Lunedì 25 Novembre 2024
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Il saldo tra iscrizioni e cessazioni volontarie di imprese nel trimestre mostra un lieve dinamismo. Tra le attive aumentano servizi professionali, attività finanziarie e servizi di informazione. Calo per commercio e manifattura.
Al 30 settembre 2023 in provincia di Bergamo erano 91.681 le sedi di imprese registrate e 82.857 le imprese attive. Rispetto a un anno prima, queste ultime sono diminuite di 292 unità, proseguendo con un -0,4% la tendenza calante per il quinto trimestre consecutivo.
Si coglie un segnale di lieve dinamismo del tessuto imprenditoriale nel saldo positivo di 208 unità, dato dalla differenza tra le 960 iscrizioni e le 752 cessazioni non d’ufficio. Nel dettaglio, le iscrizioni sono rimbalzate dal valore più basso del decennio per lo stesso trimestre registrato nel 2022, crescendo dell’8%. Inoltre, le cessazioni non d’ufficio sono calate (-0,1%) e sono il secondo valore più basso dal 2014.
Le nuove iscritte più numerose di questo trimestre sono dei servizi (319), valore che rapportato al numero delle attive dà un tasso di natalità del 0,9%. A seguire le costruzioni (177), cui corrisponde il tasso di natalità maggiore (1,0%); il commercio (113 con un tasso di natalità dello 0,6%) e la manifattura (61 e tasso di natalità 0,6%) e l’agricoltura (18, tasso di natalità 0,4%).
Confrontando invece le attive al 30 settembre 2023 con la situazione all’anno precedente, si sono registrati cali nel commercio (-2,1%), manifattura (-1,9%) e agricoltura (-0,9%); aumenti nei servizi e, nello specifico, nelle attività professionali tecniche e scientifiche (+2,8%), attività finanziarie e assicurative (+2,4), servizi di informazione e comunicazione (+1,8%), noleggio, agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+1,7%). Tra i servizi fanno eccezione alloggio e ristorazione, che calano del -1,2%.
Le società di capitali si confermano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale (+0,8%). Sono, invece, in flessione le imprese individuali (-0,2%) e le società di persone (-3,3%).
Le imprese straniere attive sono 9.033 (+4,1% su base annua), spinte soprattutto da trasporto e magazzinaggio (+12,1%), costruzioni (+8,5%) e manifattura (+6,6%).
Le imprese femminili attive sono 17.255, in lieve crescita rispetto a un anno fa. Idem per le imprese giovanili attive, che assommano 7.309.
Le imprese artigiane registrate al 30 settembre 2023 sono 28.997; quelle attive sono invece 28.927 con un calo di 34 posizioni (-0,1%) rispetto a un anno prima.
Le iscrizioni artigiane nel trimestre sono state 311 (+16,4% su base annua). Le cessazioni complessive, che possono essere dovute alla chiusura dell’impresa o alla perdita dei requisiti, sono state 285, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il saldo complessivo risulta positivo di 72 unità.
Le nuove iscritte più numerose sono delle costruzioni (179) e della manifattura (64). Tra le attive alla fine del trimestre, sono in lieve aumento i servizi e le costruzioni, mentre sono in calo gli altri settori, soprattutto il commercio.
La forma giuridica delle società di capitali artigiane ha registrato una variazione tendenziale positiva (+3,3%), come anche le imprese individuali (+0,3%). Le società di persone, le cooperative e i consorzi presentano invece una variazione negativa su base annua.
Tornando al complesso delle imprese, nel terzo trimestre 2023 le procedure concorsuali disciplinate dalla precedente legge fallimentare, le procedure per la risoluzione della crisi di impresa disciplinate dal nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza entrato in vigore il 15 luglio 2022, gli scioglimenti e le liquidazioni sono state complessivamente 753.
Le 106.988 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, diminuite rispetto a un anno fa (-152), impiegavano 420.586 addetti alla fine del secondo trimestre dell’anno, di cui 353.660 dipendenti e 66.926 indipendenti. Tutti i settori economici, a parte l’agricoltura, riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive. La manifattura registra l’aumento maggiore (+1.847). A seguire il commercio (+979) e le costruzioni (+227). Tra i servizi, crescono l’alloggio e la ristorazione (+1.234) mentre il trasporto e il magazzinaggio osservano un calo (-1.134).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Il bilancio positivo tra iscrizioni e cessazioni nel terzo trimestre dell’anno mostra una contenuta vitalità del tessuto imprenditoriale bergamasco nonostante il peggioramento delle prospettive economiche. I servizi e le costruzioni registrano il numero maggiore di aperture e un saldo positivo. Diverso invece il discorso per il commercio e la manifattura, settori nei quali le chiusure superano le nuove iscrizioni”.