Martedì 26 Novembre 2024
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Le esportazioni delle imprese bergamasche crescono tendenzialmente del 2,4%, contro variazioni negative per l’Italia (-1,0%) e per la Lombardia (-0,9%).
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 5.448 milioni di euro (+2,4% su base annua, contro variazioni del -0,9% in Lombardia e del -1,0% in Italia). Le importazioni sono state pari a 3.570 milioni (-7,9% tendenziale, contro -6,0% in Lombardia e ‑9,8% in Italia). Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.878 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.593 milioni).
Le variazioni più positive all’interno dei dieci settori trainanti delle esportazioni provinciali si registrano nei macchinari (1.289 milioni, +8,8%), metalli di base (816 milioni, +9,0%), mezzi di trasporto (555 milioni, +9,6%), apparecchi elettrici (352 milioni, +6,9%) e alimentari (325 milioni, +17,8%).
Le variazioni negative, invece, si riscontrano nei prodotti chimici (814 milioni, -6,2%), gomma e materie plastiche (517 milioni, -5,8%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, -17,9%).
Si osserva una variazione negativa dell’area Euro 20 (-1,1%), compensata tuttavia da una crescita delle esportazioni verso i Paesi UE fuori dall’area Euro, pertanto la variazione complessiva delle esportazioni verso l’UE è praticamente nulla (‑0,2%).
Le esportazioni verso l’Asia orientale scendono sensibilmente (-15,8%), ma aumentano quelle verso i Paesi europei non UE (+7,4%), l’America settentrionale (+12,8%), il Medio Oriente (+17,2%) e l’America centro-meridionale (+12,7%).
Analizzando i dieci paesi con maggiore interscambio commerciale con Bergamo, hanno sofferto le esportazioni verso Germania (-2,2%), Spagna (-3,4%), Regno Unito (-2,5%), Paesi Bassi (‑4,8%), Cina (-16,6%) e Austria (-6,7%). Sono aumentate invece quelle verso Francia (4,7%), Stati Uniti (12,5%), Polonia (15,1%) e Svizzera (12,3%).
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni:“ Nel primo semestre la variazione delle esportazioni bergamasche rispetto all’anno precedente è in territorio ampiamente positivo, ma la crescita del secondo trimestre è meno brillante ed è un segno del rallentamento del commercio internazionale. Il calo della domanda interna di beni di consumo e di investimento, riscontrabile nei maggiori Paesi, si sta traducendo in una flessione delle importazioni. È così che, ad esempio, la situazione economica tedesca e cinese ha determinato un calo dei valori destinati a questi importanti partner commerciali del nostro territorio. In ogni caso, il flusso verso l’America settentrionale più che compensa questa diminuzione”.