Le pietre Coti sono pietre impiegate come abrasivi per affilare o molare utensili metallici, soprattutto lame. Si tratta di uno dei prodotti più tipici del nostro territorio, i cui pregi sono noti da migliaia di anni e vengono segnalati già in fonti latine. Da un punto di vista giacimentologico, la roccia sfruttata per la produzione delle coti si concentra lungo sottili livelli - al massimo di qualche decina di centimetri - compresi in formazioni di età giurassica (cioè originatesi all'incirca 200 milioni di anni or sono) che affiorano in alcune località della bergamasca ma soprattutto in bassa Val Seriana presso Pradalunga. L'unicità del materiale è dovuta non solo alla composizione mineralogica, costituita da granuli di silice e da un cemento calcareo, ma soprattutto alla microstruttura, caratterizzata dalla presenza di un'impalcatura di granuli silicei fusiformi legati dal cemento calcareo.
Questi caratteri sono il risultato del consolidamento di fanghiglie e melme costituite da minuscoli frammenti di scheletri, le spicole, di organismi come spugne a scheletro siliceo, dette silicosponge. La dimensione massima delle spicole è di circa 200 micron, cioè 1/5 di mm. L'ottima efficacia nell'azione abrasiva è connessa con la disposizione delle spicole silicee, che esercitano un'azione in tutte le direzioni. Le coti erano e sono tuttora uno strumento molto ricercato per aumentare la resa dei lavori agricoli connessi con la mietitura delle messi e il taglio dei foraggi. L'affilatura realizzata con la pietra Cote è particolarmente efficace perché molto delicata e omogenea, non invasiva né aggressiva per il metallo e assicura alla lama una longevità senza pari. L'importanza della Pietra Cote come preziosa risorsa locale è stata rilevante soprattutto in passato, quando quella agricola era la principale attività produttiva del territorio della nostra provincia.
A testimonianza dell'unicità del prodotto e della radicata consuetudine d'uso è la diffusione ad ampio raggio delle coti di Pradalunga, habitus culturale inscindibile dalla vita quotidiana al punto che spesso seguiva, custodita nel cudèr (porta cote), gli emigranti delle nostre valli che partivano per le Americhe o per l'Australia. Attualmente le attività agricole a livello industriale sono altamente meccanizzate e non fanno uso dei tradizionali attrezzi, ma nel caso di coltivazioni dirette l'uso della cote è ancora raccomandato per mantenere in perfetta efficienza e conservare al meglio le lame di falci fienaie, falcetti, ecc.