Venerdì 22 Novembre 2024
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Le imprese attive crescono dell’1,0% trainate da servizi, agricoltura e costruzioni. Le iscrizioni su del +3,3%, le cessazioni del +1,9%
Il primo trimestre 2022 si chiude con 94.519 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo. Le iscrizioni sono 1.778, in aumento del 3,3% su base annua. Le cessazioni complessive – che comprendono quelle d’ufficio e non d’ufficio – sono 1.871 con un aumento del 7,7% su base annua. Tra queste, nello specifico, le cessazioni non d’ufficio sono 1.757 (+1,9% su base annua) e le cessazioni d’ufficio sono 114 (+776,9% su base annua). Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni complessive risulta negativo con -93 unità mentre il saldo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio risulta positivo (+21 unità).
Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,9% mentre il tasso di mortalità risulta pari a 2,0%. La somma di questi due indici ci dà il tasso di turnover lordo (3,9%) mentre la loro differenza è il tasso di turnover netto, lievemente negativo (‑0,1%). In buona sostanza, entrambi ci dicono che all’aumento delle iscrizioni si è verificata una parallela crescita delle cessazioni, sebbene che nel primo trimestre vengono rilevate le solitamente più numerose cancellazioni comunicate a fine anno.
Le imprese attive risultano in aumento di 848 posizioni, pari all’1,0% su base annua, per un totale di 84.924. Spaccando per settore economico, i servizi rappresentano il 38,6% delle imprese attive, seguiti da commercio (22,1%), costruzioni (20,8%) e manifattura (12,6%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso sono cresciuti i servizi (+604, con una variazione pari a 1,9% su base annua), l’agricoltura (+82, pari a 1,7% su base annua) e le costruzioni (+222, pari allo 1,3% su base annua). Risultano, invece, diminuiti la manifattura (-40, pari a -0,4% su base annua) e il commercio (-20, pari a -0,1% su base annua).
Quanto al tasso di natalità per settore produttivo, si distinguono positivamente le costruzioni (2,2%), i servizi (1,5%) e l’agricoltura (1,4%). A seguire si trovano il commercio (1,3%) e la manifattura (1,1%). Osservando, invece, il tasso di mortalità, l’agricoltura rileva il valore inferiore (1,5%). Sono maggiori i tassi di mortalità del commercio (2,3%), delle costruzioni (2,2%), dei servizi (1,8%) e della manifattura (1,6%).
In relazione alla natura giuridica, le imprese individuali attive sono 44.490 e hanno un’incidenza percentuale sulle imprese attive totali del 52,7%, risultando la forma giuridica maggiormente diffusa nella provincia. A seguire le società di capitali (24.792 pari al 30,2%), le società di persone (12.974 pari a 15,0%) e le altre forme giuridiche (1.820 pari a 2,1%). Confermando una tendenza in atto da tempo, le società di capitali attive registrano la variazione tendenziale maggiore (3,5%). A seguire le imprese individuali (0,5%). Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (‑1,9%) e le altre forme giuridiche (-0,2%).
Le imprese straniere attive sono 9.624, pari a 11,3% delle imprese attive totali, e registrano una variazione tendenziale su base annua pari a 3,5%. Le imprese femminili attive sono 17.430 (2,4% su base annua) e rappresentano il 20,5% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 6.926 (0,6% su base annua) e rappresentano l’8,2% delle imprese attive totali.
Nel primo trimestre 2022 sono 30.145 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 807 (+19,6% su base annua) e le cessazioni (avvenute non d’ufficio) sono 777 con una variazione pari a +0,9% su base annua. Il saldo complessivo risulta positivo con 30 unità (-95 nel corrispondente periodo del 2021). Il tasso di natalità registra l’2,7% mentre il tasso di mortalità segna il 2,6%.
Le imprese artigiane attive sono, invece, 30.082 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una crescita di 156 posizioni con una variazione tendenziale pari a 0,5%.
L’analisi dei settori economici mostra che il numero maggiore di imprese artigiane attive si concentra nelle costruzioni (13.495, pari al 44,9% delle imprese attive totali), nei servizi (8.386 pari al 27,9%), nella manifattura (6.519 pari a 21,7%) e nel commercio (1.549 pari al 5,1%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono l’agricoltura (+5 pari a 4,3% su base annua), i servizi (+118 con una variazione tendenziale pari a 1,4% su base annua), il commercio (+7 pari a 0,5% su base annua) e le costruzioni (+114 pari a 0,9% su base annua). Diminuisce, invece, la manifattura (-91 pari a -1,4% su base annua).
Analizzando la forma giuridica, invece, il 74,3% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,0%), le società di capitali (10,6%), i consorzi (0,04%) e le cooperative (0,02%).
Tornando al complesso delle imprese, nel primo trimestre 2022 le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono stati complessivamente 270, in diminuzione di 49 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le 108.724 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+1.345), impiegano 406.358 addetti (di cui 337.363 dipendenti e 68.995 indipendenti). Il dato degli addetti è riferito al trimestre precedente rispetto alle imprese e unità locali e va interpretato con cautela essendo di origine amministrativa. Rispetto allo stesso periodo del 2021 si registra pertanto una crescita degli addetti totali pari a +10.956, con una variazione tendenziale del +2,8% su base annua.
Tra i settori economici si riscontrano incrementi di addetti totali nelle localizzazioni attive dei servizi (+7.231) delle costruzioni (+2.061), della manifattura (+690), dell’agricoltura (+576) e del commercio (+281).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Con il primo trimestre i numeri di iscrizioni e di cessazioni tendono a stabilizzarsi dopo le anomalie dovute alla pandemia. In particolare, le iscrizioni si avvicinano ai livelli pre-Covid, e le cessazioni incorporano le situazioni di imprese che hanno rinviato la cessazione per accedere alle misure di sostegno. La piena ripresa della dinamica, tuttavia, è ancora lontana e su di essa pesano le incognite della situazione attuale”.