Lunedì 25 Novembre 2024
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Nell’ultimo anno iscrizioni e cessazioni di imprese sono calate a Bergamo e in Lombardia per effetto della pandemia. In bergamasca i tassi di sopravvivenza sono aumentati nel decennio ma è evidente l’effetto della crisi da Covid.
A Bergamo le iscrizioni di imprese tra il 2010 e il 2020 hanno registrato un andamento decrescente, tendenza che si è rafforzata nell’ultimo anno, in cui le iscrizioni sono calate del 20% rispetto all’anno prima. Anche le cessazioni, che pure negli anni 2010-2019 mostravano una tendenza all’aumento, hanno subito una decisa flessione nel 2020, dell’ordine del 18%. Questo fa sì che il tasso di natalità abbia subito un calo tra il 2010 e il 2020, attestandosi al 4,6% nell’ultimo anno, e lo stesso vale per il tasso di mortalità, che era stato in crescita fino al 2019. Il tasso di turnover lordo, ovvero la somma di questi due tassi, ha subito un lieve decremento tra il 2010 e il 2020, dovuto principalmente al calo della natalità.
In Lombardia le iscrizioni (e quindi il tasso di natalità) hanno mantenuto una dinamica negativa simile a quella di Bergamo, mentre le cessazioni e il tasso di mortalità sono rimasti in costante diminuzione, eccettuato un aumento nel 2019.
Nel decennio 2010-2019 è andato crescendo il tasso di sopravvivenza a uno, due e tre anni dall’iscrizione, che rappresenta la quota percentuale di imprese che sopravvivono a uno, due e tre anni. Perciò i tassi più alti si sono registrati al 2020, quando era ancora in vita l’83% delle imprese bergamasche iscritte un anno prima, il 77% di quelle iscritte due anni prima e quasi il 70% di quelle registrate tre anni prima. Viceversa, solo il 73% delle imprese iscritte nel 2010 sopravviveva a due anni dall’iscrizione. In tutto il periodo il tasso bergamasco è stato sempre lievemente al di sopra di quello regionale.
La crescita del tasso di sopravvivenza, se collegata alla diminuzione del tasso di turnover lordo, descrive un’evoluzione in positivo della demografia di impresa sia in provincia che in Lombardia. Le imprese iscritte, infatti, sono inferiori in numero assoluto ma sono maggiormente solide in termini di capacità di sopravvivenza.
Rispetto alla forma giuridica, sono le società di persone e le imprese individuali a sopravvivere di più a un anno dall’iscrizione, mentre a due e a tre anni, sono più numerose le società di persone e di capitali. Le imprese organizzate in forma societaria rappresentano quindi la quota maggiore di quelle che durano almeno due anni dall’iscrizione.
Osservando le curve sull’arco del decennio, si nota una diminuzione dei tassi di sopravvivenza tra il 2011 e il 2015 a seguito della crisi dei debiti sovrani. Nello specifico, il calo risulta evidente per le società di capitali iscritte negli anni 2011-2013, per le società di persone iscritte nel 2011 e per le imprese individuali iscritte tra il 2011 e il 2015.
Con riguardo al settore economico, le imprese agricole e quelle attive nel settore trasporti e spedizioni hanno un’elevata sopravvivenza a uno, due e tre anni dall’iscrizione. A seguire si trovano commercio, turismo e manifattura. Sull’arco del decennio, l’agricoltura accusa un calo dei tassi di sopravvivenza per le imprese iscritte nel 2011, tendenza non ravvisabile chiaramente nella manifattura. Commercio e servizi, dal canto loro, hanno avuto un aumento dei tassi di sopravvivenza per le imprese iscritte nel 2012, quando invece le imprese dei trasporti e del turismo subivano una flessione.
Le prime conseguenze della crisi economica da Covid-19 possono essere già colte dalla lettura di questi dati. Nell’anno 2020 si nota infatti un deciso calo delle iscrizioni, connesso alla diminuzione della fiducia degli imprenditori, al blocco di determinate attività produttive, oltre che alle restrizioni al libero movimento. Il parallelo calo delle cessazioni non solo congela la tendenza crescente degli ultimi anni, ma fa registrare un tonfo senza precedenti, ricollegabile in parte agli interventi di sostegno economico e alla resilienza del tessuto produttivo bergamasco. Queste risultanze, già ravvisate peraltro dall’analisi delle movimentazioni nei primi due trimestri del 2021, rendono ragionevole stimare la presenza di una platea nascosta di imprese che, in assenza delle misure di ristoro e sostegno economico, avrebbe probabilmente dovuto cessare la propria attività.
Questo studio sui dati del Registro delle imprese conferma tendenze note, come la diminuzione delle iscrizioni a fronte dell’aumento delle cessazioni negli ultimi undici anni. La diffusione del Covid-19, tuttavia, ha in parte modificato questa dinamica portando a un deficit di natalità maggiore e, contrariamente alle aspettative, a un congelamento della mortalità di impresa. I dati sulla sopravvivenza delle imprese bergamasche offrono tuttavia un quadro positivo sul medio periodo, con tassi in costante miglioramento e al di sopra di quelli lombardi. Significativa la capacità di sopravvivenza delle imprese individuali, che costituiscono la forma giuridica più diffusa sul nostro territorio.