Venerdì 22 Novembre 2024
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I settori che registrano la maggiore natalità sono le costruzioni, l’agricoltura e i servizi.
Il terzo trimestre 2021 si chiude con 94.770 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo. Le iscrizioni sono 1.016 in aumento dell’1,4% su base annua. Le cessazioni sono 859, segnando una variazione tendenziale annua del +2,3%.
Il tasso di natalità delle imprese registra 1,1% mentre il tasso di mortalità si attesta su 0,9%. Entrambi i dati riportano lo stesso valore del terzo trimestre dell’anno precedente.
Le imprese attive (84.965) risultano in aumento (+987 posizioni pari all’1,2% su base annua) rispetto allo stesso trimestre del 2020.
Nella bergamasca tra i settori economici i servizi rappresentano il 38,4% delle imprese attive, seguiti da commercio (22,3%), le costruzioni (20,7%) e la manifattura (12,7%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso sono cresciuti i servizi (+695 con una variazione pari a 2,2% su base annua), l’agricoltura (+93 pari a 1,9% su base annua), il commercio (+139 pari a 0,7% su base annua) e le costruzioni (+159 pari allo 0,9% su base annua). Risulta, invece, diminuita la manifattura (-106 pari a -1,0% su base annua).
Quanto al tasso di natalità per settore produttivo, si distinguono positivamente le costruzioni (1,0%), l’agricoltura (0,8%) e i servizi (0,8%). A seguire il commercio (0,7%) e la manifattura (0,5%). Osservando, invece, il tasso di mortalità, l’agricoltura rileva il valore inferiore (0,6%). Sono maggiori i tassi di mortalità delle costruzioni (1,0%), dei servizi (0,8%) del commercio (0,7%) e della manifattura (0,5%).
In relazione alla natura giuridica, si conferma la tendenza in atto nell’ultimo decennio: l’impresa individuale risulta la forma giuridica maggiormente diffusa nella provincia con un’incidenza del 52,9% sulle imprese attive totali. A seguire le società di capitali (25.260 pari al 29,7%), le società di persone (12.922 pari a 15,2%) e le altre forme giuridiche (1.824 pari a 2,1%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, sono in crescita le società di capitali attive che registrano una variazione tendenziale del 3,5%, le imprese individuali (0,8%). Le altre forme giuridiche sono stabili. Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-1,8%).
Le imprese straniere attive sono 9.558 pari a 11,2% delle imprese attive totali con una variazione tendenziale su base annua pari a 3,7%. Le imprese femminili attive sono 17.330, con una variazione tendenziale pari a 2,3% su base annua, e rappresentano il 20,4% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 7.412, con una variazione tendenziale pari a 1,4% su base annua, e rappresentano l’8,7% delle imprese attive totali.
Nel terzo trimestre 2021 sono 30.189 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 400 (+19,4% su base annua) e le cessazioni (avvenute non d’ufficio) sono 335 con una variazione pari a +1,2% su base annua. Il saldo complessivo risulta positivo con 65 unità (+4 nel corrispondente periodo del 2020). Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,3% mentre il tasso di mortalità segna l’1,1%.
Le imprese artigiane attive sono, invece, 30.128 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una crescita di 50 posizioni con una variazione tendenziale pari a 0,2%.
L’analisi dei settori economici mostra che il numero maggiore di imprese artigiane attive si concentra nell’ambito delle costruzioni (13.501 pari al 44,8% delle imprese attive totali), dei servizi (8.358 pari al 27,7%), della manifattura (6.585 pari a 21,9%) e del commercio (1.557 pari al 5,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono i servizi (+107 con una variazione tendenziale pari a 1,3% su base annua), il commercio (+14 pari a 0,9% su base annua), le costruzioni (+27 pari a 0,2% su base annua) e l’agricoltura (+3 pari a 0,2% su base annua). Diminuiscono, invece, la manifattura (-100 pari a ‑1,5% su base annua).
Osservando la forma giuridica, invece, il 74,3% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,3%), le società di capitali (10,3%), i consorzi (0,04%) e le cooperative (0,02%).
Nel terzo trimestre 2021 le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono stati complessivamente 202, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+250).
Le 108.553 attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+1.361), impiegano 400.390 addetti (di cui 330.190 dipendenti e 70.200 indipendenti). Rispetto allo stesso periodo del 2020 si registra pertanto una crescita degli addetti totali pari a +1.760, con una variazione tendenziale del 0,4% su base annua. Si ricorda che il dato degli addetti è riferito al trimestre precedente rispetto a quello delle imprese e unità locali.
Tra i settori economici si riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive delle costruzioni (+2.273), dei servizi (+919) e dell’agricoltura (+709). Rilevanti perdite di addetti su base annua si rilevano nella manifattura (-1.839) e nel commercio (-54).
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Il terzo trimestre si chiude con una crescita delle imprese attive rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno si è presentato anche nello scorso trimestre e rappresenta uno stacco in confronto con l’andamento decrescente che osservavamo da una decina di anni. Tale tendenza positiva si riscontra anche sui valori del periodo pre-Covid e potrebbe segnalare un’inversione di tendenza che dovremo confermare con le risultanze dei prossimi periodi.”