Sabato 23 Novembre 2024
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Nel secondo trimestre il fatturato delle imprese lombarde dei servizi e del commercio al dettaglio “rimbalza” rispetto ai minimi dell’anno scorso. Segnali positivi su occupazione, ordini e aspettative.
Il confronto con i valori minimi raggiunti nell’analogo periodo del 2020, durante la fase più difficile dell’emergenza sanitaria, genera nel secondo trimestre un vistoso rimbalzo del fatturato del settore terziario lombardo: l’incremento su base annua è pari al +35,4% per le imprese con almeno 3 addetti dei servizi e del +25,2% per quelle del commercio al dettaglio. La variazione calcolata rispetto ai primi tre mesi dell’anno, pur di entità molto inferiore, si conferma comunque positiva (rispettivamente +1,6% per i servizi e +1,1% per il commercio) e in miglioramento rispetto agli ultimi due trimestri.
I progressi sul fronte sanitario, determinati dalla riduzione dei contagi, e il parallelo venir meno delle restrizioni alle attività economiche hanno creato le condizioni per l’avvio di una fase di recupero in un settore che era stato molto colpito dalla crisi innescata dal Covid-19. La crescita registrata nell’ultimo trimestre consente al numero indice del commercio al dettaglio, calcolato ponendo pari a 100 il livello medio del 2010, di raggiungere quota 86,5 e di completare sostanzialmente il recupero dei valori precedenti alla pandemia. I servizi invece, dove l’impatto negativo delle misure di distanziamento è stato più forte, registrano un indice pari a 90,8, ancora lontano dai livelli medi del 2019.
Non tutte le attività dei servizi sono state colpite allo stesso modo: nei servizi alle imprese e nel commercio all’ingrosso l’utilizzo dello smart working ha evitato ripercussioni troppo pesanti e in questi due comparti il giro d’affari ha già superato i valori del 2019. Le attività di alloggio e ristorazione sono invece ancora molto indietro nel recupero dei livelli persi in seguito agli effetti della pandemia, con perdite di fatturato che sfiorano il 30%.
Nel commercio al dettaglio il rimbalzo registrato su base annua è guidato soprattutto dai negozi non alimentari, che erano stati molto penalizzati nel secondo trimestre del 2020: nonostante il significativo recupero, i livelli di fatturato di questo comparto risultano ancora inferiori a quelli che avevano caratterizzato il 2019. All’opposto gli esercizi non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare e che erano stati avvantaggiati durante il lockdown per via della crescita dei consumi alimentari domestici, mostrano una crescita tendenziale più moderata ma su livelli di fatturato significativamente superiori a quelli pre-pandemia.
L’incremento del volume d’affari registrato su base annua dalle imprese commerciali bergamasche risulta allineato a quello evidenziato in regione (+24,8%), sebbene nel confronto con i livelli dell’ultimo trimestre la Lombardia metta a segno una crescita più marcata (+2,1%), allargando lievemente il vantaggio sull’indice provinciale rispetto al periodo pre-Covid19.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Come per la produzione manifatturiera, anche il fatturato del terziario registra una forte variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno perché da una parte il grosso delle restrizioni è stato rimosso, dall’altra i dati attuali si confrontano con il punto di minimo nel 2020. La differenza tra il commercio al dettaglio e i servizi è che il primo ha recuperato i livelli medi precedenti la crisi, ma non così i secondi, sebbene a Bergamo siano cresciuti di più che al livello regionale. Anche nel terziario si nota una tensione sui prezzi e un diffuso clima di fiducia circa il mantenimento del recupero.”