Martedì 24 Dicembre 2024
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Il calo dei giovani non favorisce il ricambio delle imprese che invecchiano. La propensione all’imprenditorialità giovanile è maggiore in montagna. Le imprese giovanili sono attive soprattutto nei servizi.
Con una coorte di 7.423 effettivi le imprese giovanili bergamasche rappresentano ben il 9% delle imprese attive iscritte alla Camera di commercio, tuttavia la loro consistenza è calata del 2,5% rispetto all’anno prima. L’andamento decrescente è visibile ancor più nella dinamica dell’ultimo decennio, salvo l’eccezione del 2021 quando la pandemia, o meglio i provvedimenti pubblici di ristoro, hanno interferito determinando l’incremento delle iscrizioni e il congelamento delle cessazioni.
A fronte di una popolazione totale che è andata lievemente crescendo fino a giungere a quota 1,1 milioni di residenti a inizio 2022, i giovani sono diminuiti fino al 2017 per poi continuare sostanzialmente stabili fino al 2022. La quota dei giovani è cresciuta nell’area urbana di quasi 2 punti percentuali, a discapito soprattutto della pianura (-1%) e poi della montagna e della collina. Non a caso è la pianura ad aver accusato il calo maggiore di imprese giovanili, mentre nell’area urbana è stato il più lieve. Comunque sia, alla fine del decennio il 31% delle imprese giovanili attive aveva sede in pianura, a seguire l’area urbana (30%), la collina (22%) e infine la montagna (17%).
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Le imprese giovanili sono calate negli ultimi dieci anni, cosa che si è verificata anche per il totale delle imprese. La loro maggiore velocità di decrescita può essere letta in relazione all’evoluzione demografica. È nella montagna bergamasca che si riscontra il valore maggiore di propensione all’impresa giovanile, positivo segnale di intraprendenza laddove il territorio offre meno alternative.”
In allegato il rapporto completo.