilizzati dagli economisti per misurare i vantaggi comparati di un sistema economico. L’indice NTS tiene conto sia delle esportazioni sia delle importazioni, eliminando così gli scambi intermedi. Per semplificare, quindi, quando il settore è specializzato l’indice assume un valore positivo perché le esportazioni sono superiori alle importazioni.
Va detto che non esiste una correlazione tra il valore dell’NTS di una merce e la sua importanza quantitativa, cioè a un’alta quota del totale esportato non corrisponde necessariamente un vantaggio comparato. Perciò, per garantire la significatività dei risultati, sono state considerate solo le merci con una quota superiore al 1,5% del totale esportato. L’analisi è stata condotta sui dati della manifattura, che spiega la quasi totalità delle importazioni e delle esportazioni bergamasche. La provincia di Bergamo sta tra le prime 10 province esportatrici italiane, con il 5% delle sue imprese esportatrici, soprattutto di grandi dimensioni.
Le prime cinque categorie merceologiche per specializzazione in bergamasca sono le Bevande, i Macchinari, i Prodotti in metallo, gli Articoli in gomma e la Coltelleria. In Lombardia sono invece i Mobili, i Prodotti in metallo, i Macchinari, gli Articoli in pelle e gli Articoli in gomma.
Viceversa, le cinque categorie in cui la manifattura bergamasca risulta maggiormente de-specializzata sono i Prodotti tessili, gli Autoveicoli, i Prodotti chimici, i Prodotti alimentari e i Computer. In Lombardia sono i Prodotti chimici, i Prodotti alimentari, gli Articoli farmaceutici, gli Autoveicoli e i Computer.
Per quanto riguarda il grado di innovazione, i comparti produttivi possono essere classificati in:
In questa prospettiva risulta che i settori bergamaschi a medio contenuto di innovazione godono di un forte vantaggio comparato. A seguire si trovano i settori a elevate economie di scala e quelli tradizionali, mentre quelli a ricerca e sviluppo risultano de-specializzati. In Lombardia, invece, i settori con maggiore specializzazione sono quelli a ricerca e sviluppo, seguiti da quelli a economie di scala.
In provincia di Bergamo i settori a medio contenuto di innovazione hanno visto crescere il proprio vantaggio nel 2018 per poi stabilizzarsi negli anni successivi. I settori a economie di scala e quelli tradizionali, che partivano de-specializzati nel 2017, hanno acquisito un vantaggio comparato negli anni successivi. La ricerca e sviluppo è caratterizzata da un andamento decrescente della specializzazione negli ultimi quattro anni.
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “L’apertura internazionale dell’economia bergamasca negli ultimi cinque anni ha preso uno slancio, se si eccettua la parentesi del Covid che ci auguriamo di lasciarci alle spalle nel più breve tempo possibile. Questo studio di specializzazione conferma che i nostri settori con un grado di innovazione medio-alto, tra cui rientrano la meccanica e gli articoli in gomma, sono molto competitivi. Viceversa, lo sono meno i settori ad alto contenuto di innovazione, caratteristica peraltro osservabile in diversi Paesi europei, tra cui la stessa Germania. Dobbiamo rafforzare ulteriormente l’impegno nell’innovazione e digitalizzazione per migliorare il nostro posizionamento competitivo.”