Venerdì 15 Novembre 2024
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L’artigianato, in controtendenza, chiude un altro anno positivo (+2,1%); le aspettative per l’inizio del 2024 evidenziano una fase di debolezza in entrambi i comparti
Il 2023 è stato un anno a “doppia velocità” per la produzione manifatturiera bergamasca, che ha registrato un calo nelle imprese industriali (-0,9%) e una crescita in quelle artigiane (+2,1%). Il quarto trimestre ha comunque evidenziato una tendenza al miglioramento in entrambi i comparti: nell’industria la variazione tendenziale è rimasta negativa (-0,6% rispetto allo stesso periodo del 2022), ma la variazione congiunturale, che misura lo scostamento rispetto al trimestre precedente e fornisce quindi un’indicazione della tendenza più recente, è tornata in territorio positivo (+0,6%); nell’artigianato gli ultimi tre mesi hanno visto un incremento produttivo sia nel confronto tendenziale (+2,6%) sia in quello congiunturale (+1%).
Il 2023 è stato un anno complicato dopo la forte crescita registrata nel biennio precedente e, nonostante i dati maggiormente incoraggianti dell’ultimo trimestre, le aspettative per la prima parte del 2024 sembrano confermare una fase di debolezza. Per l’industria pesa la recessione del commercio mondiale, mentre le tensioni sul fronte dei costi produttivi dovrebbero concludere il percorso di rientro nonostante il permanere dei rischi legati alla situazione geopolitica internazionale.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Si temeva un 2023 gravato da un’alta inflazione e dal rischio recessione economica, ma di fatto si è chiuso con un’inflazione in rapida discesa e la recessione è stata scongiurata. L’economia mondiale e il commercio internazionale hanno rallentato, e il maggior prezzo lo ha pagato l’industria. In questa fase sono probabilmente le tensioni internazionali ad appesantire le aspettative per la prima parte dell’anno”.