Lunedì 23 Dicembre 2024
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Nel resto della provincia la variazione di sedi e di unità locali è stata del 16%. Le sedi di imprese gestite da stranieri sono cresciute del 40% e offrono sempre più frequentemente la somministrazione nei locali.
A fine 2022 le sedi di impresa bergamasche attive nella ristorazione erano 2.665 - circa il 4% del totale provinciale, una quota simile alla Lombardia e all’Italia. Nel decennio tra il 2013 e il 2022 sono aumentate di 294 unità le sedi di impresa attive nella ristorazione in provincia di Bergamo, realizzando quindi una variazione percentuale del 10%, che tocca addirittura il 40% se si considerano le imprese guidate da imprenditori nati all’estero. Va detto che il ritmo di crescita delle imprese di ristorazione e delle imprese straniere di ristorazione in bergamasca sono inferiori rispetto a corrispondenti tassi regionale e nazionale.
Se si considerano anche le unità locali, il totale sale a 3.693. Tra le unità locali della ristorazione circa tre su dieci fanno capo a una sede fuori provincia. Le unità locali hanno registrato una crescita costante - compreso nel 2022, seppure a velocità ridotta rispetto agli anni precedenti. Nel decennio sono cresciute in modo particolare le unità locali di imprese con sede fuori provincia, che hanno riportato una variazione percentuale del +144%.
Nel 2022 la maggioranza delle imprese di ristorazione attive aveva sede nell’area urbana del capoluogo (35%), seguita dalla pianura (27%), dalla collina (20%) e dalla montagna (18%). È proprio nell’area urbana che la ristorazione è cresciuta maggiormente nel decennio, poi in pianura. A fine 2022 Bergamo era in prima posizione per consistenza: 529 sedi e 232 unità locali (+40% rispetto al 2013), seguita da Treviglio (+30%).
Circa un’impresa su cinque è gestita da persone nate all’estero, il 94% delle quali è cittadina extra UE. Tra i ristoranti da asporto due su cinque sono a conduzione straniera, mentre nella ristorazione con somministrazione solo un’impresa su quattro è straniera. Se però lungo tutto il decennio gli stranieri hanno privilegiato la ristorazione senza somministrazione, nell’ultimo anno le curve si sono invertite e la somministrazione è diventata la tipologia prevalente anche tra le imprese straniere.
Un’impresa di ristorazione su quattro è a conduzione femminile, quota allineata all’Italia ma superiore alla Lombardia, mentre poco più di una su dieci è posseduta da giovani imprenditori. Le imprese giovanili e quelle femminili sono andate calando.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’evoluzione delle imprese di ristorazione lungo il decennio rispecchia diversi fenomeni, tra cui la crescita del turismo in città, il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini legate ai pasti fuori casa durante la giornata lavorativa, oltre alla penetrazione delle catene della ristorazione. Un altro fenomeno osservabile dai numeri è la quota crescente di ristoratori stranieri, anche questo da mettere in relazione con fasi più mature della presenza straniera, accompagnata da una maggiore apertura degli italiani nei confronti del cibo etnico”.