Mercoledì 18 Dicembre 2024
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Il rapporto diffuso oggi sui portali web di Camera di commercio e Provincia di Bergamo presenta un quadro informativo sul mercato del lavoro in provincia per il primo trimestre 2018. Nel primo trimestre 2018 gli avviamenti in provincia di Bergamo sono stati 35.420 (+7,5% sullo stesso trimestre del 2017) e le cessazioni 30.098 (+16,1% su base annua). Il saldo tra avviamenti e cessazioni è stato positivo per 5.322 unità ma inferiore a quello (7.036) registrato nel primo trimestre dell'anno scorso.
Risultano in forte crescita (da 2.274 nel primo trimestre 2017 a 4.275 nel primo trimestre 2018) le trasformazioni (che riguardano in misura preponderante la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato) e le proroghe (11.896 contro le 9.055 di un anno prima) di contratti a tempo determinato.
Per quanto riguarda i settori, il saldo complessivo di 5.322 è in gran parte attribuibile all'industria (+2.964 contro i +3.263 del 1° trimestre 2017) e al commercio e servizi (+1.541 in marcata diminuzione rispetto ai +3.110 dell'anno prima). L'agricoltura contribuisce con un saldo a +414, in calo tendenziale, e l'edilizia con +404, in aumento su base annua.
Per le tipologie contrattuali, e limitandosi agli avviamenti non essendo incluse nei saldi le trasformazioni, le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 1.359 (+5% su base annua), a tempo indeterminato 7.641 (+2,1%), a tempo determinato 16.861 (+7,4%), con lavoro a progetto 705 (+4,3%), con contratto di somministrazione 8.854 (+13,5%).
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel primo trimestre 2018 ha raggiunto i 3.951 milioni, con un incremento del +6,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, +9,2 verso l’Unione Europea e +2,7 verso paesi non appartenenti alla UE.
Le importazioni sono state pari a 2.515 milioni (+11,4 per cento su base annua, +11,7 dalla Ue e +10,7 da paesi extra UE) con un’accelerazione marcata negli ultimi tre trimestri.
Per quanto riguarda i contributi più rilevanti, per prodotto e area geografica, alla variazione complessiva dell’export di Bergamo si distinguono le esportazioni di macchinari nell’Eurozona (+1,46 punti percentuali sui 6,8 totali), metalli di base e prodotto in metallo nell’area Euro (+1,34), macchinari destinati al Medio oriente (+1,04) e all’Asia centrale (+0,97), articoli in gomma e plastica verso l’Eurozona (+0,67), mezzi di trasporto nell’intera area dell’Unione Europea. Sottraggono punti alla crescita le esportazioni di macchinari verso l’Asia orientale (-0,95) e il Nord Africa (-0,36).
Dopo un trimestre finale del 2017 caratterizzato da una forte accelerazione era forse inevitabile, al giro di boa dell'anno, una stabilizzazione della crescita su ritmi più contenuti, anche se sempre molto positivi: la variazione su base annua della produzione industriale bergamasca al +3,8% nel primo trimestre del 2018, dopo il +6,7% precedente, conferma per il decimo trimestre consecutivo un ciclo in ripresa nonostante la battuta d'arresto congiunturale che trattiene l'indice della produzione a quota 106,5.
I segni della produzione a Bergamo sono coerenti con quelli del fatturato e degli ordinativi: tutti convergono nell'indicare il proseguimento della ripresa a un ritmo meno vivace rispetto a quello dello scorcio finale del 2017.
Alla stabilizzazione di produzione e domanda si accompagna un'espansione dell'occupazione industriale che nel primo trimestre dell'anno cresce in misura notevole, con un tasso d'ingresso che non si vedeva da tempo.
L'ampiezza stabile e rassicurante dell'indice di diffusione della ripresa, l'andamento sostenuto delle assunzioni e le aspettative positive sull'evoluzione delle principali variabili nel prossimo trimestre tracciano un quadro di tenuta e di consolidamento della congiuntura produttiva per Bergamo.
Gli indicatori dell'artigianato manifatturiero, anch'essi in relativo rallentamento (la produzione segna -0,1% nel trimestre, +1,1% su base annua), confermano una fase positiva per le imprese più piccole della filiera produttiva, con risvolti positivi anche sul versante occupazionale.
Segnali meno positivi provengono invece dall'andamento del commercio e dei consumi.
Nei servizi diversi dal commercio al dettaglio il quadro congiunturale è più diversificato. Nel complesso, e dando per scontato un livello dell'indice più basso a Bergamo rispetto alla media regionale, il volume d'affari mostra anche nei servizi una battuta d'arresto su base trimestrale (0,1% a Bergamo non lontana dal dato regionale) e una progressione (+2%) ancora consistente su base annua, meno vivace rispetto alla precedente indagine.
Nell'edilizia infine si registra un dato positivo e in miglioramento a livello regionale (+4,3% su base annua) e provinciale e aspettative ancora prevalentemente positive sul prossimo trimestre.
