Martedì 31 Dicembre 2024
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L’indice del fatturato regionale in flessione fortemente negativa. Produzione bergamasca di Grana Padano su di un eccezionale 9,2%. Esportazioni agroalimentari bergamasche giù del 2%, in controtendenza rispetto al +2% lombardo
Nella regione Lombardia e in provincia di Bergamo anche il settore agricolo ha risentito molto della diffusione del Covid-19 e dalle misure adottate per il suo contenimento, ma non nella misura degli altri comparti produttivi. Questa in estrema sintesi il risultato dello studio semestrale sulla congiuntura agricola lombarda condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia in collaborazione con le associazioni agricole, presentato stamattina. Lo studio evidenzia infatti nel primo semestre dell’anno la natura anti-ciclica dell’agro-alimentare che, ancora una volta, ha dimostrato una tenuta maggiore nelle circostanze di recessione economica da Covid-19.
L’andamento dell’agricoltura è dunque negativo, ma meno rispetto ad altri settori come l’industria, con un indice del fatturato regionale cumulato che registra una forte flessione, specialmente nel secondo trimestre. Anche a livello nazionale l’Istat stima che l’agricoltura abbia contribuito alla caduta del PIL per il -2,3% nel primo trimestre e per il -4,9% nel secondo trimestre.
Le esportazioni dell’agro-alimentare nella provincia di Bergamo crollano del 2% nel semestre, in decisa controtendenza rispetto alla Lombardia, che registra invece una crescita del +2%. A pesare sul risultato negativo nel bergamasco è l’industria alimentare e delle bevande, che rileva un -6% contro il +16% del 2019. Nella provincia di Bergamo, tuttavia, l’esportazione dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e dell’acquacoltura ha valori molto positivi (+24%), in netta contrapposizione con la media regionale (-0,2%).
L’indice di costo dei mezzi di produzione riscontra un calo significativo, specialmente nella zootecnia e, seppure in misura inferiore, nelle coltivazioni agricole, a causa della diminuzione delle spese energetiche nei mesi di confinamento.
Interessante notare che i risultati di ciascun comparto sono stati molto differenti e influenzati dallo specifico canale cui sono destinati i prodotti finiti. Nel dettaglio si sono evidenziate le seguenti dinamiche settoriali:
Sul fronte occupazionale i segnali sono positivi per il primo trimestre (ultimo dato disponibile), che ha registrato in Lombardia un aumento degli addetti (6,1%) alle unità locali delle imprese agricole. Nella provincia di Bergamo, invece, il dato è cresciuto del +7,5%, ben al di sopra della media lombarda, e allineato alle ottime perfomance delle province di Sondrio (+13,6%) e di Mantova (+10,6%). I dati mensili del Sistal di Regione Lombardia, basati sulle comunicazioni obbligatorie relative a rapporti di lavoro dipendente nella provincia, offrono un quadro più preciso. In agricoltura le assunzioni sono rimaste stabili fino a maggio ma segnano una flessione negativa nel mese di giugno che si approfondisce con luglio. Le cessazioni nel settore, invece, sono in aumento, con picchi nei mesi di gennaio, febbraio e aprile.
Il numero di imprese operanti nel settore agricolo continua a calare in modo costante rispetto ai semestri precedenti. Questo andamento però non risulta tanto influenzato dall’emergenza Covid-19 quanto, invece, dalla peculiare struttura del tessuto imprenditoriale agricolo lombardo. In Lombardia si registra una variazione negativa del -1,9% e del -2,1%, rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre. Nella provincia di Bergamo si riscontrano risultati leggermente migliori rispetto alla media regionale, con un calo del -0,3% nel primo trimestre e del -1,1% nel secondo.
Il quadro che traccia lo studio congiunturale è di un primo semestre 2020 negativo per il settore agricolo della Lombardia, anche se in misura molto più contenuta rispetto ad altri comparti. Detto ciò, l’emergenza sembra aver travolto soprattutto il comparto della zootecnia, il cuore dell’agro-alimentare lombardo, e il lattiero-caseario, causando una contrazione significativa dell’indice trimestrale dei prezzi all’origine. La tiepida ripresa iniziata negli ultimi mesi del primo semestre e nei mesi successivi al confinamento fa sperare in un miglioramento per il prossimo semestre. L’incognita principale sul futuro del settore è però una nuova diffusione del Covid-19 in Italia e all’estero.