Sabato 23 Novembre 2024
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
La produzione manifatturiera bergamasca cresce nel terzo trimestre di oltre il 20% rispetto al periodo precedente, ma su base annua l’andamento è ancora negativo sia per l’industria (-3,4%) che per l’artigianato (-7,2%)
I dati relativi alla produzione manifatturiera a Bergamo e provincia nel periodo luglio-settembre 2020 evidenziano un netto rimbalzo, dopo la forte caduta dei primi 6 mesi dell’anno. Rispetto al secondo trimestre, le imprese industriali con almeno 10 addetti riportano una crescita del +21,3% e quelle artigiane con almeno 3 addetti registrano un incremento di +22,7%.
Il confronto con lo stesso periodo del 2019 mostra come questo sforzo non abbia tuttavia consentito di recuperare pienamente i livelli produttivi pre-Covid-19. Le variazioni su base annua (dato tendenziale) sono infatti pari al -3,4% per l’industria e al -7,2% per l’artigianato.
INDUSTRIA - Per l’industria bergamasca l’indice della produzione risale a 103,5 dopo aver toccato il minimo storico nel secondo trimestre per gli effetti della tempesta sanitaria ed economica. Si tratta di un risultato in linea con quello regionale, anche se la Lombardia nel suo complesso mostra un differenziale negativo lievemente peggiore rispetto ai livelli dell’anno precedente (-5,2% la variazione regionale su base annua).
I settori oggetto della rilevazione mostrano però andamenti non omogenei. Per il comparto moda le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono ancora pesantemente negative, mentre gli alimentari, il chimico-farmaceutico e la gomma-plastica hanno mostrato una maggior capacità di recupero. Particolarmente reattiva si è dimostrata la meccanica bergamasca, che sembra essersi rapidamente riportata sui livelli produttivi del 2019.
La dinamica del fatturato segue abbastanza da vicino quella della produzione, sebbene con un risultato lievemente meno incoraggiante: la crescita congiunturale rispetto al secondo trimestre 2020 è pari al +20,5%, con una variazione su base annua che si attesta al -5,1%.
Anche sul fronte degli ordinativi si assiste a una ripresa vigorosa dal punto di vista congiunturale, con incrementi prossimi al 25% sia per gli ordini interni che per quelli esteri. Rispetto al livello di un anno fa, gli ordinativi provenienti dal mercato interno risultano più penalizzati (-7,6% la variazione tendenziale a fronte del -5,6% per quelli esteri), per via delle maggiori perdite subite durante la prima fase dell’emergenza sanitaria.
Prosegue invece la fase calante dell’occupazione industriale, con una diminuzione del numero di addetti nel trimestre (-0,3%): si tratta di una tendenza negativa già iniziata nel corso del 2019 e che non sembra aver risentito in misura rilevante degli effetti della pandemia, anche grazie all’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali. La Cassa Integrazione, pur in calo rispetto alle punte del secondo trimestre, si conferma infatti su livelli molto elevati: dichiara di averla utilizzata il 41% delle imprese bergamasche del campione intervistato.
Le aspettative degli imprenditori risultano ancora condizionate dall’incertezza che riguarda l’evolversi della situazione sanitaria, con la maggior parte degli imprenditori che rimane pessimista sui risultati del quarto trimestre. Il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione si conferma infatti negativo per tutte le variabili (produzione, domanda interna ed estera, occupazione), sebbene con valori in leggero miglioramento rispetto a quelli dell’ultima rilevazione.
ARTIGIANATO - Anche l’artigianato manifatturiero bergamasco evidenzia un rimbalzo significativo dopo la caduta della prima parte dell’anno: rispetto al punto di minimo del secondo trimestre la produzione cresce del +22,7% e il fatturato del +23,7%, ma le rispettive variazioni su base annua si attestano al -7,2% e al -4,8%, evidenziando un recupero solo parziale dei livelli pre-Covid. Per gli ordini interni il divario rispetto allo stesso periodo del 2019 è invece del -6,8%.
Si conferma la tenuta dell’occupazione delle imprese artigiane (+0,3% la variazione nel trimestre), che grazie all’allargamento dei criteri di accesso hanno fatto un massiccio utilizzo della Cassa Integrazione: il 34% delle imprese intervistate dichiara di avervi fatto ricorso, dopo il picco pari al 72% raggiunto nel secondo trimestre. Le aspettative per l’ultimo trimestre dell’anno rimangono orientate in senso prevalentemente negativo, anche se le previsioni risultano in lieve miglioramento per quanto riguarda produzione e domanda interna.
COMMERCIO E SERVIZI - Per le imprese attive nei servizi il fatturato del terzo trimestre 2020 risulta ancora distante dai livelli del 2019: la variazione su base annua è infatti pari al -7,5%. Si tratta di un recupero comunque significativo rispetto al -24,2% del secondo trimestre, sebbene per le attività di alloggio e ristorazione il divario rimanga superiore al -20%.
Il commercio al dettaglio si conferma anche nel terzo trimestre il settore meno colpito dall’emergenza sanitaria: il fatturato mostra una diminuzione contenuta su base annua (-2,4%), con una minore variabilità tra i diversi settori rispetto ai trimestri precedenti grazie alla ripresa significativa dei negozi non alimentari, che erano stati molto penalizzati durante la prima fase della pandemia. Va tuttavia sottolineato che il dato è stato rilevato prima delle recenti misure di contenimento e limitazione delle attività adottate in seguito alla seconda ondata del virus.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La riapertura estiva di tutte le attività economiche, in seguito al venir meno delle misure più rigide di contenimento del virus, ha trovato pronte le imprese della manifattura. Hanno mostrato notevole reattività nel ripartire velocemente e cercare di recuperare, riallacciando filiere e rapporti commerciali interrotti dal lockdown. Buona la ripresa del commercio, ma la seconda ondata che stiamo vivendo sta andando a penalizzare nuovamente il settore.”