Lo sforzo comune di Camera di commercio e Provincia di Bergamo, in accordo con le iniziative e le collaborazioni attivate dal Patto per lo sviluppo e la competitività di Bergamo, è di proporre all’attenzione pubblica e alle parti sociali un’integrazione di alcune delle molte fonti informative disponibili sull’occupazione nel nostro territorio, senza alcuna pretesa di esaurire l’analisi e la discussione sulle molteplici dimensioni e problematiche del lavoro.
Emerge dai dati del 2017 un quadro di miglioramento tendenziale del mercato del lavoro locale: aumentano sensibilmente gli occupati residenti in provincia, si riduce l’area della disoccupazione, anche quella giovanile, la partecipazione al mercato del lavoro risale senza però colmare un persistente divario di genere.
Al contempo, la qualità e la stabilità del lavoro che si rigenera dopo un lunghissimo periodo di crisi economica e sociale deve essere verificata nella capacità di tenuta dell’occupazione nel corso di quest’anno e nella corrispondenza tra le competenze che si mettono in gioco in un mercato del lavoro più dinamico e frastagliato e le nuove professionalità sollecitate dall’evoluzione tecnologica.
Le importazioni sono state pari a 8.960 milioni, +8% su base annua, contro variazioni del +9% a livello nazionale e +8,1% in regione. Il saldo complessivo della bilancia commerciale di Bergamo nel 2017 è positivo per 6.474 milioni, in ulteriore aumento rispetto al saldo dell’anno precedente. Tra i settori più importanti per valore assoluto delle vendite all’estero, i macchinari.
L’export complessivo per area geografica di destinazione cresce sensibilmente verso il Nord America (+17,1%) e l’Asia Centrale (+16,8%). Cala invece verso l’intera area africana.
L’export destinato all’Eurozona aumenta del +5,4% e la Germania resta il principale mercato di sbocco, seguita dalla Francia e dalla Spagna. In forte aumento le esportazioni destinate agli USA e alla Polonia. In calo l’export verso il Regno Unito (-3,8%), i Paesi Bassi e la Turchia.
Altri interessanti dati sull’evoluzione del commercio estero bergamasco nel rapporto completo sull'Interscambio commerciale con l'estero della provincia di Bergamo - anno 2017 (pdf)
Il ruolo attivo delle donne nel tessuto imprenditoriale del territorio bergamasco è espresso dalla presenza, nel 2017, di 18.695 imprese femminili, che rappresentano il 19,6% del totale delle imprese registrate a Bergamo: come dire che un'impresa su cinque è rosa. L'imprenditoria femminile si caratterizza per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi, dove operano circa i due terzi (69,5%) delle imprese attive.
Malgrado la crisi, il numero delle imprenditrici è cresciuto nel 2017 (nel 2014 erano 18.452). Questi dati offrono la misura del ruolo importante che le imprese femminili hanno nell'economia bergamasca. Diffusa anche la presenza di imprenditrici donne provenienti da altri Paesi: sono infatti l'11,5% delle imprese femminili. Inoltre, il 14% delle imprese femminili sono guidate da under 35.
Ecco perché, comprendendo il valore e le potenzialità delle donne d'impresa, da anni l'ente camerale bergamasco, attraverso anche il Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità Femminile, investe su una cultura imprenditoriale che fa della partecipazione femminile un irrinunciabile punto di riferimento.
Consulta l'Indagine sull'imprenditoria femminile bergamasca (pdf).
La progressione dell’ultimo trimestre consente di chiudere l’anno 2017 con una crescita complessiva della produzione del +3,4%, allineata alla variazione media regionale (+3,7%). Si tratta dell’incremento più consistente da sette anni a questa parte.
L’industria bergamasca e lombarda beneficia dell’andamento sostenuto della domanda internazionale e di condizioni finanziarie e di politica monetaria ancora favorevoli; a queste si è aggiunto un sostegno e un rafforzamento della domanda interna, con un ruolo importante della componente dei beni d’investimento – grazie anche agli incentivi del piano 4.0 – e dei beni intermedi che stanno riattivando gli scambi lungo le filiere produttive.
“L'estensione della ripresa anche alle piccole imprese industriali e dell'artigianato, – dichiara il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti - è il segno che le filiere produttive e le reti di fornitura industriale si sono rimesse in moto, grazie al traino del commercio internazionale e alla domanda (sostenuta anche dagli incentivi del piano impresa 4.0) di beni d'investimento”.
Segnali coerenti di un aggancio delle PMI al ciclo da tempo positivo delle imprese maggiori e più internazionalizzate giungono dai tassi di crescita della produzione nelle imprese di minor dimensione; dall’indice di diffusione della ripresa secondo il quale a Bergamo quasi la metà delle industrie è in forte crescita e le aziende in fase positiva sono il triplo di quelle in negativo; e dai risultati positivi dell’artigianato manifatturiero bergamasco (+0,8% nel trimestre e +2% su base annua) che mette a segno un progresso significativo (+2,5%) della produzione dell’intero anno 2017.
