Mercoledì 27 Novembre 2024
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Imprenditori bergamaschi privilegiano l’indipendenza nella gestione dell’impresa. Forte radicamento nel territorio anche per le imprese più internazionalizzate.
Con la rilevazione trimestrale sulla congiuntura la Camera di commercio ha indagato le relazioni che intessono le imprese con i clienti, i fornitori e tra loro stesse tramite rapporti di subfornitura, contratti di rete e accordi produttivi di altro tipo.
Data la frammentazione strutturale dovuta alla prevalenza della piccola o media dimensione aziendale, tratto caratteristico del sistema produttivo italiano, le relazioni interaziendali potrebbero compensare parzialmente questo limite e consentire percorsi di crescita tra le imprese. Tuttavia, per una poco spiccata propensione a instaurare legami produttivi tra imprese, gli imprenditori bergamaschi sembrano utilizzare poco l’aggregazione.
A livello regionale il settore che fa maggiore ricorso all’aggregazione è il commercio al dettaglio. Quasi un’impresa commerciale su dieci ha dichiarato di appartenere a una rete e infatti in questo settore sono particolarmente diffusi i gruppi d’impresa e le forme di aggregazione in generale. Segue in classifica il settore dell’industria, soprattutto per le imprese di più grande dimensione. A livello provinciale lo scarso numero di imprese che hanno dichiarato di appartenere a una rete impedisce di compiere elaborazioni statisticamente significative.
Un altro approfondimento dell’indagine congiunturale ha riguardato la rete dei clienti e dei fornitori.
CLIENTI. Sotto il profilo della localizzazione, si conferma la maggior apertura ai mercati esteri delle imprese industriali: a Bergamo circa la metà di esse dichiara di avere i principali clienti nei paesi UE e circa una su tre nel resto del mondo. Tali percentuali si riducono notevolmente sia nell’artigianato che nei servizi, settori dove prevalgono nettamente le relazioni di prossimità. Nel manifatturiero, sia industriale che artigianale, anche la dimensione d’impresa gioca un ruolo importante, con imprese maggiormente esposte all’estero al crescere del numero di addetti.
Se si analizza la dipendenza dal cliente principale, non emergono differenze eclatanti tra i settori, anche se le imprese dei servizi attuano una politica di maggiore diversificazione della clientela. Le imprese per le quali la dipendenza dal cliente principale supera la soglia critica del 50% sono meno di una su cinque.
Industria, artigianato e servizi si differenziano maggiormente considerando la dimensione del cliente principale. Per l’industria il cliente è una grande impresa quasi nella metà dei casi, mentre ciò accade più raramente per i servizi e per l’artigianato.
FORNITORI. L’orizzonte locale dell’artigianato e dei servizi è caratterizzato anche dalla localizzazione dei fornitori: più della loro metà stanno in provincia, anche se frequenti rapporti di fornitura vengono dagli altri territori lombardi. La quota di imprese con fornitori internazionali è più elevata nell’industria, ma sono più quelle che si avvalgono di forniture locali, con il 39% che si rifornisce soprattutto a Bergamo e il 52% nelle altre province lombarde. Ciò indica un marcato radicamento nel territorio anche per le imprese più internazionalizzate del settore industriale.
Infine, le imprese che si riforniscono presso un solo fornitore per oltre la metà degli acquisti rappresentano una quota che varia dal 7% nei servizi al 12% nell’artigianato, mentre nell’industria si acquista dal fornitore principale più del 25% solo in un caso su tre.
“L’analisi dei rapporti instaurati dall’impresa conferma la propensione all’internazionalizzazione dell’industria bergamasca, la quale mostra un’apertura all’estero anche più marcata rispetto alla media lombarda, pur mantenendo un forte legame con le reti di fornitura del territorio”, – commenta il presidente della Camera di commercio Paolo Malvestiti. “Per altro verso, in tutti i settori produttivi i grandi clienti rivestono una notevole rilevanza economica e generano un ampio indotto, fatto che va per giunta messo in relazione con l’esigua percentuale di grandi imprese in regione.”