Sabato 23 Novembre 2024
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La natalità delle imprese bergamasche si avvicina ai livelli pre-pandemia con 1323 iscrizioni.
Il secondo trimestre 2021 si chiude con 94.607 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo. Le iscrizioni sono 1.323, un valore solo poco al di sotto della media del triennio 2017-2019, il periodo immediatamente precedente la crisi economica dovuta alla pandemia. Questo dato si mostra, tuttavia, inferiore di 153 unità rispetto a quello rilevato nel secondo trimestre 2019. Le cessazioni sono 727, segnando una variazione tendenziale positiva su base annua (7,4%). Confrontando tale dato con lo stesso periodo del 2019 si nota come sia inferiore di quasi 1/3. Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni risulta positivo con 596 unità (+37 nel corrispondente periodo del 2020).
Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,4%, con una crescita di 0,6 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2020. Il tasso di mortalità, invece, segna lo 0,8%, segnando una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le imprese attive (84.690) risultano in aumento (+835 posizioni pari all’1,0% su base annua) rispetto allo stesso trimestre del 2020.
Nella bergamasca tra i settori economici i servizi rappresentano il 38,3% delle imprese attive, seguiti da commercio (22,4%), le costruzioni (20,7%) e la manifattura (12,7%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso sono cresciuti i servizi (+642 con una variazione pari a 2,0% su base annua), l’agricoltura (+73 pari a 1,5% su base annua), il commercio (+133 pari a 0,7% su base annua) e le costruzioni (+85 pari allo 0,5% su base annua). Risulta, invece, diminuita la manifattura (-108 pari a -1,0% su base annua).
Molto positivi i tassi di natalità di agricoltura (1,4%), servizi (1,2%) e costruzioni (1,1%), seguiti da commercio (1,0%) e manifattura (0,6%). Il tasso di mortalità è il più basso per l’agricoltura (0,5%), seguono poi costruzioni (0,8%), commercio (0,8%), servizi (0,8%) e manifattura (0,6%).
Quanto alla natura giuridica, si conferma la tendenza in atto nell’ultimo decennio: l’impresa individuale risulta la forma giuridica maggiormente diffusa nella provincia con un’incidenza del 52,9% sulle imprese attive totali. A seguire le società di capitali (29,6%), le società di persone (15,3%) e le altre forme giuridiche (2,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, sono in crescita le società di capitali attive (3,3%), le altre forme giuridiche (0,8%) e le imprese individuali (0,7%). Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-2,1%).
Le imprese straniere attive sono 9.434 pari a 11,1% delle imprese attive totali con una variazione tendenziale su base annua pari a 3,4%. Le imprese femminili attive sono 17.204, con una variazione tendenziale pari a 1,9% su base annua, e rappresentano il 20,3% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 7.201, con una variazione tendenziale pari a 1,9% su base annua, e rappresentano l’8,5% delle imprese attive totali.
Nel secondo trimestre 2021 sono 30.124 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 466 (+64,1% su base annua) e le cessazioni (avvenute non d’ufficio) sono 338 con una variazione pari a +26,1% su base annua. Il saldo complessivo risulta positivo con 128 unità (+16 nel corrispondente periodo del 2020). Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,5%, mentre il tasso di mortalità segna l’1,1%.
Le imprese artigiane attive sono, invece, 30.049 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una perdita di -21 posizioni con una variazione tendenziale pari a -0,1%.
L’analisi dei settori economici mostra che le imprese artigiane attive nelle costruzioni sono il 44,7% delle imprese attive totali, seguite dai servizi (27,8%), della manifattura (21,9%) e del commercio (5,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono i servizi (+107 con una variazione tendenziale pari a 1,3% su base annua) e il commercio (+11 pari a 0,7% su base annua). Diminuiscono, invece, l’agricoltura (-3 pari a -2,4% su base annua), la manifattura (-103 pari a -1,5% su base annua), e le costruzioni (-30 pari a -0,2% su base annua).
Osservando la forma giuridica, invece, il 74,3% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,4%), le società di capitali (10,2%) e i consorzi (0,04%).
Le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni nell’aprile e nel maggio 2021 (non è ancora disponibile il dato di giugno) sono stati, complessivamente, pari a 150, in netto aumento rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente (73).
Le 108.173 attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+1.171), impiegano 391.312 addetti (di cui 321.345 dipendenti e 69.967 indipendenti). Rispetto allo stesso periodo del 2020 si registra pertanto una diminuzione di 4.530 addetti, con una variazione tendenziale del ‑1,1% su base annua. Si ricorda che il dato degli addetti è riferito al trimestre precedente rispetto a quello delle imprese e unità locali.
Tra i settori economici si riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive delle costruzioni (+1.829), della manifattura (+146) e dell’agricoltura (+55). Rilevanti perdite di addetti su base annua si rilevano nei servizi (-6.859) e nel commercio (-90).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Nel secondo trimestre 2021 la crescita delle iscrizioni di imprese ci restituisce un buon segnale sulla ripresa dell’economia bergamasca. Dopo la crisi economica scatenata dalla pandemia la fiducia degli imprenditori sembra migliorare con le iscrizioni che tornano ai livelli della media del triennio 2017-2019. Le cessazioni non hanno ancora raggiunto i livelli pre-Covid, in ragione del perdurare delle misure di sostegno pubblico che stanno probabilmente ritardando la chiusura di imprese in sofferenza.”