Giovedì 26 Dicembre 2024
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In Lombardia i prestiti bancari alle imprese sono tornati a crescere dal 2016, dopo una lunga fase di stretta creditizia dovuta alla crisi dei debiti sovrani – questo si evince analizzando i dati di Banca d’Italia. Nel 2018 la crescita si è rafforzata, evidenziando però un rallentamento nell’ultimo trimestre: tale battuta d’arresto è confermata dai primi dati del 2019.
Le condizioni di accesso al credito negli ultimi anni hanno avuto un progressivo miglioramento, grazie anche alla politica espansiva della BCE che ha permesso un tasso di interesse a breve decrescente dal 2014 in poi. Rimane però una significativa disparità: le piccole imprese subiscono un tasso di interesse di tre punti percentuali superiore a quello applicato alle medio-grandi. In questi anni si è ridotto lo stock di sofferenze accumulate dalle banche, in parte grazie al positivo andamento dell’economia.
Commenta il presidente Malvestiti: “A Bergamo rispetto alla media regionale si ricorre maggiormente al credito bancario, che resta il principale canale di finanziamento per la maggior parte dei settori. Fa eccezione il commercio al dettaglio, dove l’autofinanziamento risulta più diffuso rispetto al credito bancario e in maniera più accentuata rispetto alla Lombardia.”
A notevole distanza da autofinanziamento e credito bancario troviamo il leasing, seguito dal credito commerciale, particolarmente utilizzato nel commercio al dettaglio; i finanziamenti e gli incentivi pubblici così come la finanza agevolata rivestono un ruolo non marginale nel manifatturiero, mentre il factoring evidenzia una percentuale significativa solo nell’industria. Altre forme di finanziamento, come i prestiti intra-gruppo o i prestiti su titoli, sono stati utilizzati negli ultimi 12 mesi soprattutto da imprese del commercio al dettaglio e dell’industria.
Le finalità del finanziamento indicate dalle imprese bergamasche sono sostanzialmente due: la liquidità e le necessità di cassa da una parte e gli investimenti produttivi dall’altra; in particolare la propensione all’investimento è correlata al settore e alla dimensione di impresa: è infatti più elevata nel manifatturiero e nelle imprese medio-grandi. Di conseguenza gli investimenti sono la motivazione più ricorrente solo per le imprese industriali, mentre nell’artigianato prevale la liquidità; nei servizi e nel commercio al dettaglio, infine, il gap si allarga a favore delle necessità di cassa.
La principale criticità delle imprese riguardo all’accesso alle fonti di finanziamento, viene identificata nell’aumento dei costi accessori, sia per il tasso applicato, che per l'aumento delle garanzie richieste.
La maggiore soddisfazione delle imprese bergamasche è confermata dai giudizi verso le condizioni di accesso al credito, che con poche eccezioni presentano percentuali di adeguatezza superiori al dato regionale. Anche in questo caso la dimensione d’impresa è un elemento rilevante, come dimostrato dalle valutazioni più positive dell’industria; in ogni caso le indicazioni di adeguatezza prevalgono per tutte le voci, a conferma di una situazione piuttosto distesa nel mercato del credito.