Sabato 23 Novembre 2024
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Gli andamenti delle iscrizioni al registro delle imprese riprendono tendenze consolidate
Il quarto trimestre 2020 si chiude con 94.008 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo. Lo stock delle imprese attive (83.791) è in calo tendenziale (-402 posizioni pari al -0,5% su base annua) dalla metà del 2012. Nel periodo considerato si sono avute 1.134 nuove iscrizioni (-2,7% su base annua) e 1.300 cessazioni (-4,3% su base annua), con un saldo negativo di -166 unità (-193 nel corrispondente periodo del 2019).
Le imprese attive aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+1,6%). Diminuiscono le società di persone (-2,8%), le imprese individuali (-0,8%) e le altre forme giuridiche (-2,3%), in prevalenza cooperative.
Tra i settori produttivi, la contrazione delle imprese attive rispetto a un anno fa riguarda il commercio all’ingrosso e al dettaglio (-279 pari al -1,5%), le attività manifatturiere (-199 pari al ‑1,9%, di cui 151 artigiane), i servizi di alloggio e ristorazione (-84 pari a -1,4%), le costruzioni (‑57, pari a -0,3%), il trasporto e magazzinaggio (‑41 pari a ‑1,9%), l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-37 pari al -0,8%), le attività di intrattenimento (-5 pari a -0,5%), la fornitura di energia elettrica e gas (-2, pari a -1,2%) e l’estrazione di minerali (-1, pari a -2,1%).
Si registrano aumenti tra i servizi di supporto alle imprese (+104 pari a +3,5%), le attività professionali (+91, pari al +2,4%), le attività finanziarie e assicurative (+42, paria a +1,8%), le attività immobiliari (+17 pari a +0,3%), i servizi di informazione e comunicazione (+16, pari a +0,8%), l’istruzione (+10, pari a +2,3%), le altre attività di servizi (+10 pari a 0,2%), la sanità e l’assistenza sociale (+8 pari al +1,3%) e la fornitura di acqua e gestione rifiuti (+4, pari al 2,1%).
Il settore artigiano, con 30.091 imprese a fine dicembre 2020, registra una riduzione dello 0,6% delle unità registrate su base annua. Lo stock delle posizioni attive diminuisce di 177 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le iscrizioni (344) calano del 7,3% su base annua mentre le cessazioni (405) registrano un rallentamento del 22%. Per questo trimestre si registra un saldo negativo tra iscritte e cessate: -61 unità, in miglioramento rispetto a quello dello stesso trimestre dell’anno precedente, che registrava -148 unità.
Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive evidenzia su base annua una flessione (-1,7%) delle imprese giovanili, un leggero aumento delle imprese straniere (+1,8%). In leggera diminuzione le imprese femminili (-0,2%).
Diminuite le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 306 nel quarto trimestre del 2020, in confronto alle 672 del corrispondente trimestre del 2019.
L’importazione periodica nel Registro imprese dei dati occupazionali comunicati a INPS in base alla localizzazione dell’impresa consente di stimare, con la cautela necessaria di fronte a dati di origine amministrativa, gli addetti, cioè le posizioni lavorative presenti nel territorio per impresa, al netto del settore pubblico e delle attività dei liberi professionisti.
Le 107 mila attive tra sedi e unità locali, diminuite rispetto a un anno fa, impiegano 394.784 addetti. Rispetto allo stesso periodo del 2019 si registra pertanto una diminuzione di 4.184 addetti, con una variazione del -1,0%.
Incrementi si riscontrano nelle costruzioni (+4.144), nelle attività manifatturiere (+3.712) e nei servizi di sanità e assistenza sociale (+1.675),
Rilevanti perdite di addetti su base annua si rilevano nei servizi di noleggio, agenzie di viaggio e supporto alle imprese (-1.914), nelle attività di intrattenimento e divertimento (-506), nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-217) e nelle attività finanziarie e assicurative (-122).
Commenta questi dati il presidente Carlo Mazzoleni: “Ritroviamo nei numeri delle iscrizioni al registro delle imprese da ottobre a dicembre 2020 le tendenze che già osserviamo da anni. A fronte di una contrazione relativamente limitata, si evidenzia il calo tendenziale delle imprese attive, con l’aumento delle imprese di capitali a scapito delle altre forme d’impresa, ossia società di persone, ditte individuali e altre forme giuridiche. I numeri degli addetti, riferiti al trimestre precedente – da considerare con cautela, trattandosi di dati di origine amministrativa – mostrerebbero la salute delle costruzioni e della manifattura e, come ci si aspettava, emorragie nei settori più colpiti dalle chiusure forzate, come i servizi di noleggio, agenzie viaggio e supporto alle imprese e le attività di intrattenimento e divertimento.”