La pietra di Credaro si estrae nell'area del basso Sebino, presso Credaro, Castelli Calepio e Carobbio degli Angeli da rocce cretaciche (formatesi nel Campaniano, cioè intorno a 65 milioni di anni fa) appartenenti all'Unità della pietra di Credaro nell'ambito della Formazione del Flysch di Bergamo. Si tratta di una formazione che affiora lungo la fascia pedecollinare dalla Brianza al Lago d'Iseo, mentre l'Unità della pietra di Credaro affiora soltanto nella porzione più orientale e si caratterizza per un maggior contenuto in minerali cartonatici. I Flysch sono rocce di origine marina formatesi per l'accumulo di frane sottomarine particolarmente ingenti e catastrofiche, che hanno portato alla formazione di livelli, detti corsi, in cui si distinguono due varietà: il berrettino e il medolo.
Le due varietà si differenziano per la composizione mineralogica ed il colore: il berrettino è una calcarenite, cioè un'arenaria a composizione calcarea, di colore giallo dorato, mentre il medolo è un calcare microcristallino di colore rosato-bruno. La coltivazione della pietra di Credaro avviene a cielo aperto mediante l'utilizzo di mezzi meccanici. Da un punto di vista tecnico, la pietra di Credaro è una roccia che in entrambe le varietà presenta buoni valori di resistenza meccanica ed agli effetti del gelo, proprietà che la rendono particolarmente adatta ad impieghi di rivestimento soprattutto in esterno.
La tradizionale lavorazione a spacco artigianale esalta la sobria e rustica bellezza di questa pietra, valorizzata anche dalle tecniche di posa: le tradizionali pose a secco, semisecco e fugate spesso giocano con le forme, con i colori e con il rapporto pieno/vuoto. I rivestimenti vengono realizzati infatti sia utilizzando conci di dimensioni e forme simili, sia giustapponendo conci di forma e pezzatura irregolari, sia creando disegni cromatici con l'abbinamento ad altri materiali, come Pietra di Sarnico, borlanti di fiume, laterizi, ecc.