Martedì 26 Novembre 2024
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A Bergamo nel terzo trimestre si registrano deboli incrementi per i servizi (+0,5%) e il commercio al dettaglio (+0,3%). Le aspettative segnalano una forte incertezza.
Dopo una prima metà dell’anno molto positiva, nei mesi estivi del 2022 rallenta la crescita del volume d’affari nel settore terziario a Bergamo: la variazione su base annua nel terzo trimestre è pari al +6,5% per le imprese con almeno 3 addetti dei servizi e al +3,4% per le imprese attive nel commercio al dettaglio, valori in deciso ridimensionamento rispetto ai trimestri scorsi. L’andamento dell’indice del fatturato evidenzia infatti per entrambi i settori un “appiattimento” della tendenza positiva fin qui registrata, con variazioni congiunturali solo lievemente positive: +0,5% per i servizi e +0,3% per il commercio al dettaglio. Questo rallentamento va considerato anche alla luce dell’incremento dei listini, che mostrano tassi di crescita ancora significativi, soprattutto nel commercio al dettaglio, sostenendo il fatturato: al netto quindi dell’effetto dei prezzi, la fase positiva in corso dal 2021 potrebbe essersi già arrestata.
L’andamento del fatturato delle imprese bergamasche dei servizi risulta non solo in deciso rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, quando gli incrementi congiunturali oscillavano tra i 2 e i 4 punti percentuali, ma anche meno brillante rispetto alla Lombardia, dove le variazioni tendenziali e congiunturali si attestano rispettivamente a +10,4% e +1%. L’indice del fatturato dei servizi a Bergamo si ferma a 111,1, allargando il gap negativo rispetto alla media regionale.
Il maggior contributo alla crescita su base annua proviene dal commercio all’ingrosso, mentre i servizi di alloggio e ristorazione, che a livello regionale hanno fornito un apporto molto positivo durante l’estate, mostrano a Bergamo un incremento decisamente più contenuto rispetto ai trimestri scorsi.
Anche nel terzo trimestre la variazione dei prezzi di vendita risulta significativa (+2,8%), sebbene il ritmo di marcia dei listini registri un rallentamento rispetto alla prima metà del 2022. Tali incrementi non trovano precedenti nella serie storica e hanno sicuramente contribuito alla forte crescita del fatturato dei trimestri scorsi.
Il saldo tra il numero di addetti a fine e inizio trimestre conferma il segno positivo (+0,7%), ma al netto degli effetti stagionali la variazione risulta sostanzialmente nulla, delineando una situazione di stabilità. Va inoltre ricordato che i livelli occupazionali nel settore dei servizi non hanno ancora recuperato i valori del periodo pre-Covid.
In questo contesto di indebolimento della crescita, le aspettative degli imprenditori evidenziano una forte incertezza, con un sostanziale equilibrio tra previsioni di crescita e di diminuzione per il prossimo trimestre. Per quanto riguarda il fatturato, il saldo risulta infatti pari a zero, con attese di stabilità che superano la metà del campione (55%); sull’occupazione prevalgono ancora le previsioni di aumento (saldo pari a +2), seppure lievemente, mentre la larga maggioranza (80%) si aspetta di mantenere gli stessi livelli di forza lavoro.
Anche le imprese del commercio al dettaglio mostrano una frenata più marcata del volume d’affari rispetto alla media regionale: in Lombardia la crescita è stata maggiore sia in termini tendenziali (+4,4%) sia, soprattutto, in termini congiunturali (+1%). Il risultato di questa dinamica è un ampliamento del divario tra l’indice lombardo e quello provinciale del fatturato, che si attesta a quota 94,2.
La crescita continua a essere significativa per gli esercizi non specializzati, che comprendono supermercati e minimarket, mentre quelli non alimentari, che avevano mostrato una decisa ripresa dopo il calo causato dall’emergenza sanitaria, evidenziano una nuova battuta d’arresto.
Va inoltre tenuto conto dell’effetto sul fatturato dei prezzi di vendita, che in questo trimestre raggiungono un nuovo incremento record (+4,7% congiunturale): in termini reali, cioè al netto dei prezzi, la fase di crescita del volume d’affari che ha caratterizzato l’ultimo anno e mezzo potrebbe quindi essersi già esaurita.
Le valutazioni sugli ordini ai fornitori rimangono in territorio positivo, con un saldo tra indicazioni di crescita e diminuzione su base annua pari a +1,6, ma fotografano comunque un trend in frenata negli ultimi trimestri.
Il livello delle scorte sembra essersi assestato: il saldo tra giudizi di eccedenza e scarsità (+6,3) risulta infatti in linea con gli ultimi trimestri e con i valori pre-Covid, dopo i picchi raggiunti nei periodi più critici dell’emergenza sanitaria e il calo verificatosi nella prima fase della ripresa.
L’occupazione delle imprese del commercio al dettaglio conferma per il momento la fase espansiva, con una variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre pari al +0,7%.
Le aspettative degli imprenditori per gli ultimi tre mesi dell’anno mostrano una prevalenza di previsioni di crescita per fatturato (saldo pari a +5) e occupazione (saldo pari a +2), ma tali valori risentono del picco di vendite che si verifica in concomitanza con le festività natalizie. Un confronto con il livello delle aspettative registrate nell’analogo periodo dello scorso anno (+30 per il fatturato) e del 2019 (+13) evidenzia in realtà uno scarso livello di fiducia degli operatori, complice l’incognita legata agli effetti dell’elevata inflazione sui consumi delle famiglie. Le previsioni sugli ordini si confermano infine in area negativa (saldo pari a -7).
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Nel capoluogo l’aumento dei prezzi al consumo a ottobre rispetto all’anno precedente ha sfiorato il 10%. Questa informazione ci deve guidare nell’interpretare correttamente l’aumento del fatturato nel terziario, che non va quindi imputato interamente a una crescita reale. L’inflazione, in particolare l’aumento delle bollette di energia e gas e dei prezzi dei prodotti alimentari di prima necessità, pesa sulle aspettative e sulla propensione al consumo delle famiglie. Il periodo natalizio potrà dare qualche indicazione in più sulla tenuta dei consumi.”