Mercoledì 27 Novembre 2024
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Il manifatturiero è quello più maturo digitalmente. Nonostante il piano nazionale Impresa 4.0, l’Italia sconta però ancora un ritardo rispetto ad altri Paesi europei
Il sistema camerale lombardo, nell’ambito delle iniziative legate ai Punti Impresa Digitale, ha avviato nel 2017 il monitoraggio della conoscenza e dell’uso degli strumenti e delle tecnologie di Impresa 4.0 tra le imprese. Con l’edizione 2019 della rilevazione si ha un quadro di come è evoluta la situazione.
Le imprese manifatturiere bergamasche, che già negli anni passati mostravano una maggiore maturità digitale, evidenziano miglioramenti significativi, soprattutto per quanto riguarda l’implementazione delle tecnologie 4.0. La dimensione di impresa gioca un ruolo fondamentale: tra le imprese industriali la quota di chi ha implementato soluzioni 4.0 è passata in un anno dal 31% al 38%, contro un 12% nel settore artigiano. Anche il grado di conoscenza mostra un incremento, in particolare nelle imprese artigiane; più modesto il miglioramento dell’industria, dove però la conoscenza delle tematiche di Impresa 4.0 era già molto diffusa.
I risultati sono meno positivi per le imprese del terziario, che mostrano un livello di utilizzo delle tecnologie abilitanti strutturalmente inferiore e che registrano solo lievi miglioramenti rispetto al 2018. Il livello di conoscenza delle tematiche di Impresa 4.0 conferma la presenza di un’ampia quota di imprese non consapevoli della trasformazione in atto. Nei servizi la conoscenza rimane ferma al 55% mentre il grado di implementazione sale all’8%; nel commercio al dettaglio è simile la percentuale di imprese che utilizzano soluzioni 4.0, ma il livello di conoscenza risulta notevolmente inferiore.
Considerando congiuntamente le risposte di tutti i settori, le imprese bergamasche che conoscono Impresa 4.0 sono il 63% e quelle che hanno implementato soluzioni sul tema raggiungono il 19%.
Se si confrontano questi dati con quelli emersi a livello regionale, si evidenzia una maggiore maturità digitale per le imprese manifatturiere bergamasche, che registrano un grado più elevato di conoscenza e utilizzo delle soluzioni 4.0 soprattutto nel settore industriale, mentre per l’artigianato i risultati sono più vicini alla media lombarda. Nel terziario i dati provinciali sono invece allineati a quelli regionali.
Alle imprese che hanno già implementato soluzioni 4.0 è stato chiesto se hanno fatto ricorso a strumenti agevolativi. I risultati del 2019 confermano l’importanza di iperammortamento e superammortamento, i due principali incentivi fiscali previsti dal piano nazionale Impresa 4.0: il primo è stato utilizzato nel 76% dei casi, una percentuale in crescita rispetti agli anni passati, il secondo nel 66%.
Il quesito sulle tecnologie abilitanti, che è stato posto anche alle imprese che ne stanno ancora valutando l’implementazione, conferma come le soluzioni per la manifattura avanzata siano la tecnologia 4.0 più diffusa tra le imprese bergamasche. Come registrato anche a livello regionale, l’interesse verso la robotica è in calo nel corso degli anni, probabilmente perché già implementata, mentre cresce l’attenzione verso le soluzioni di filiera come l’integrazione verticale e orizzontale. Circa un’impresa su cinque tra quelle che utilizzano tecnologie 4.0 o stanno valutando di utilizzarle, si orienta invece verso la simulazione, i big data, il cloud, l’Internet delle cose o la cybersecurity. Più marginali risultano la manifattura additiva e la realtà aumentata, quest’ultima in calo rispetto agli anni precedenti.
È stato chiesto alle imprese anche in quali altre soluzioni tecnologiche hanno investito o hanno intenzione di investire a breve termine: si tratta di tecnologie non espressamente previste nel piano di Impresa 4.0 ma che ne sono propedeutiche e prevedono comunque l’introduzione di soluzioni digitali. In particolare riscuotono l’interesse delle imprese tutte quelle tecnologie legate alla gestione dei processi aziendali e alla tracciatura dei prodotti.