La Camera di Commercio pubblica i bollettini informativi del Sistema Excelsior sui programmi occupazionali delle imprese della provincia di Bergamo per il mese di novembre 2017 e per il trimestre successivo novembre-gennaio. Sono previste 6.090 entrate complessive nel mese di novembre e 21.290 nei tre mesi da novembre a gennaio 2018.
Nonostante la previsione "a scorrimento" mensile e trimestrale non si presti a un'analisi della dinamica in quanto influenzata dalla stagionalità, si può dire che il volume degli ingressi previsti si mantiene sostenuto nel mese (6.090 contro i 6.800 previsti per ottobre) e in espansione nei tre mesi che scavalcano l'anno (21.290 da novembre-gennaio contro la precedente previsione di 16.620 per ottobre-dicembre).
Se si tiene conto delle differenze nell'universo di riferimento, la ripartizione per macro-settore degli ingressi previsti da Excelsior è simile a quella risultante ex-post dai dati amministrativi delle comunicazioni di avviamento (che includono anche altri comparti non presenti in Excelsior come agricoltura, settore pubblico, lavoro domestico), segno che la previsione a breve termine delle imprese è realistica.
Divergono invece i numeri assoluti in quanto le comunicazioni obbligatorie, oltre a coprire l'intero universo dei rapporti di lavoro, si basano sui singoli contratti, anche di brevissima durata, aperti o riaperti, anche per semplice sostituzione di un lavoratore, nell'intero arco temporale.
Si possono quindi cogliere dai bollettini alcuni spunti sulla qualità o sulle difficoltà della domanda di lavoro da parte delle imprese. Il 23% degli ingressi previsti è destinato a profili ad alta specializzazione (dirigenti, specialisti, tecnici): si tratta di una quota superiore al dato medio nazionale (20%). In 29 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Il 14% delle entrate riguarderà personale laureato e il 44% (al netto delle risposte di irrilevanza dell'età) giovani con meno di 30 anni.
Le informazioni sulle comunicazioni relative ai rapporti di lavoro sono diffuse sia in una versione armonizzata con le pubblicazioni di Regione Lombardia ("Comunicazioni obbligatorie, 1-2-3 trimestre 2017") sia con specifici approfondimenti realizzati autonomamente da Camera e Provincia sul nuovo Sistema informativo regionale sulle comunicazioni obbligatorie (SISTAL).
Il report sui flussi di assunzioni, cessazioni e trasformazioni dei rapporti di lavoro è integrato dalla documentazione statistica di altre fonti sulle consistenze degli occupati residenti in provincia a metà 2017 (Forze Lavoro Istat) e delle posizioni lavorative dei dipendenti di imprese private extra-agricole con luogo di lavoro in provincia di Bergamo (Osservatorio lavoratori dipendenti 2016, INPS), contenute nel documento "Lavoro e occupazione in provincia di Bergamo, novembre 2017".
In occasione del rilascio dei dati annuali, previsto nei primi mesi del 2018, l'elaborazione dei dati SISTAL verrà estesa a molte altre variabili di analisi dei contratti e dei rapporti di lavoro nel territorio.
«L’indagine congiunturale del terzo trimestre 2017» – commenta il presidente Paolo Malvestiti – «conferma che a Bergamo, come in Lombardia, la ripresa sta procedendo a buon ritmo e sta generando nuova domanda di lavoro e occupazione. È in corso un rafforzamento della crescita a livello europeo e internazionale e la nostra industria sta beneficiando al meglio del canale estero, ma ha preso vigore anche la domanda interna, soprattutto di beni d’investimento, segno che il rinnovo degli impianti e l’innovazione stanno accelerando. Tutta la filiera della manifattura è in movimento: cresce l’industria e cresce l’artigianato di produzione, con un risultato per Bergamo superiore alla media regionale. Anche nei servizi abbiamo segnali positivi, pur con qualche incertezza sull’andamento delle vendite nel commercio al dettaglio e sulla dinamica dei consumi finali.
«Mi preme sottolineare il dato occupazionale perché il miglioramento del mercato del lavoro dà fiducia e può consolidare la ripresa anche sul versante delle famiglie, dei redditi e dei consumi. L’indagine congiunturale, i dati degli addetti delle imprese iscritte in Camera di Commercio e altre fonti di informazione sul lavoro sono concordanti: l’occupazione sta aumentando in diversi settori dell’economia provinciale.
«Secondo elaborazioni camerali sui dati delle forze lavoro al primo semestre 2017, gli occupati residenti in provincia di Bergamo sono in aumento tendenziale del +2,5% e il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,2 al 4,4% della forza lavoro. Nel terzo trimestre queste tendenze positive sono rafforzate da una congiuntura favorevole e possiamo quindi puntare a un ottimo risultato a fine anno. Ora concentriamoci sulla qualità e sulle competenze del lavoro che sono il carburante dell’innovazione 4.0 e della crescita della produttività».