Secondo le imprese intervistate, i servizi che andrebbero maggiormente incentivati per favorire l’adozione delle tecnologie abilitanti sono il supporto finanziario e la formazione del personale: il primo in particolare viene giudicato prioritario per l’artigianato, il commercio e i servizi, mente le imprese industriali, caratterizzate da una dimensione d’impresa mediamente maggiore, ritengono che sia più importante la formazione.
In tema di formazione si è anche indagato su quante imprese abbiano partecipato nell’ultimo anno a eventi informativi o seminari per sviluppare le competenze digitali. Anche in questo caso i risultati premiano le imprese industriali bergamasche, che registrano una percentuale di partecipazione superiore agli altri comparti. Fanalino di coda l’artigianato. Il dato medio dei quattro settori è superiore alla quota regionale grazie ai risultati migliori nell’industria e nel commercio.
Tra le imprese bergamasche l’importanza di valorizzare le informazioni prodotte dalla propria attività non è ancora del tutto compresa: quasi un terzo del campione complessivo dichiara di non avere nessuno strumento di preparazione e diffusione dei dati, percentuale che raggiunge il 44% nell’artigianato, mentre tra le imprese che producono reportistica prevale ancora la preparazione “manuale” rispetto ai sistemi di business intelligence (BI).
La situazione è diversa nell’industria, dove la quota di imprese che non valorizza minimamente i dati è solo del 15% e l’utilizzo di tecnologie BI sale al 47%, ma anche nel commercio: nonostante la frequente assenza di strumenti di reportistica le imprese commerciali fanno ampio uso degli strumenti strutturati di analisi e registrano anche le quote più elevate, per quanto ancora marginali, relative ai big data e agli algoritmi di intelligenza artificiale.
La diffusione delle nuove tecnologie digitali e la connettività diffusa hanno pervaso negli ultimi anni i sistemi economici internazionali, nazionali e regionali. Si tratta di una trasformazione che impatta su tutte le strutture funzionali delle imprese e introduce nuovi modelli di produzione e di organizzazione aziendale.
Nonostante l’adozione del piano nazionale Impresa 4.0, che insieme ad altri programmi coordinati a livello europeo ha contribuito significativamente a dare un impulso al processo di trasformazione per le imprese italiane, l’Italia sconta ancora un ritardo rispetto ad altri Paesi europei, come evidenziato da alcuni indicatori di sintesi legati alla trasformazione digitale nel sistema economico ed imprenditoriale. L’Italia si posiziona al di sotto della media europea sia sul fronte dell’integrazione delle tecnologie digitali (DTII) che sul fronte delle condizioni base necessarie a sviluppare il processo di digitalizzazione del Paese (DTEI - infrastrutture digitali, domanda ed offerta di competenze digitali, ecc.).
Per ridurre il ritardo che l’Italia sconta a livello europeo le Camere di commercio hanno dato vita ormai da tre anni alla rete dei Punti Impresa Digitale, impegnati per diffondere la digitalizzazione tra le imprese in modo trasversale. Quello di Bergamo è gestito dall’azienda speciale camerale Bergamo Sviluppo.
“L’intensa attività svolta in questi ultimi anni – spiega il presidente di Bergamo Sviluppo Angelo Carrara – ha consentito di raggiungere traguardi significativi: 50 gli eventi seminariali realizzati, un’intensa attività di supporto attraverso strumenti di autovalutazione del grado di maturità digitale, 2000 le aziende coinvolte, 2,5 milioni di euro erogati sotto forma di voucher alle imprese.”
“Questi numeri – dichiara il presidente della Camera di commercio Paolo Malvestiti – sono la dimostrazione che il tema della digitalizzazione riscuote un grande interesse presso le imprese e continua a rimanere una delle più importanti priorità camerali. La Camera di commercio di Bergamo intende infatti assicurare continuità alle attività del PID e rafforzare il lavoro in sinergia con i diversi Digital Innovation Hub e Competence Center accreditati a livello territoriale e nazionale.”